sabato 9 luglio 2011

24 per 25

(foto Giancarlo Colombo/Fidal)
Campionati del Mondo di Atletica Leggera Under 18, 2011, a Lille, Francia. Finale dei 10 km di Marcia. I nostri ragazzi, Vito Minei (il 465 nella foto a sx) e Michele Palmisano (il 468) chiudono la prova un giro prima. La schermata dei risultati, impietosa, di fianco ai loro nomi (in calce alla lista) pone la scritta "DNF" (did not finish, non classificato, ritirato). Possibile che entrambi abbiano sbagliato a contare i giri? Vabbé so' gggiovani, dirà qualcuno. E poi non infieriamo, ché la mazzata su quei poveri ragazzi è stata pesante un bel po'.
La cosa è comunque sorprendente e, forse, significativa dell'attuale temperie di un ambiente, quello della marcia italiana, alla ricerca di riferimenti chiari. Di una programmazione chiara. E forse anche di qualcuno che urli sul campo i giri che mancano...

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi aspettavo un commento sull'episodio. Leggendo la notizia, mi è venuto da sorridere.
In effetti si tratta di errori marchiani, ma assolutamente evitabili.

Va comunque detto che errori simili si verificano di tanto in tanto, specie nelle gare giovanili internazionali, dove, spesso, le differenze tra gli atleti partecipanti sono più nette rispetto alle gare tra adulti.
In particolare, ricordo di aver letto qualcosa in un'intervista ad Ottavio Andriani, il maratoneta azzurro che molti anni fa perse il gemello Antonio, al quale è stato dedicato il Memorial Andriani, che si svolge ogni anno a Francavilla Fontana.
Raccontava Ottavio che, da ragazzo, aveva perso la voglia di allenarsi, mentre Antonio era più motivato. Vedendo il fratello che mieteva successi - non solo in gara, ma anche con le ragazze ed in una virtuale graduatoria di popolarità scolastica - decise di rimettersi a correre (in fondo erano gemelli, le potenzialità dovevano essere le stesse...). Naturalmente, all'inizio non fu così piacevole, perché quando si presentava gli chiedevano se fosse "l'Andriani forte o l'Andriani scarso". Ed ovviamente lui era l'Andriani scarso...

In occasione dei mondiali juniores in pista, Antonio prese parte alla spedizione, mentre Ottavio fu lasciato a casa per alcuni problemi disciplinari. Quindi ripiegò su una mezza maratona che si teneva nello stesso giorno. Dopo la gara venne diramata la notizia del patatrac. I due ragazzi italiani in gara sui 5.000m erano stati doppiati “da un certo Gebrselassie” e si erano fermati con giro d’anticipo. Ovviamente avevano già lanciato la volata e, quando fu comunicato loro che mancava ancora un giro, ripartirono e conclusero alla bell’e meglio.
Sono errori che, anche se grossolani, ogni tanto si ripetono...

Sat

michele didoni ha detto...

Ciao Anonimo e ciao Mario, devo dire che negli ultimi mesi la marcia ha connotati di passione che mai ho visto in tanti anni di militanza. Anonimo giustamente ricorda che anche in altri casi è stato erroneamente anticipato l'arrivo, ma, essendo presente a quella gara ricordo anche gli insulti partiti dagli spalti,tecnici che non avendo alcuna incertezza sul risultato finale dei propri atleti spingeva quest'ultimi a ripartire e a terminare la gara. Ricordo il mio allenatore Pastorini Pietro che inveiva come solo un "appassionato preparato" sa fare, questo è quello che con il tempo stiamo perdendo cercando nelle sole amicizie convenienti!!! Per i più interessati ho trovato un metodo infallibile per il conteggio dei giri, tralasciando che, con un po di "conoscenza" sia gli atleti che i tecnici presenti dovevano capire all'istante , di seguito vi lascio un link rivelatore con contenuti che da anni hanno saputo districare arrovellamenti e ossessioni matematiche:
http://it.wikipedia.org/wiki/Abaco

Per i tecnici e gli atleti che mirano alla conoscenza...

P.S- E pensare che pochi giorni fa Diego Cafagna avrebbe dato ogni goccia del suo sangue da 36enne ormai logoro per finire vittorioso una 50km internazionale per lui terminata per squalifica poco prima dell'ultimo giro. E' proprio vero, chi ha il pane non ha i denti e...
Buona serata con affetto e passione a tutti gli appassionati della Marcia.

Marius ha detto...

Ciao Michele,

sono profondamente d'accordo con te quando dici: "[...] negli ultimi mesi la marcia ha connotati di passione che mai ho visto in tanti anni di militanza". Passione e diversi bei numeretti (leggasi "talenti"), aggiungo io. Ora però sarebbe auspicabile affiancare alla necessaria passione la forza serena della ragione. Insomma ci vorrebbe uno scatto culturale in più (che stia magari due tre passi avanti rispetto all'abaco/pallottoliere da te simpaticamente suggerito nel commento). Non so, ma ho l'impressione che nel tempo l'ambiente della marcia abbia smarrito la via del dialogo, del confronto serrato (anche aspro, come è naturale che avvenga tra le molte e diverse scuole di pensiero che compongono la grande famiglia della marcia), continuo, della condivisione delle esperienze, delle metodologie. Un confronto umano. Oggi, nel tripudio del Web 2.0, dovrebbe essere tutto molto più semplice.

Proprio ieri invece mi è capitato di leggere su Facebook lo sfogo di un giovane atleta, alla ricerca della condizione perduta (o mai trovata). La sua era una sorta di redditio sportiva, una confessione pubblica; una pubblica richiesta d'aiuto, velata d'ironia che suonava così: "Qualcuno mi sà dire cosa vuol dire 'essere in forma' ....è una sensazione che non ho mai conosciuto ...ma perchè?????". Ecco, quelle parole hanno preso la strada del social networking, piuttosto che un sereno dialogo col proprio allenatore. E questo mi sconvolge.

Il mitico Corrado Guzzanti a proposito di Internet, in un suo celeberrimo sketch di oltre dieci anni fa, recitava, : "Ma se io ho questo nuovo media, la possibilità cioè di veicolare un numero enorme di informazioni, in un microsecondo, mettiamo caso ad un aborigeno dalla parte opposta del pianeta... il problema è: aborigeno, ma io e te, che cazzo se dovemo di'?".

un abbraccio

mario

Anonimo ha detto...

chido scusa per il mio diappunto e mi scosto dai vs commenti .io ex ex velocista mi domando; ma come si fa a sbagliare in modo cosi grottesco proprio ai mondiali???scusatemi e pazientate ma non riesco a capacitarni....è forse proprio a forza di inanellare giri su giri km su km che si finisce per perdere la bussola, in pista e sugli spalti?!
lo so Mario non è pane per i miei denti ma io mi vergognerei a vita come atletae come soprattutto te'nico accompagnatore!!!!ma come se po' fà?
gmak incredulo...fossimo al memorial della salciccia sarei + pietoso

Anonimo ha detto...

proprio per questo benvengano i polli d'eccellenza

gmak volutamente rissoso

Marius ha detto...

"La situazione è grave, ma non è seria", scriveva Flaiano. Ecco, forse ci vorrebbe un po' più di serietà, intesa come capacità del "sistema atletica italiana" (nella sottovariante "marcia atletica italiana") di definire puntualmente la propria organizzazione interna e cioé: chi deve fare cosa (ruoli e competenze di tecnici e dirigenti; programmazione; criteri di selezione dei partecipanti alle diverse competizioni internazionali...). Quel giro ancora da fare, sui ventiquattro fatti, è una triste metafora...

m

michele didoni ha detto...

Io credo sia solo un effetto postumo del Millennium Bug! Quale delle menti sopraffini che abitano il nostro ambiente riuscirà a dipanare questo immondo rebus: per fare 10 km in una pista da 400M quanti giri devo fare?
Lascio questa immensa e ardua difficoltà di calcolo nell'etere,chissà che magari arrivi una risposta da "Albert I" dalle profondità dello spazio!!!
Buona giornata a tutti...

Stefano La Sorda ha detto...

Io da ex-atletino mediocre non so che dire, di certo qualsiasi sia stata la gara, commesso lo sbaglio, si doveva ripartire (e sicuramente visto che si rappresentava la nazionale mi sarei aspettato che qualcuno dei tecnici/accompagnatori all'esterno almeno si accorgesse della cosa).

in due parole:
imperdonabile errore

poi le scusanti possono essere infinite, ma qui manca anche un po di professionalità.

L'agonia (purtroppo) continua

Anonimo ha detto...

la lezione di oggi: i numeri.

0 zero
1 uno
2 due
3 tre
4 quattro
5 cinque
6 sei
7 sette
8 otto
9 nove
10 dieci
11 undici
12 dodici
13 tredici
14 quattordici
15 quindici
16 sedici
17 diciassette
18 diciotto
19 diciannove
20 venti
21 ventuno
22 ventidue
23 ventitre
24 ventiquattro
25 venticinque

:D :D :D
g

Anonimo ha detto...

Giusto una parola.
Roba nota a fondisti e marciatori, forse un po' meno ai velocisti.
L'errore, per quanto grossolano, è dato dal fatto che, se vieni doppiato, i giri mancanti vengono conteggiati sul primo. Può dunque capitare che, dopo un doppiaggio, l'atleta, anche a causa della stanchezza, non si renda conto del giro o del chilometro da percorrere.
E' pur vero, però, che a bordo pista c'è l'allenatore o comunque qualcuno che dovrebbe dare all'atleta qualche ragguaglio, prevenendo eventuali confusioni o fraintendimenti. Pertanto è strano credere che certi errori avvengano non solo a livello internazionale, ma anche a livelli più bassi.

Per esperienza posso dire che può capitare (quando sei suonato è facile perdere la bussola e non comprendere effettivamente il passaggio).
Tre anni fa, in occasione del mio ultimo 10.000 in pista - accidenti come vola il tempo... - svoltosi a Giulianova, sono stato doppiato due volte dai keniani davanti e, ad un certo punto, in totale difficoltà (mal di stomaco e attacchi di vomito), non mi rendevo più conto di quanti chilometri avessi percorso, tanto che guardavo il contagiri a bordo campo e pensavo che indicasse i giri che mancavano a me (che pirla...).
A bordo il solito Marius, attento come al solito, mi diede la bella notizia che mi restavano ancora "two laps to go" quando ormai credevo di essere prossimo al traguardo...
Sofferenza enorme fino alla fine, pur con la soddisfazione di non aver mollato, giusto per chiudere sotto i 33'.
Non mi resta che comprare un abaco...

Un saluto.
Sat

Anonimo ha detto...

Grande Mario!
Operativo a qualunque ora...

Sat

Enrico ha detto...

L’onnipresente e pervasiva Formula1 insegna che, quando si è doppiati, si viene classificati “a 1 giro”. Vale anche per il ciclismo su pista ma quello la TV non lo trasmette quasi mai.
I ragazzi forse sono cresciuti con il mito di Vitantonio Liuzzi.

Enrico Reutemann

P.S. La scritta sul numero è significativa: entrambi gli atleti hanno un cronometro digitale al polso per prendere i riferimenti al Km, cosa che rende molto difficile sbagliare; forse a Lille faceva caldo ...

Alessandro ha detto...

Se posso dire la mia, da atleta e marciatore, credo che sia sopratutto colpa degli eventuali accompagnatori che stavano seguendo gli atleti. Penso che possa capitare ad un atleta, dopotutto sei concentrato e affaticato.. ma un coach che ti segue non può assolutamente sbagliare.
Peccato, stavano andando anche molto forte.