Ci preoccupiamo, giustamente, dell’educazione civica dei nostri ragazzi; progettiamo currricoli verticali laboriosissimi, ‘difficili’, pesando ore, minuti, secondi da dedicare annualmente a qualcosa che, a me pare, tende, mestamente, a piegare sulla china dell’ennesimo, italico, complicato esercizio burocratico.
Da maestro della scuola Primaria, che lavora in un plesso scolastico con organizzazione oraria a tempo pieno, ho anche altre preoccupazioni, più 'elementari' e urgenti. Vengo perciò subito al dunque.
Qualcuno ha pensato alle conseguenze di otto ore filate inchiodati ad un banco - le uscite dall'aula saranno contingentate per i noti motivi sanitari - ricreazione e post mensa inclusi, con l'ora di educazione fisica da praticare possibilmente all'aperto (dove?) o all'interno di palestre che garantiscano un'adeguata aerazione e il dovuto distanziamento interpersonale di due metri?
Qualcuno ha pensato all'aggressività, alla rabbia represse, 'compresse', dei nostri bambini? E il sistema immunitario, dentro quelle otto ore, che sorte avrà?
Ma non c'è solo questo.
Il bambino - e non solo il bambino - apprende attraverso il movimento, il gioco; è storia nota.
Di più: "L'apprendimento logico-matematico o logico-razionale non è un apprendimento attraverso i sensi, ma è legato alle azioni che si compiono per risolvere problemi. I problemi che vengono affrontati, partendo dai bambini, che vi si approcciano attraverso il gioco, attraverso l'esperienza ludica, fino ai problemi che vengono affrontati anche alle scuole superiori o all'università, sono sempre, in ogni caso legati - anche se sotto forma di euristica - all'associazione alle proprie esperienze motorie; perciò il partire dalle esperienze motorie, in ogni caso, anche per le istruzioni di tipo superiore, è di fondamentale importanza...". (Beppe Pea, "Dal corpo alla matematica", intervista del 1 dicembre 2016).
Qualcuno avrà testa e cuore per un curricolo, 'vero', praticabile, per l'Educazione al Corpo e al Movimento?