Ma sì, cancelliamola una volta per tutte! Si abbia però il coraggio di farlo, senza girarci troppo intorno. Pensiamo davvero che sarebbe bastato l'artifizio della PIT LANE RULE per garantirle sufficiente credibilità?
La marcia probabilmente ha fatto il suo tempo. Schiacciata dalla febbre del risultato spettacolare ad ogni costo, col conseguente effetto di portarsi su velocità imbarazzanti, anche grazie all'uso spregiudicato di pratiche doping, alle prossime Olimpiadi muterà nel definitivo (io credo) mostricciattolo sportivo i cui connotati, a me pare, sono tutt'ora "oscuri". È che non ho ben compreso se la marcia olimpica sarà individuale, sui 20 km e sui 35 km, sarà "relay" (a staffetta, ma sulla distanza dei 42,195 km; ergo: finalmente non sarà più improprio definire la marcia come maratona), mista sui 35 km e individuale sui 20 km o chissà cos'altro.
Posto che la marcia alle prossime Olimpiadi si farà, atleti e tecnici del Gotha della disciplina si chiedono come programmare la loro preparazione a un anno e mezzo dall'evento massimo.
E come ci si qualificherà per l'Evento Massimo? Con quali criteri di selezione?
Ma ci sarà davvero la marcia alle prossime Olimpiadi?
Ma sì, tutti a casa: atleti, tecnici e giudici, vittime e carnefici - vittime e carnefici sono equamente distribuiti tra atleti, tecnici e giudici, sia chiaro.
Salviamo solo una cosa, però (io già ci lavoro da un po'): la marcia come strumento per la salute; la marcia che guida e corrobora il cammino sportivo coi suoi contenuti tecnico-scientifici. Ma questo è un altro discorso.