martedì 24 marzo 2009

I vuoti lasciati da Clint

Bello il film. Però boh.... ti lascia un vuoto dentro. Deve essere brutto invecchiare e rendersi conto che i propri cari sono dei veri sconosciuti. (Of)

L'ultimo commento di Of al post precedente mi spinge ad effettuare una divagazione cinematografica. È bello divagare. Grazie Of e grazie Clint: è sano ritrovare un po' di vuoto interiore dentro un mondo pieno di vuote certezze.


Le redenzione secondo Eastwood. Le responsabilità dei padri. La vita. La morte. "Gran Torino" è un film semplice che tratta temi complessi. La ritengo l'opera più difficile girata dal grande Clint. In un film 'testamentario' che mette molta carne al fuoco si corre il rischio di dire troppo, di banalizzare ogni riflessione. Però Clint è Clint. Gli errori, le colpe di un padre anziano restano, o possono trovare il riscatto in una genitorialità senile e putativa (il rapporto tra l'anziano Walt Kowalsky ed il giovane coreano). La redenzione per Eastwood è un fatto umano che si gioca pragmaticamente, fino in fondo; anche a costo della propria vita.
P.S.: nel film sfilano, nella forma di un congedo estremo e virile, le figure stanche e autoironiche dell'ispettore Callaghan e del pistolero di 'leoniana' memoria. Tutta la coerenza di Eastwood.

sabato 21 marzo 2009

Notte insonne

Che Dio ci scampi / dalla povertà della visione e dal sonno di Newton. (William Blake)


Le quattro e mezza. Non ho sonno. E il sonno non mi avrà mai. Con le mani cerco la sveglia.
Il bidone dell'immondizia giù in strada suona le quattro e trentadue. Quanta roba buttiamo via. Il vetro quando non va in frantumi cerca sonorità liquide e taglienti, incontra il metallo del bidone, lo saluta rimbalzando, si tuffa tra altri vetri, colorati di roseo pomodoro e di un giallo che forse fu pera o albicocca; trova la gloria e una pace momentanea esplodendo sul fondo umido e irregolare dell'immondo traghetto che porta alla discarica. Il bidone ormai vuoto e solo, cade dalle ganasce del putrido furgone, senza un lamento. Un atto di inattesa pietà risparmia un asse da stiro che, perso da tempo l'uso delle gambe, si appoggia con riconoscente rispetto al bidone abbandonato. Troveranno l'alba insieme, senza dirsi una parola.
Il traghetto immondo e che non monda suona le quattro e trentaquattro tentando una sgommata.
Altro vetro va "digrignando" sull'asfalto. Colpa d'un calcio menato senza energia. Punisce una piccola e bianca bottiglia per una birra finita anzitempo. Si ride sguaiatamente per strada alle quattro e quaranta. La birra è già sangue. C’è un po’ di pianto dentro quelle risa, uno strano monologo che insegue la notte che sa già di mattino, di fredda umidità che infradicia le ossa. Una tosse grassa e baritonale sta a significarlo. Tosse, risa, pianto. La solitudine di un ubriaco mi fa compagnia. Fino alle cinque e dieci.
Il silenzio è tenue sfondo dentro questo strano crepuscolo ancora sporco di notte. Il clangore di una cinghia che slitta, le sorde sonorità di grevi ruote gemellate, si alternano armonicamente rimbalzando tra due palazzine; il canto di un uccellino interrompe l’idillio, ma solo per un po’.
Con le mani cerco la sveglia. Alle sei ed un minuto. Sembra l'alba quel chiarore là in fondo, oltre le tapparell...

martedì 17 marzo 2009

Federico Gasbarri e la gara perfetta

Si scrive di sport vero stavolta. Niente incursioni letterarie da quattro soldi.
Federico Gasbarri è il nuovo Campione d’Italia Cadetti di Corsa Campestre. A Porto Potenza Picena (MC), domenica, ha messo il petto davanti al futuro del mezzofondo giovanile italiano, senza paura e con l’intelligenza tattica del Cova degli anni migliori (lui che ha solo quindici anni).
Sì, Federico mi ha emozionato. Mi ha colpito la sua strenua volontà di vittoria, quell’andare a meta consumando l’ultima stilla di energia sulla linea del traguardo, non un centimetro prima, né uno dopo. È il successo del talento individuale, il suo, ma anche dell’abnegazione silenziosa, dell’impegno quotidiano, religioso e collettivo, proprio di una comunità morale a cui sento di appartenere, con orgoglio. Federico ha vinto per se stesso e la sua famiglia, per l'allenatore Carlo Piersante, per l’Abruzzo, terza regione nella classifica a squadre Cadetti e quarta nella combinata Cadetti-Cadette, e per la sua società, la Falco Azzurro Carichieti. Una domanda: quanto vale il successo di un giovanissimo mezzofondista che non ha un campo d’atletica dove allenarsi?

domenica 15 marzo 2009

Fantasia contro afasia

Break nella mia afasia! Adesso mi scrivono pure i personaggi dei miei racconti! A pensarci bene questa simpatica irruzione della 'fantasia' nella realtà del blog può tornare utile per un'ulteriore puntualizzazione, di carattere, diciamo così, 'educativo': c'è un allenatore (non un operatore del volontariato sociale) che sta ancora aspettando due parole da Francesca (e non da voci 'altre'), magari pure da suo padre. È una questione di educazione. Anche i personaggi dei miei racconti, quando vanno via, salutano.
Buona serata.
P.S.: per chi faticasse a capire, il riferimento è al post "Dialogo probabile" del 4 di marzo scorso e ai successivi commenti (clicca qui).


giovedì 12 marzo 2009

Afasia e mosche

Non ho voglia di scrivere. Mi succede ogni volta che il cervello prende a girare come una mosca chiusa in cucina. No, non sono pazzo, è che devo prendere una decisione cruciale.
Abbiate pazienza, può darsi che passi in fretta.

mercoledì 4 marzo 2009

Dialogo probabile

Due uomini sulla quarantina stanno seduti in un bar del centro. L’incontro è un appuntamento programmato da giorni, il caffè un pretesto. Un genitore chiede lumi ad un tecnico di atletica leggera. I due sono vecchi conoscenti.
« Tu la conosci Francesca, no? Lei ha talento, c’ha proprio il fisico. Due anni fa arrivo allo stadio e conosco Franco, Franco Burazzi. Io le ho affidato mia figlia, subito. Franco è un allenatore che si presenta bene: “Sono questo, faccio quello, con me Francesca arriverà…”. E io gli ho creduto, anche perché all’inizio lui aveva attenzioni solo per lei: alimentazione, tecnica sul campo… eravamo tutti entusiasti ».
« E poi, cosa è successo? ».
« È successo che per un annetto, forse anche meno, tutto è filato liscio, o quasi: Francesca migliorava, su tutte le distanze, corsa campestre compresa. Però… ».
« Però? ».
« Però gli allenamenti erano troppo pesanti. Salite, spiaggia, discese, chilometri, palestra, ostacoli alti e bassi. Sono arrivati i primi infortuni, la stanchezza. Francesca è un talento, ha bisogno di essere valorizzata, di fare certi lavori. Deve velocizzarsi ».
« Ah, ho capito. Deve velocizzarsi… ».
« Sì sì, perché ha bisogno di velocità in questo momento. Poi penseremo alle altre distanze. Guarda, in allenamento fa delle cose strabilianti, poi in gara si rifiuta di andare ai ritmi che sicuramente vale. È una questione di testa. Non si impegna abbastanza ».
« Ma, scusa, è lei che non si impegna o è una questione di metodo? Non capisco ».
« Francesca deve imparare a fare fatica, a finire stremata dopo ogni prova, proprio come faccio io in allenamento ».
Stavolta il viso del genitore si accende di una luce strana. La bocca gli si torce in un inquietante sorriso di autocompiacimento; le parole descrivono le sue inumane fatiche da mezzofondista tardivo, i suoi crudeli allenamenti di attempato ottocentista. Allora il tecnico di atletica ha come un’illuminazione, un pensiero veloce e ‘salvifico’ che gli fa dire:
« Ma Francesca ha bisogno di te, e di nessun altro! ».

Da un bar del centro si allontanano un tecnico di atletica leggera e un nuovo allenatore.

(Ogni riferimento a fatti realmente accaduti o a persone realmente esistite o esistenti è puramente casuale)

lunedì 2 marzo 2009

Oooops, dimenticavo...

Potevo dimenticare il Futuro? Matteo Di Ciano (nella foto sfocata dall'alta velocità del soggetto), fratello del brillante Armando (Atl. Rapino), corre davanti ai nostri sogni. Li batte in volata. Per ora lasciamolo bramare un paio di giretti sul brucomela, un sacrosanto diversivo per il 'dopo gara'.
Grazie Matteo, grazie Armando, col cuore.

Innocente narcisismo

Ringrazio i neo campioni regionali Lucrezia Anzideo (Ragazze), Saturnino Palombo (Senior Uomini), Luigi Turilli (Promesse Uomini), così come Luca Di Muzio, Lorenzo Sammassimo, Erica Fusella, Silvia e Margherita Scipione, Chiara Sammassimo, Manuel Esposito, Alessio Bisogno...
Sì, una botta di narcissico entusiasmo. Che male c'è? In fondo lavoro con loro ogni giorno. Parlino allora le immagini, anche stavolta. Foto dal Campionato Regionale di Cross a L'Aquila, ieri.
Cliccare sulle foto per ingrandirle