venerdì 31 luglio 2020

L'UMANITA', PRIMA DELLA TECNICA


Ci sono date di cui bisogna serbare memoria per più di una ragione; per motivi personali, di narcisismo buono – ed io non faccio nulla per sottrarmi a questo innocuo esercizio di vanità, che può pure addolcire l’esistenza – e per questioni più ‘serie’, legate ad una riflessione che mi fa piacere condividere con chi legge queste mie poche righe puerili.

Oggi dunque, 31 luglio 2020, voglio ricordare un altro 31 luglio, quello del 1992. Quel giorno mio fratello vinse il bronzo nella 20 km di marcia alle Olimpiadi di Barcellona. Fu l’unica medaglia per l’atletica leggera in quell’edizione dei giochi olimpici.

Credo di aver scritto tanto di quell’impresa, ma una volta di più voglio ricordare quanto sia stato importante il contributo di un’armonia perfetta di volontà intelligenti, appassionate e orientate allo scopo.

Ero l’allenatore, sì. Ma se ho avuto un merito dentro quella formidabile vicenda – qualcosa che ritengo, senza presunzione, abbia fatto la differenza – non è stato il mero ‘contributo tecnico’, che comunque ho dato. Credo che l’attività più nobile, difficile e decisiva ai fini del risultato finale, sia stata quella di aver costituito e tenuto insieme un team vincente, di amici, prima che di professionisti. Ecco, quella è stata l’arma segreta. Quello è l’insegnamento più alto che ho appreso fino ad oggi, non solo nello sport.

domenica 5 luglio 2020

DEL TALENTO, DI NUOVO



L'alto livello nello sport si costruisce fin dalle categorie giovanili, posto che vi sia il pieno rispetto del talento con cui si lavora. Vincere titoli nazionali nelle categorie giovanili pascendosi di pericolose illusioni conduce a drop out scontati. Scrive Winfried Joch (1992): "Ha talento, oppure è un talento, colui che, sulla base di disposizioni delle disponibilità alla prestazione e delle possibilità che gli sono offerte dall'ambiente nel quale vive, ottiene (possibilmente in gara) risultati della prestazione superiori alla media della sua età, ma suscettibili di sviluppo. Tali risultati dovranno essere il prodotto di un processo attivo di trasformazione, pedagogicamente guidato e controllato attraverso l'allenamento, che è orientato in modo determinato verso quell'elevato livello di prestazione sportiva che dovrà essere svolto successivamente". 

Nell'allenamento del giovane, gli allenatori devono lasciarsi margine; bisogna sapersi accontentare dei risultati ottenuti senza insistere sulla disciplina che dà più "frutto". In Italia è assai frequente che l’allenatore non esperto si leghi visceralmente al giovane talento che è il prodotto del suo vivaio; tanto visceralmente da ‘imprigionarlo’ nella gabbia delle proprie ambizioni – talvolta sono vuoti esistenziali da colmare con i successi dei ragazzi che allena e che ha visto crescere.

Rari sono i casi in cui avviene un passaggio di consegne, quando l’allenatore meno esperto e competente affida il ‘suo’ giovane atleta ad un allenatore specialista di chiara fama. 
Qualcuno potrebbe obiettare, giustamente, che così facendo i tecnici meno esperti non matureranno mai le competenze necessarie per il cosiddetto alto livello. È altrettanto vero che fare esperienza sulla pelle di giovani talenti, col rischio di perderli ancor prima che cominci la loro carriera sportiva (dai 20 anni in su per un atleta dell’endurance), è il ‘delitto’ più grande che possa essere perpetrato ai danni di un sistema sportivo già debole. 

Amo immaginare un progetto per l’alto livello nello sport dove i tecnici di base o meno esperti, una volta affidati i loro talenti ad allenatori specialisti di comprovata esperienza internazionale, possano ‘andare a bottega’ da questi ultimi, continuando a percepire un incentivo economico per l’atleta allenato anche dopo il passaggio di consegne e per tutta la sua carriera; tutto ciò avrebbe una duplice ricaduta positiva: rendere meno traumatico possibile il cambiamento nella vita sportiva (e non solo) del giovane atleta, e offrire al tecnico di base sia opportunità formative di qualità, sia un gratificante, oltre che meritato, incentivo economico.