martedì 28 giugno 2011

Gratuiti masochismi atletici

Torno sulla questione “allenatori”.

Meno di un piatto di lenticchie, senza cotechino. Ecco per alcuni di noi (allenatori) il valore del proprio ruolo professionale (professionale?). Sere fa, nel corso di una bonaria – neanche tanto – chiacchierata tra colleghi in riunione plenaria, ecco riaffiorare in molti (troppi) dei convenuti, ataviche frustrazioni, livelli di autostima prossimi a zero, antiche e nuove nevrosi.

“Gli atleti vanno via, verso altri lidi, se non possiamo garantire loro il materiale tecnico (scarpette, borse, tute, ecc., nds) e i soldi per le trasferte. Vanno via pure se non hanno la squadra (la possibilità cioè di fare i campionati di società a livello nazionale, nds)”. Questa la sintesi di almeno un paio di refrain menati a ciclo continuo nel corso di quella riunione. Ok, qualche mugugno ci può stare, dico io. L’atletica del volontariato sconta anche così i suoi ‘peccati’. Poi però le cose bisogna dirle tutte. E cioè: gli atleti di cui si parla sono per lo più Cadetti e Allievi. Allora avanzo una domanda: ma io, come tecnico di una associazione sportiva che praticamente svolge volontariato sociale per individui in età evolutiva, per lo più mediocri atleticamente, valgo davvero meno di un paio di scarpe l’anno e quattro spiccioli per gareggiare due tre volte in giro per l’Italia (spesso ad un paio di centinaia di chilometri da casa), tanto da essere buttato nel cestone come si farebbe con un calzino sudato? Quanto vale la mia competenza? Quanto valgono le ore che dedico all’educazione di quei ragazzi (educazione e allenamento)? Molto, dico io. Tanto che nessuno degli atleti che alleno si sognerebbe di mollare la casacca del 'mio' sodalizio sportivo. Il rispetto per il lavoro che svolgo passa anche per questo.

Ognuno è libero di fare tutto il volontariato che vuole, ci mancherebbe. Ne ho fatto tanto, ne faccio ancora (decisamente meno); altro ne farò. Quello dell’insegnante è però il mio lavoro e so che gli insegnanti non sono bravi tutti allo stesso modo. Anche quando decidono (perché è una scelta, cazzo; è una scelta!) di farsi pagare alla stessa maniera (a zero €). E so pure che il volontariato gratuito può essere il paravento naturale di zelanti dilettanti allo sbaraglio.

lunedì 27 giugno 2011

Cinque, e non più cinque...

Non suoni il titolo del post come profetico-apocalittico. Piuttosto prendiamolo come un augurio acché sia davvero l'ultima volta che a giocarsi il titolo italiano assoluto dei 10.000m maschili (ieri, a Torino) siano in cinque (Rari nantes in gurgite vasto, Virgilio, Eneide, I, 118). Complimenti al nuovo Campione Italiano dei 10.000m, Domenico Ricatti (Aeronautica Militare), con 29:51.84. Complimenti pure al suo compagno di squadra, Francesco Bona, secondo in 29:57.21, e a tutti gli atleti classificati. Chi lotta per un titolo nazionale merita il massimo rispetto possibile. A noi tecnici però, l'ennesimo momento di riflessione sulle condizioni in cui versa il  movimento dell'endurance atletico nazionale. Perché non ci sono soltanto le tristi evidenze del 10.000m maschile. Buttate pure un occhio ai 5.000m maschili o alle due prove della marcia, maschile e femminile (la marcia, dico, la marcia!): sommando i partenti di queste tre gare arriviamo a 21 atleti!
Scriveva ieri Sat in un suo interessante commento: "Leggevo ancora su Correre, che il progetto Oregon della Nike ha portato ben 19 atleti statunitensi ad abbattere il muro dei 28’ sui 10.000m. E non parliamo solo di atleti naturalizzati, ma anche e soprattutto di atleti bianchi, il cui capofila è senz’altro Chris Solinsky, dopo il 26.59” della scorsa stagione [...] Purtroppo, però, non possiamo trascurare che la Nike ha investito somme che qui ci sogniamo [...]".
Già, soldi; investimenti; progetti...


martedì 21 giugno 2011

Tutti a Teramo...

... venerdì 1 luglio! Io ci sarò, coi miei ragazzi, ed invito tutti gli appassionati di Atletica a partecipare al gioiellino di Meeting Nazionale che gli amici Maurizio Salvi, Massimo Pompei, Luigi Chiodi (assieme ai tecnici e ai collaboratori delle loro Società Sportive, l'ASD Gran Sasso Teramo e l'ASD Ecologica "G" di Giulianova, e al Comitato Provinciale AICS di Teramo) hanno saputo realizzare. Buona Atletica a Tutti, quindi. Di seguito la locandina della manifestazione, dispositivo tecnico incluso.





domenica 19 giugno 2011

Lucrezia cresce...

L’ossessione del crono, del risultato, quel bruciare le tappe perché… (chissà mai perché). Ma questa non è la dimensione che appartiene a Lucrezia. Lei corre perché le piace, come le garba assai limare i suoi primati personali, ci mancherebbe! Ma il suo approccio alle competizioni, al training necessario, è quello giusto: grinta da vendere, una vagonata di pazienza da spendere quando le cose non girano nel verso giusto, ed un sorriso intelligente e malandrino.

Ieri ad Orvieto è scesa a 3:07.62 sui 1000m (il suo secondo 1000m quest’anno). Sta crescendo bene Lucrezia (quindici anni in agosto), senza scossoni, né pressioni di sorta. I tempi che segna non sono primati mondiali, né nazionali. Sono però interessanti perché definiscono una crescita costante e ponderata nella direzione che ritengo essere giusta.

Sorride Lucrezia, alla brutta broncopolmonite dell’anno scorso in aprile (mamma mia che botta!), alla scelta – discutibilissima, ne ho già parlato – del settore tecnico locale di non convocarla al Criterium Nazionale Cadetti a Cles, sempre nel 2010, come ad altre ‘dimenticanze’ federali. Sorride pure quando le dico che il suo 7:01.4 sui 2000m, alla sua prima uscita quest’anno in pista, è a meno di due secondi dalla migliore prestazione regionale (datata 1997) sulla distanza. Ed un sorriso, quel sorriso, credete a me, dice più del mio cronometro, o di tutti gli altri mille accrocchi digitali che mi porto dietro, in pista o su strada, alla ricerca di chissà quale verità…

martedì 14 giugno 2011

Let's Run For Solidarity

Danilo Tomei è uomo concreto, d’azione. Assieme agli amici del “Let’s Run For Solidarity”, sodalizio podistico di cui è presidente, ha saputo realizzare una straordinaria successione di eventi culturali centrati sulla promozione dell’educazione al movimento e alla corretta pratica dello sport, nel decisivo segmento dell’età evolutiva che va dai 5-6 anni ai 14-15.

Ecco a voi quindi “YES WE RUN”. Leggete bene il documento cliccando sull’url http://www.letsrun.it/letsrun_g0000cc.pdf. Troverete, tra le molte iniziative di pregio (su tutte quella di sensibilizzare i giovanissimi sul delicato tema della donazione degli organi), i motivi che sono solito ripetere, a mo’ di mantra, da qualche anno a questa parte.

Bene. Bravo Danilo. Bravi gli amici del “Let’s Run For Solidarity”. Complimenti ancora per il vostro impegno intelligente e costante. La famiglia cresce, cresce…



venerdì 10 giugno 2011

Big in Japan



Di Tokyo, di quei formidabili giorni di agosto, anno 1991, ricorderò, sopra tutte le altre,  le immagini notturne di una città equorea, evanescente, avvolta dai vapori colorati 'bladerunneriani' delle cucine dei "Don Don", mense per operai, stradini che asfaltavano alle due di notte, mentre la città faceva finta di dormire. E poi c'era la pioggia. E la nebbia. E l'aria condizionata dappertutto.
Passai quasi un mese a Tokyo. A guardare le vetrine dei ristoranti con le copie in plastica dei piatti più gettonati. Macabro. (Macabro e ordinario in Giappone sono facce della stessa medaglia).

Di quei formidabili giorni di agosto ricorderò pure la 20 km di marcia dei Campionati Mondiali di Atletica Leggera. Ero là per la prova di mio fratello. Nel video potete vedermi sgambettare e dare istruzioni, di fianco al gruppo di testa, dopo 13:55 di registrazione. A 3:58/km leggevo la gara, davo istruzioni... Avevo ventisei anni. Bei tempi.