martedì 21 luglio 2009

15:38.96



Qui però un pizzico di esaltazione ci sta pure! Luigi Turilli, sempre sabato scorso a Civitanova Marche, con il crono di 15:38.96 migliora di oltre cinquanta secondi il suo personale sui 5000m. Grazie al suo coraggio, alla sua "testa ben fatta", e ad un generoso Sat, lepre d'eccezione. Grandi ragazzi, grandi...

domenica 19 luglio 2009

3:13.95


Non mi piacciono le celebrazioni, soprattutto quando si tratta di risultati tecnici relativi alle categorie giovanili. Voglio però fare una sorta di strappo alla regola. Sì, perché questa non è una celebrazione ma il riconoscere l’impegno gioioso ed efficace di una ragazzina straordinaria nella sua normalità (qui da me intesa nella sua accezione positiva; un essere nella norma, in equilibrio…). Lucrezia si allena giocando. Basta guardarla quando si riscalda assieme alle sue compagne di allenamento: scherzi, rincorse, risa argentine dentro tre quattro sedute settimanali di training comunque serio, impegnativo.
Ieri Lucrezia Anzideo, tredici anni ancora da compiere, ha corso a Civitanova Marche i 1000m in 3:13.95, arrivando a quasi due secondi dalla migliore prestazione regionale sulla distanza, quel 3:11.2 di Paola Marcucci che regge da circa trentacinque anni.
Brava Lucrezia, sono felice di darti una mano.

venerdì 17 luglio 2009

Ritorni

Mercoledì mattina sono stato a Chieti. Stavolta lo stadio Angelini l’ho visto da fuori. I marciatori, un po’ come i maratoneti, assieme a quelli che lavorano con loro, gli stadi li lasciano sullo sfondo. Il lavoro ‘sporco’, utile, si fa fuori. Mercoledì mattina, dicevo, intorno alle 8.30 ero sul giro di circa settecento metri attorno allo stadio teatino, assieme a Ruggiero D’Ascanio e al ritrovato Sat, fresco reduce dagli ‘ozi’ pavesi. Dovevo controllare Ruggiero, il suo gesto, la sua azione tecnica. A seguire – dopo la giusta razione di chilometri –, dentro il freddo irreale del vicino ipermercato Megalò e davanti ad un bicchiere di acqua tonica, avremmo discusso del da farsi, il prosieguo della preparazione in vista degli Assoluti di Milano.
Che strano lo stadio Angelini visto da fuori, al mattino; d’estate. Surreale l’immagine del signore grasso, seduto e debordante dalla sedia piazzata all’ingresso del sottopasso che porta alla pista. Non so chi sia, ma sono contento di stare per strada, a giocare coi piedi con un coccio di vetro Moretti, in attesa che ripassi Ruggiero. Il signore grasso lo immagino finalmente sereno. Seduto sul limitare di un impianto sportivo fatiscente ma con le tribune lucidate e colorate, non ha passeri da spaventare. Il campo è vuoto.


mercoledì 8 luglio 2009

Go back home

(foto di Fernando Di Clerico)


Via da Chieti, e mi dispiace. Un’opportunità bruciata, ma non voglio rimuginarci troppo sopra. Da quelle parti se non cambia ‘qualcosa’ l’atletica chiuderà nel giro di qualche stagione. Ritorno a Pescara quindi. Ritorno a casa. Un grazie di cuore a Massimiliano Palumbaro per l’aiuto appassionato e concreto che mi sta dando in questi giorni. La ‘mia’ atletica ha un amico in più.

lunedì 6 luglio 2009

Minoranza affatto silenziosa

L’atletica dalle nostre parti conta molte bestie. Tecnici, dirigenti sempre incazzati, con la schiuma alla bocca, cani rabbiosi spelacchiati e ciechi, assediati da un nemico che vedono solo loro, fermi ad un’idea di sport che include l’insulto e la volgarità dei modi. Sono monadi impazzite di un mondo lontano; ci ostiniamo ad accettarli perché ci incuriosisce quel sentimento ambiguo che li costringe al moto perpetuo, ad un pericoloso volontariato compulsivo che qualcuno definisce passione. Quando avremo il coraggio di emarginarli, ecco, solo allora potremo cominciare a parlare di progetti per lo Sport, per l’Atletica.

venerdì 3 luglio 2009

La marcia, i tacchi e le 'suole' mediterranee



(foto dell'amico Fernando Di Clerico)



Martedì ho fatto tilt. Breve riassunto del casino che ho combinato, e qualche altra riflessione a corredo. Arrivo allo stadio in anticipo, in bici, alle 17.20 o giù di lì, il telefono comincia a trillare – cantare sarebbe più corretto: come suoneria c'ho "In My Heart" di Moby –, chi arriva da nord, chi da sud, chi sta già sugli spalti, chi farà qualche minuto di ritardo. Allora salgo sugli spalti, poi riscendo, non vedo nessuno all'ingresso di maratona ed è logico: sono ancora in anticipo sull'appuntamento delle 18.00. Risalgo e lì continuano le telefonate, le pacche sulle spalle di gente che non vedo da una vita. Le 18.00 mi passano davanti senza neanche salutarmi. Alle 18.10 GMak mi scrive un sms: "Io ci sono a scapito dei 200...". Porca di quella miseria. Lo chiamo, mi arrampico sugli specchi, mi scuso. GMak mi maledice soavemente: lui, allenatore coi controbaffi, ex nazionale degli ostacoli alti, grazie a me è riuscito a perdere nell’ordine: 200m (femminili + maschili), 110hs, 400hs. Quando mi raggiunge sulla tribuna arrivi, assieme a sua moglie e sua figlia Gabriella – circa otto mesi e qualche chilo di futura ostacolista – ringrazio il cielo per non aver preso sui denti il carrozzino della piccola. Con me c’è pure Evelina, mia moglie, per la seconda volta dentro uno stadio dopo tredici anni. I records sono fatti per essere battuti.
La marcia tarda un po’, poi parte. E allora tutti giù in strada, su via Pepe, verso il mare. Si passa davanti l’ingresso di maratona, con quaranta minuti di ritardo rispetto all’appuntamento delle 18.00. ‘Recuperiamo’ Valerio, ci tiriamo dietro tutti i ‘miei’ atleti, la mia ‘meglio gioventù’, assieme ai loro genitori. Sembra una specie di processione, una sorta di pellegrinaggio aerobico – per alcuni anaerobico, viste le continue variazioni di ritmo – coi ragazzini a fare caciara, altro che religioso silenzio! Raggiungiamo così il primo dei due giri di boa dell’anello di 2 km, sulla rotatoria all’incrocio di via Pepe con il lungomare. Lì ci fermiamo per vedere un paio di giri di Brugnetti e Rubino. È anche l’occasione per far incontrare Valerio e Carla, la sognatrice; un incontro reale.
Brugnetti, Rubino, lo spagnolo Molina ed il tunisino Sebei ci sfilano davanti al ritmo di 4’06”/km. Decidiamo di spostarci qualche centinaio di metri più avanti, e sistemarci di fronte all’area di rifornimento. Quell’area parla pescarese. Abbraccio Massimiliano e Fabrizio, do il cinque a mio fratello Giovanni. Poi saluto Vittorio e riabbraccio Antonio che ha da poco lanciato un paio di inputs tecnici, precisi ed efficacissimi, ad un Brugnetti davvero elegante ed in palla. Si parla pescarese dicevamo, ma anche lancianese (la mia lingua materna): ci sono Antonio e le marciatrici della Nuova Atletica Lanciano, con Lucia in testa. Lucia che farà il record regionale cadette sui 3000 due giorni dopo a Formia. Lucia che ho il piacere di seguire tecnicamente assieme all’amico Antonio.
Ci raggiungono pure gli amici di Miglianico, Fernando coi figli Andrea e Silvia. Fernando ha un ‘mostro’ della Canon che sputa scatti come sventagliate di kalashnikov. In due picosecondi fa secco il gruppo di testa e poi i vincitori all’arrivo. Un fiume di immagini dentro pochi interminabili istanti. Sue sono le foto di questo post.

A due giri dal termine riprendiamo la via dello stadio. La processione rientra in cattedrale. Giusto il tempo di ri-sistemarci sulla tribuna arrivi, gustare la volata di Brugnetti su Rubino ed applaudire il loro simpaticissimo omaggio al pubblico. GMak sarà di certo a casa, così come sua moglie Giovina e sua figlia Gabriella. Giuro che semmai, tra dodici tredici anni, le venisse voglia di marciare o di correre a lungo io sarò allo stadio ad aspettarla con la passione di sempre. Puntuale però, ché pure i maestri sbagliano, ma mai due volte di seguito. Giuro.