giovedì 28 febbraio 2008

Il Cus Atletica Chieti c'è!























Il Cus Chieti Atletica c’è. C’è nei meravigliosi progressi di Giorgia Di Lallo, cadetta, al suo primo titolo regionale nel cross (a l’Aquila, domenica scorsa), pronta a difendere i colori dell’Abruzzo nel Criterium Nazionale Cadetti/e il 16 marzo prossimo a Carpi (MO). C’è nelle falcate leggere di Micaela D’Ambrosio, prima nelle esordienti A, e di Chiara Sammassimo, terza sempre tra le esordienti A. E poi Lucrezia Anzideo, terza tra le Ragazze (lei che è al primo anno di categoria), Lorenzo Sammassimo, cadetto, cresciuto tanto fino a portarsi a ridosso dei tre migliori cadetti abruzzesi, che rappresentano anche la crema del mezzofondo nazionale di questa categoria. E poi Luca Di Muzio, Manuel Esposito, cadetti anche loro e pure loro a qualche passo dai primi.

Il Cus Chieti Atletica c’è.

martedì 5 febbraio 2008

Levrieri africani e pitbulls nostrani

















In alto, un momento della 76^ edizione della Cinquemulini. In basso, Saturnino Palombo, Cus Chieti Atletica, seguito da Andrea Santurbano dell'Atletica 2000, nelle fasi finali del Campionato Regionale di Cross 2008.


L’eritreo Tadese è la nemesi perfetta dell’ex connazionale Kenenisa Bekele, etiope campione olimpico e mondiale, nonché primatista del mondo dei 5.000 e 10.000m. Campione del mondo di mezza maratona e di cross, Tadese ha vinto l’altro ieri la 76^ edizione della classicissima Cinquemulini, 10 km e rotti di fango vero e fatica d’altri tempi. Mi ha impressionato la sua capacità di reiterare attacchi e cambi di ritmo su ritmi già “marziani” (correre a 3’00”/km col fango fin sulle caviglie...), di piegare la maschera impassibile e veloce del keniano Kipchoge, anche lui in forma strepitosa tanto che, intorno al 7° km, ho pensato potesse far secco l’eritreo.
In somma, quella che si dice una gara al sugo di pesce.

Le immagini della Cinquemulini erano successive a quelle più “umane” del nostro Campionato Regionale Individuale di Corsa Campestre, un paio d’ore prima. Queste le ho vissute in “presa diretta”, in quel di Spoltore (PE), zona Arca, senza telecomando in mano né divano sotto le terga. Di fango ce n’era poco, ma il percorso era duro; in molti punti nervoso. Ero lì per sostenere innanzitutto i miei due “trattori” del Cus Chieti Atletica, Flavio Di Bartolomeo e Saturnino Palombo. Runners grintosi e in forte ripresa, giunti nell’ordine sesto e settimo. Per carità atleti umani, molto umani; non levrieri africani. Trovo comunque soddisfazione nel vederli braccare da vicino alcuni pitbulls nostrani. Se son rose...

venerdì 1 febbraio 2008

Lasciamo correre



Insegno a Pescara, in un quartiere di quelli “difficili”. A volte mi succedono cose incredibili. Vi racconto l’ultima. Ieri ho portato i miei bambini in cortile. Si faceva l’esperienza di una corsa a perdifiato sul perimetro della scuola (263m, misurati con la ruota metrica che ho sempre con me in auto). Nell’ora precedente, quella di scienze, avevamo parlato di fatica muscolare, di velocità e resistenza, di “benzine” diverse. Quale occasione migliore della successiva ora di motoria, per “spiegare” dal vivo nozioni altrimenti astruse? E quindi, tutti in cortile. Io stavo col cronometro sulla linea di partenza (un tombino); due bimbi, carta e penna, registravano i singoli tempi. Tutti gli alunni, a turno, si sono cimentati nell’impresa. Alla fine, come da copione, hanno fatto correre pure me. Ero il Giovanni Storti (cfr. il trio Aldo, Giovanni e Giacomo) di “Tre uomini e una gamba”; quello della sfida a braccio di ferro con un bimbo di sei anni. I miei di anni ne hanno quasi undici, ma la sostanza non cambia.
Sono un agonista di merda e siccome sono pure il loro maestro ho tirato da pazzi. Sembravo Steve Ovett nella finale degli 800m ai Giochi Olimpici di Mosca. Qualche minuto dopo eravamo tutti in classe, sfiatati come mantici bucati, ma felici. La bidella no. Col viso uno straccio mi fa: “Mae’, pensavo finisse male. Ero alla finestra e l’ho vista passare di corsa, come un matto. Dietro di lei, per strada, sfrecciava una pattuglia dei carabinieri. Più avanti dei ragazzi che scappavano. Ho pensato potessero spararle”.