martedì 26 ottobre 2010
Tempo di sondaggi
Eccoci al voto. Non ve l'aspettavate vero? E invece... Dai, fatevi - facciamoci, voterò pure io - sentire. Magari gli esiti di questa mia rozza ricerca digitale per qualcuno saranno acqua fresca. Magari per qualcun altro no. Grazie anticipatamente della collaborazione.
sabato 23 ottobre 2010
(Fanta)petizione per commenti
"Ma sia questa realtà o sogno, una sola cosa importa: agire bene; se è realtà, perché lo è, e se no, per acquistare amici per il momento del risveglio".
(Pedro Calderón de la Barca)
Facciamo un gioco. Un gioco grottesco – ché il grottesco piace tanto a grandi e piccini – di fantatletica in salsa abruzzese. Facciamo finta che, dalle nostre parti, il settore tecnico regionale dell’atletica leggera abbia cominciato l’anno agonistico 2010 vagheggiando poli tecnici di eccellenza (ovvero Scuole di questa e/o quell’altra disciplina o settore) e progetti mirabolanti e poi, dopo un lungo e imbarazzante silenzio, abbia mestamente lasciato cadere la cosa…
(Pedro Calderón de la Barca)
Facciamo un gioco. Un gioco grottesco – ché il grottesco piace tanto a grandi e piccini – di fantatletica in salsa abruzzese. Facciamo finta che, dalle nostre parti, il settore tecnico regionale dell’atletica leggera abbia cominciato l’anno agonistico 2010 vagheggiando poli tecnici di eccellenza (ovvero Scuole di questa e/o quell’altra disciplina o settore) e progetti mirabolanti e poi, dopo un lungo e imbarazzante silenzio, abbia mestamente lasciato cadere la cosa…
Facciamo finta pure che, quello stesso settore tecnico, abbia dimostrato in più di un’occasione, sempre quest’anno, di non conoscere tempi e misure di alcuni (molti?) dei propri migliori atleti, convocando e ‘sconvocando’ (grottesco neologismo coniato all’uopo), ogni qual volta c’era una rappresentativa da comporre, ora questo ora quello, secondo criteri non scritti e imperscrutabili.
Con un ulteriore sforzo di fantasia (tenete duro lettori, vi prego) immaginate miniraduni tecnici per valutare la condizione atletica di atleti già esclusi ufficialmente dalla rappresentativa regionale per un criterium nazionale. Cercate pure di figurarvi le facce e l’allegria di quegli stessi atleti – coi loro tecnici e familiari – dopo essersi pagati benzina e tutto il resto (giornata persa e calcio in culo inclusi).
Vellicate ancora un pochino l’immaginazione, o lettori, pensando a campionati di società di corsa con un giro in meno passati per buoni, a competizioni mai più ripetute e classifiche nazionali falsate (con quello che costano alle società gli atleti in trasferta!).
E continuate a far andare il cervello in alfa sognando raduni tecnici come colonie estive, e fiduciari tecnici ‘sfiduciati’ a loro insaputa e ancora, ancora, ancora…
Bene. Il gioco è quasi finito, lettori. Commentate in massa, sempre giocando con la fantasia s’intende, fornendo una vostra interpretazione di questo ‘fantastico’ anno federale. Chissà che la fantasia, appunto, non possa correre in soccorso, una volta di più, della realtà.
Etichette:
Atletica Leggera,
Fidal Abruzzo
giovedì 21 ottobre 2010
Föra di ball
Adesso dallo Stadio Adriatico ci buttano fuori alle sei del pomeriggio. Via dalle balle del ‘tartan’, senza troppi complimenti! (Un camioncino minaccioso fa due giri del campo per ricordarcelo). La doccia dura quasi più dell’allenamento. Con le docce non si cresce (marciatori e corridori non sono cocomeri). Ieri, finiti gli esercizi di tecnica e di rafforzamento muscolare, c’è stato giusto il tempo di correrci (e marciarci) su qualche chilometro. Roba buona per fare attività ricreative, non proprio fitness.
Così non verranno mai fuori Atleti, corridori e marciatori. Solo cocomeri e pomodori, ma a tempo debito (ché per gli ortaggi c’è bisogno del sole giusto). Forse ho capito perché dalle nostre parti molti preferiscono preparare gli 800m.
A fare Atletica (Atletica Abruzzese), non fitness, si è rimasti in pochi. I miei ‘picciriddi’ sanno già che gran parte della loro fatica necessaria si svolgerà fuori dagli orari part time del catino azzurro (È da un po’ che mi aggiro per altri sentieri, accompagnato dal rassicurante cigolare della fedele ruota metrica).
L’Atletica ha bisogno di tempi lunghi. Tutto il resto è pilates alla buona, per ortaggi in attesa di un altro sole.
sabato 16 ottobre 2010
Geremiadi di fine stagione
“Si collabora e, quindi, ammettendo l'uso e la conoscenza di qualcosa, si ha uno sconto, ma nessuna vergogna si appalesa nelle parole che ho sentito stamane...
Sai che ti dico, Mario...no, non te lo dico...mi vergogno solo di averlo pensato”. (GMak, su Opinioni Aerobiche, 16 ottobre 2010)
“Molti corridori dovrebbero fare silenzio invece di lamentarsi per le dichiarazioni di Ettore Torri sul doping nel ciclismo. Non saranno tutti dopati, certamente. Ma molti, moltissimi sì. Oggi come oggi vincere a pane e acqua è difficilissimo, non dico impossibile, ma quasi. Specie nelle grandi corse a tappe”. (Pierino Gavazzi, da www.sportpro.it, 10 ottobre 2010)
“[…] Se non fosse dannoso per la salute degli atleti, il doping andrebbe legalizzato. Non sono l'unico a dirlo, ultimamente tutti i ciclisti che ho interrogato hanno ammesso l'uso di sostanze proibite". (Ettore Torri, 5 ottobre 2010)
Lamentazioni aerobiche, oggi. Le mie. Forse vi annoieranno, ma io le scrivo lo stesso (c’è sempre la “X” nell’angolo in alto a destra del browser: il tempo di un “clic” e siete già altrove). Butto quindi un po’ di pensieri intorno al doping, allo sport – più specificamente nella variante “Atletica” –, alla Cultura, sportiva e non. Sono pensieri nomadici, non proprio riflessioni, qualcosa di ancora magmatico che scrivo di getto perché un blog, almeno il mio, può funzionare pure così.
Il doping, si diceva. Storia vecchia quanto l’uomo. Storia di interessi milionari (o miliardari) e di gretta ignoranza. Di nevrosi antiche e moderne. Di ingiustizia, reale o percepita. Sì, perché le infinite narrazioni del doping possono pure originare dalla disperazione di poveri cristi persi nel miraggio salvifico di una ‘terapia’ inevitabile. Faust oggi è un povero disoccupato, con moglie e figli a carico.
Torri dichiara: “Più lavoro in questo campo e più mi meraviglio della diffusione del doping. Non credo che il doping verrà estirpato”. E ancora: “[…] Se non fosse dannoso per la salute degli atleti, il doping andrebbe legalizzato. Non sono l'unico a dirlo, ultimamente tutti i ciclisti che ho interrogato hanno ammesso l'uso di sostanze proibite". E a molti cadono le braccia.
Non ho ricette buone per estirpare l’annosa e purulenta piaga. Forse neanche per lenirla un filo. Dal canto mio cerco di portare avanti l’impegno di sempre: coi bambini e le loro famiglie, a scuola; coi ragazzi e gli adulti al campo di atletica e per strada. Continuo a studiare, a produrre progetti insieme ad altri compagni di viaggio (cliccare qui), a dubitare… Qualcosa potrebbe cambiare. Oppure no.
domenica 10 ottobre 2010
Cles val bene una faccia
Quasi sette ore di viaggio ed eccomi a Cles, con gli amici Adriano e Lidia. Appena arrivati in albergo mi sorprendono le espressioni di certe facce. Stupore misto a disappunto (boh, valle a capire quelle facce!). Maschere ufficiali, di un'atletica che, francamente, capisco sempre meno. Io che non sono ufficiale e che tengo da sempre per il soldato semplice Nemecsek, sorrido, e aspetto con ansia i pochi raggi di sole che domani vorrà concederci questo scampolo di trentino nebbioso. Freddo umido in Val di Sole. Dentro, in albergo, c'è più nebbia che fuori. (Per fortuna ci sono i Cadetti dei Campionati Italiani di Atletica Leggera a scaldare l'ambiente; il loro casino gioioso che rimbalza da una stanza all'altra dell'albergo, stride con le espressioni surreali di facce adulte, perse dentro smorfie involontariamente comiche, presaghe di casini per niente gioiosi).
giovedì 7 ottobre 2010
Volontà
Sia lode alla volontà. Gisella Orsini è la volontà. Di seguito due video. Il primo ha diciotto anni. Era il 1992. Location: lo Stadio Adriatico di Pescara; la gara: forse un campionato regionale assoluto, sulla distanza dei 3 km. Non importa. Gisella ha poco più di vent’anni, qualche chiletto di troppo e la testa che cerca le scarpe ad ogni appoggio. Marcia ancora ‘poco’ (70 km a settimana quando le va bene), studia (e tanto) filosofia e quel filo di pinguedine ci sta tutto. In sottofondo ci sono io a darle i passaggi.
Il secondo video è del 2005. Gis ha quasi trentaquattro anni. Credo sia il miglior 5000m in pista della sua lunghissima carriera, per condotta di gara, superiorità atletica (21:55, andando via quando ha voluto), fluidità del gesto atletico.
Gisella ha dimostrato al mondo di andar forte – davvero forte – quando, generalmente, altri hanno già appeso le scarpette al chiodo. È la forza della volontà. E dell’intelligenza.
Etichette:
Gisella Orsini,
marcia atletica
Iscriviti a:
Post (Atom)