martedì 17 marzo 2009

Federico Gasbarri e la gara perfetta

Si scrive di sport vero stavolta. Niente incursioni letterarie da quattro soldi.
Federico Gasbarri è il nuovo Campione d’Italia Cadetti di Corsa Campestre. A Porto Potenza Picena (MC), domenica, ha messo il petto davanti al futuro del mezzofondo giovanile italiano, senza paura e con l’intelligenza tattica del Cova degli anni migliori (lui che ha solo quindici anni).
Sì, Federico mi ha emozionato. Mi ha colpito la sua strenua volontà di vittoria, quell’andare a meta consumando l’ultima stilla di energia sulla linea del traguardo, non un centimetro prima, né uno dopo. È il successo del talento individuale, il suo, ma anche dell’abnegazione silenziosa, dell’impegno quotidiano, religioso e collettivo, proprio di una comunità morale a cui sento di appartenere, con orgoglio. Federico ha vinto per se stesso e la sua famiglia, per l'allenatore Carlo Piersante, per l’Abruzzo, terza regione nella classifica a squadre Cadetti e quarta nella combinata Cadetti-Cadette, e per la sua società, la Falco Azzurro Carichieti. Una domanda: quanto vale il successo di un giovanissimo mezzofondista che non ha un campo d’atletica dove allenarsi?

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Un grande risultato è vero, Federico è campione d'Italia e merita questo successo per tutti i sacrifici fatti da lui e dal suo allenatore Carlo Piersante.
Altrettanto tu sei un campione caro Mario, per l'alta sportività che da sempre dimostri, commentando la vittoria di un ragazzo non tuo allievo.

Non è una dote comune a tutti in questo mondo di eccessivi campanilismi.

Anonimo ha detto...

i risultati non si mistificano e chi ama lo sport non ha bandiere...

riprendo lo spunto di Mario per segnalare che oggi, su un giornale a tiratura nazionale, nell'edizione locale un tale presidente del calcio si è "dimesso simbolicamente" perchè - causa partita di rugby della Nazionale all'Angelini- la sua squadra è costretta ad allenarsi in campetti di provincia, precludendosi probabilmente la possibilità di poter accedere ai play off...e lui, quale presidente lo ha saputo solo or ora..POVERINO. Non sono caduto dal letto, è così.
Suggerisco una statua ciascuno a chi quotidianamente si sobbarca sacrifici enormi sia per raggiungere le vette di Federico sia solo per confrontarsi con se stesso ...in un campo di atletica che tale è solo di nome: su nove miei atletucci 7 hanno accusato e accusano problemi tendinei persistenti...
BENVENGA IL RUGBY TUTTI I GIORNI DELL'ANNO.

GMak.
Sorry Mario...mi sono infervorato..

Marius ha detto...

Intervento assai pertinente, GMak. Ricordo che a Pescara, molti anni fa, impedivano ai ragazzini di correre sull'erba all'esterno del campo di gioco. Il motivo: correndo i pupi avrebbero prodotto buchi dove certe ballerine (calciatori?) avrebbero potuto procurarsi distorsioni.
Suggestivo. Inquietante.

Tornando alle cose belle dell'atletica: il risultato di Federico è un valore che va al di là di ogni fragile steccato o canottiera. Non riconoscere questa evidenza ci ha ridotti al punto in cui siamo. Forse però, qualcosa si muove...

un saluto a tutti. mario

Anonimo ha detto...

E pensare che lunedì sera, a poco più di 24h dalla sua vittoria, mentre noi stavamo sugli spalti a festeggiare il suo risultato mangiando e bevendo, lui era di nuovo in pista ad allenarsi come se fosse uno dei tanti, come se fosse un giorno qualsiasi...
Meriterebbe un'altra medaglia solamente per questo.
Grande Derik (ormai è il nome d'arte) e grazie ancora.

Nunzio

Marius ha detto...

Caro Nunzio,

lo stigma del campione è proprio là. Certo, Federico è giovanissimo, comincia praticamente oggi ma, se c'è una qualità, sopra ogni altra, che può essere garanzia di successo (la bontà dei garretti la diamo per assodata) è proprio la dedizione assoluta, religiosa, alla 'liturgia' dell'allenamento. Per Federico quello di lunedì scorso non è stato il giorno dopo la vittoria, ma il primo allenamento verso la prossima competizione. Loro vivono così.

un saluto. mario