Dai, pensiamo alle cose serie! Ecco, in alto, il programma orario del Meeting di Giulianova, che si svolgerà sabato 16 luglio. Essendo uno e non trino, vi parteciperò (con tre miei atleti), 'saltando Macerata e Civitanova Marche (il Trofeo Maxicar; anche lì ho due atleti, sigh!). Telepaticamente (va di moda) e telefonicamente sarò però collegato con Macerata dove gareggeranno due mie marciatrici (Erika e Giulia). Ah, dimenticavo: l'ottimo Luigi Chiodi, patron della manifestazione giuliese, assieme agli amici dell'Ecologica G, ha provveduto a sostituire i 2000m di marcia Ragazzi/e con un 1000m di corsa, per le stesse categorie. Ancora un grazie di cuore agli organizzatori. Portate pazienza pure voi, un anno passa presto...
1 commento:
Ormai è diventata regola costante: o non ci sono gare o si accavallano, costringendo a scelte obbligate. Purtroppo non c’è molto collegamento tra organizzatori. Ognuno sceglie la sua data, ma non si cerca, di fatto, un vero coordinamento tra gli eventi. Però bisogna riconoscere che, anche se in maniera improvvisata, stanno crescendo, per numero e qualità, le manifestazioni. E il fatto è già di per sé un segnale positivo, sebbene sia auspicabile la stesura di un calendario gare in grado di relazionare le regioni limitrofe (Abruzzo e Marche in primis, ma anche Molise, Umbria, Puglia garganica e Lazio, sebbene quest’ultima regione sia autonoma ed autosufficiente).
Si tratta di questione vecchia, che abbiamo già affrontato. Ma dai e dai, qualcosa sembra muoversi.
Passando ad altro, ieri sera facevo un giro su facebook e visionavo il video pubblicato dal sempre attento Augusteve, relativo alla finale degli 800 metri ai mondiali allievi di Lille.
Anche qui si ripete una questione annosa, che, però, offre sempre parecchi spunti di lamentela.
Nella finale degli 800 si registrano tempi esagerati. Tre atleti – Kenyaa, Etiopia, Kenya – chiudono sotto il muro dell’1’45” (per il primo, che ha condotto una gara alla Rudisha, sempre in testa e senza bisogno di alcun cambio, passaggi da brividi: 24”6 ai 200, 50”85 a metà gara, 1’17”7 ai 600 e chiusura in 26”38 per un tempo finale di 1’44”08). Il quarto ha chiuso “soltanto” in 1’46”, ma si presentava al via con un accredito da 1’45”7.
Insomma, per dei diciassettenni – se non addirittura sedicenni – si tratta di tempi assurdi, di livello mondiale (basti pensare che l’altra sera a Birmingham, in Diamond League, ha vinto uno statunitense che, rivedremo ai mondiali di Daegu, in 1’45”26, peraltro su un irriconoscibile Yury Borzakovski). E alla fine non possono non tornare i soliti dubbi anagrafici (Luca Vandi commentava simpaticamente “se so persi i passaporti”). È vero che gli africani, per varie ragioni (fame, altura, chilometri, concorrenza), hanno uno sviluppo più precoce dei nostri. Ma sembra proprio che si stia esagerando, anche perché diversi atleti, pur presentandosi con accrediti significativi (1’47” e 1’49”), sono stati capaci di miglioramenti considerevoli, migliorando anche di 2/4”.
Ma ci sono anche altri risultati notevoli.
Nei 2.000 siepi si è vinto in 5’28” (tra le donne 6’16”, ma con un passaggio suicida da 2’58”), mentre sui 3.000 piani maschili volatone a tre, con un podio tutto a 7’40” (record dei campionati). Nei 3.000 femminili 8’56” il finale, ma ultimo chilometro in 2’51”.
Vorrei chiudere, però, con una nota più che positiva per i colori nostrani. Sui 1.500 uomini, vittoria in 3’39”, ma nono posto per uno splendido Lorenzo Dini con 3’48” e quarta prestazione italiana di categoria (la migliore resta quella del compianto Cosimo Caliandro). A conferma che anche i nostri sono in grado di farsi valere.
Mi chiedo. Sono davvero necessarie queste competizioni internazionali tra giovanissimi?
Tutto sommato, propendo per il sì. Però si rischia di mortificare i nostri, i quali prima si galvanizzano per la qualificazione, ma poi sono costretti a subire un confronto talvolta impietoso.
Un saluto.
Sat
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