mercoledì 22 ottobre 2008

Antidoping a tempo determinato

Il presidente dell'UCI (Unione Ciclistica Internazionale) Pat McQuaid si è detto contrario ai nuovi test retroattivi sul C.e.r.a (EPO di terza generazione). "Preferiamo guardare avanti, non indietro" ha dichiarato in un'intervista all'Associated Press. E dire che il laboratorio francese di Chatenay-Malabry, in una "ricognizione" su alcuni dei campioni relativi all'ultimo Tour de France, pare abbia riscontrato nuove positività proprio al C.e.r.a. Guarda un po' tu!
Sembra sia proprio una lotta impari. Dal canto mio stasera posso reagire solo con una mia favola metropolitana, cavata fuori da una raccolta di circa settanta altre amenità del genere, che prima o poi deciderò di pubblicare. Buona lettura.

Il manzo ipertrofico


Stavo bene/per voler star meglio/sono qui
Epitaffio su una tomba

Un simpatico bovino di Giulianova, assiduo frequentatore della palestra “Il pettorale striato” di Tortoreto Lido, giocava a far guizzare i suoi bicipiti davanti alla vetrina di una macelleria.
– Chissà se sono cresciuto – si chiedeva con apprensione il giovane manzo.
– Mi sembra di avere gli addominali un po’ appannati – rifletteva ad alta voce, con preoccupazione.
Il destino di un manzo così bello finì dritto dritto sulla tavola di un giovane muratore di Notaresco.
Sul suo piatto come secondo, ciò che restava, in forma di scamone, dell’ipermuscolato bovino.
– Ma guarda ‘sta carne, dopo la cottura è diventata la metà – diceva sorridendo tra sé e sé il giovane.
– Mi sa che per mantenere ‘sto fisico prima di andare in palestra passo da Gino il farmacista –.
Uscendo di casa diede un’occhiata allo specchio dell’ingresso: – Chissà se sono cresciuto – si chiedeva con apprensione il giovane…

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Mario,

come non stare dalla parte del simpaticissimo Pat?
Le sue ragioni sono davvero ineccepibili.
«Dal punto di vista dell'Uci, preferiamo guardare avanti e non indietro. Dire automaticamente ok, prendiamo tutti i campioni del Tour del 2007 e controlliamoli sarebbe futile, costoso e non servirà alla battaglia di oggi contro il doping. Se andiamo a ridiscutere i podi dei grandi giri negli ultimi due o tre anni, cercando nuovi test per nuovi prodotti, andremo incontro alla parodia dello sport. Il Giro d'Italia è finito da cinque mesi, non so nemmeno se i campioni siano ancora validi, se siano stati conservati nella giusta maniera. E' molto difficile scovare il Cera nei campioni di urine, non so che situazione ci sia nei campioni di sangue. Come ho già detto preferisco guardare avanti piuttosto che indietro».

Capito? Sarebbe futile (perché?), costoso (forse) e non servirà alla battaglia antidoping (ari-perché?).
L’idea di “ritoccare” i podi degli ultimi grandi giri darebbe vita alla parodia dello sport. L’affermazione, seppur ridicola, possiede un certo qual fondo di verità, se si pensa che negli ultimi grandi giri abbiamo già assistito a squalifiche del giorno dopo e riscritture del podio a competizione terminata (nel 2006 sono stati squalificati il vincitore del Giro, Ivan Basso, e quello del Tour, Floyd Landis, oltre a Rumsas, giunto sorprendentemente terzo; pochi giorni fa è stato trovato positivo alla Cera anche l’austriaco Bernhard Kohl, rivelazione del Tour di quest’anno, nel quale era giunto terzo). E molti hanno lasciato aperti parecchi sospetti sul loro conto (uno su tutti Alberto Contador, il quale, pur maglia gialla del 2007, è stato “invitato” a non partecipare al Tour del 2008).
E allora bravo Pat! Meglio lasciare le cose come stanno, senza andare a fondo nei controlli... Altrimenti l’anno prossimo il povero Armstrong – guarda caso anche lui si è espresso in senso contrario alla riapertura delle sacche di sangue delle edizioni passate della Grande Boucle – correrà da solo, perché tutti i rivali appena appena competitivi (e sono rimasti davvero in pochi) saranno già stati squalificati. Beh, eccezion fatta per Ivan Basso, ingiustamente coinvolto nell’ “operacion Puerto” e tenuto a riposo due anni, a suo dire, per “tentato doping” (sai, la farmacia che si portava dietro la teneva solo per abbellimento, ma senza farne affatto uso...).

Il Presidente dell’UCI si inventa anche esperto di medicina, dicendo che non sa se i campioni siano stati conservati nella maniera giusta e siano ancora validi.
Figuriamoci! Con quello che è accaduto negli ultimi anni, vuoi che i campioni non siano stati conservati tutti alla perfezione?
Quante sciocchezze...
E cosa risponderà McQuaid al patron dell’ “Amore e vita – Mc Donald’s”, Ivano Fanini, il quale si è già fatto avanti, dicendo che se l’UCI non può o non vuole effettuare i test, si impegnerà a trovare una cordata di sponsor disposta a pagare i controlli retroattivi?

Il problema è che l’anno passato è stato un eccidio. A parte che veri campioni non ne ho proprio visti, tutti gli atleti protagonisti delle azioni più entusiasmanti (Sella, Riccò, Schumacher, Piepoli) sono stati pizzicati all’antidoping. E si tratta di un copione già scritto che si ripete puntualmente ormai da troppo tempo.

Senza dilungarmi oltre sul ciclismo, vorrei solo porre l’attenzione su una vicenda analoga che si sta verificando nell’atletica.
Si legge sul sito Fidal che la federazione russa ha commutato in squalifiche le sospensioni provvisorie inflitte al gruppo di atlete fermate prima dei Giochi Olimpici, ossia Yelena Soboleva, Yuliya Fomenko-Chizenko, Tatyana Tomashova, Darya Pishchalnikova, Svetlana Cherkasova, Olga Yegorova e Gulfiya Khanafeyeva. Le atlete non sono mai state testate positive, ma sono state sospese per la sostituzione fraudolenta dei campioni di urine destinate ai controlli antidoping, come emerso dai controlli comparativi di DNA eseguiti dalla IAAF.
A questo punto, se la IAAF confermerà il verdetto della federazione russa, gli effetti più importanti saranno la cancellazione di due record del mondo indoor (1500 metri) della Soboleva, del suo oro indoor di Valencia e dell'argento di Osaka. Per la Fomenko, la conseguenza sarà la perdita dell'argento di Valencia. Per la martellista Khanafeyeva si prospetta il ritiro della medaglia d'argento ai Giochi Mondiali Militari di Hyderabad (con conseguente passaggio di Ester Balassini all'attribuzione dell'argento e di Clarissa Claretti a quella della medaglia di bronzo).
Il problema è che si verrà a creare un nuovo podio comunque assurdo. Eh sì, perché, paradossale ma vero, la perdita dell'argento di Osaka da parte della Soboleva comporterebbe l'ingresso in zona-medaglia della bulgara Yordanova, che solo pochi giorni fa è stata sospesa dalla federazione di Sofia per doping, e per la quale si attende l'ultima parola da parte della IAAf. Non solo: la Yordanova acquisirebbe anche il bronzo mondiale indoor 2008, per effetto delle sospensioni delle prime due classificate, Soboleva e Fomenko.
Praticamente conquisterebbe due medaglie un’atleta che a sua volta si trova nelle stesse condizione delle altre.
Un po’ lo stesso caso di Marion Jones, che restituisce la medaglia d’oro di Sidney 2000 sui 100 metri per consegnarla alla greca Ekaterini Thanou, squalificata a sua volta ad Atene 2004 per essersi sottratta ai controlli.

Concludo. Ma è mai possibile una cosa simile?
Chiedo perdono per la lunghezza dell’intervento.

Saluti.
Sat

P.S.: ultima news dal mondo. Rachid Kisri, che ricorderete aver vinto a Pescara la mezza maratona, ha chiuso al quarto posto la maratona di Pechino in 2h11’31”.

Marius ha detto...

Rachid Kisri 2:11:31 a Pechino? Era sicuramente più corta. Me l'ha detto un amatore che fa le omologazioni dei percorsi correndo a 4'00"/km... Pure lui era a Pechino, ingaggiato con 2 kg di riso saltato e una bottiglia di grappa alla rosa.

buongiorno. mario

Anonimo ha detto...

Ah Ah! Buona questa!
Peccato l'abbia letta soltanto ora, altrimenti avrei iniziato meglio la giornata.

Un saluto.
Sat

Anonimo ha detto...

Ma che casino! A leggere il commento di Sat ad un certo punto ho avuto le vertigini! Non certo per i contenuti, sempre puntuali, ma per il frantumarsi ad uno ad uno dei volti dei grandi atleti che mi tengono incollata al televisore per “adrenalinarmi” con ciascuna performance.
Il problema è sempre umano, risiede nella coscienza di ciascuno, soprattutto dell’atleta che, secondo me, non ignora ciò a cui va incontro se compie certe scelte! Decide lui cosa fare della propria vita, proprio come il bovino di Giulianova e il muratore di Notaresco.
Ah si Mario, anch’io penso che Pechino era più corta…. si… si … ne sono sempre più convinta.
Ciao
Carla

Anonimo ha detto...

Ciao sognatrice!

Mi spiace averti fatto venire le vertigini.
Non è che io non mi esalti di fronte a certe performance. E neppure che sia così sprovveduto da criticare certi atleti con superficialità, senza riconoscere che dietro determinate prestazioni vi siano sempre spirito di sacrificio e voglia di lavorare.
Anzi, alle volte mi viene da pensare che, tutto sommato, i valori in gioco non vengano alterati più di tanto, perché se si tratta - come è facile ipotizzare - di pratiche generalizzate, alla fine vince comunque il più forte.
In realtà, poi mi rendo conto che un discorso del genere non ha senso, perché significherebbe piegare la testa di fronte ad una "malattia" dello sport, quasi a riconoscere la ineluttabilità delle pratiche dopanti...

Diciamo che la cosa che mi infastidisce di più è la falsità di molti, che a parole si producono in dichiarazioni altisonanti e battagliere e poi, nei fatti, dimostrano tutte le debolezze dell'indole umana, cedendo alle lusinghe di vittorie effimere e di guadagni ingenti.
Tutto qui.
Quando un atleta che mi ha divertito ed esaltato, viene pescato positivo ad un controllo antidoping - con obiettivo fondamento scientifico - e, per tutta risposta, si professa estraneo ad ogni coinvolgimento e cerca di negare l'evidenza, mi sento tradito e mi si smorza l'entusiasmo.
Chiaramente non è possibile sospettare di tutti e, fino a prova contraria, considero tutti innocenti e non colpevoli.
Tutti gli esempi si riferiscono a corridori la cui positività è stata effettivamente riscontrata, con l'unica eccezione del Contador, sul quale mi limito a riportare la decisione e i sospetti degli organizzatori francesi.

Ciò premesso, continuerò a fare il tifo per i grandi campioni, sperando che le loro vittorie vengano conseguite nel rispetto delle regole e non al di là di esse.

A presto.
Sat