venerdì 17 ottobre 2008

Scuola al trancio

Il blog è a marca podistica, è vero, ma io sono un insegnante e vi confesso che sto un tantino preoccupato. Forse dovrei salvare il posto (ho un contratto a tempo indeterminato dal ’99), ma non ne sono così sicuro. Gaber diceva che il ministero della pubblica istruzione per numero di dipendenti non è secondo neanche all’esercito statunitense. E aveva ragione. Ma qui si taglia e basta, senza nessun valido criterio pedagogico. Solo crude ragioni di cassa.
La ministra Gelmini dice che si stanno diffondendo notizie false e tendenziose, che i tagli saranno “dolci”, che il tempo pieno non verrà toccato... Io però sono abituato a credere nella verità dei numeri. Giudicate voi leggendo la tabella qui in basso (sono i tagli alla scuola pubblica in milioni di euro).



7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Mario, la scuola è finita? E già, forse è proprio vero. Si potrebbe anche accettare una riforma auspicabile, doverosa in nome della società che cambia, del progresso, dello sviluppo (ahimè), ma non certamente ancora tagli. Il tagliare non riforma alcunchè, semmai peggiora una situazione scolastica già malconcia. Il taglio nella scuola è ormai prassi trasversale, moda quasi, da destra a sinistra. Ma questi risparmi serviranno poi ad acquistare attrezzature tecniche scolastiche? Ad ammodernare strutture fatiscienti? A premiare una vera produttività? Ad investire nello sport scolastico??? Oddio cosa ho detto: Sport! parola usata solo per riempire pagine della Gazzetta dello Sport il giorno successivo alle disfatte sportive. No non serviranno a tutto ciò.
Tuttavia, mi fa molto pensare, anzi mi provoca quasi pelle d'oca, l'essere cittadino di un paese dove in questi giorni è stata approvata una legge per istituire classi separate per stranieri...
Io su quella lavagna scriverei che questo paese è finito e non basta certo un campionato del mondo di calcio a salvarci. Buonanotte

Marius ha detto...

Grande Marco,
fa un piacerone rileggerti. Che sia un periodaccio per tutti non lo penso solo io (la realtà parla abbastanza chiaro). Ti confesso però che addosso, da un po', ho strane sensazioni e non è ansia da inizio millennio. Paradossalmente è proprio lo sport a sostenermi; quello praticato e quello che faccio praticare. È una specie di rivolta, anzi, resistenza...

un abbraccio. mario

Anonimo ha detto...

Caro Mario,

non ti preoccupare per il post "alternativo".
Vorrà dire che se non funziona il blog "aerobico", potrai aprire con successo un forum di tribuna politica...
Ad ogni modo si tratta di una questione calda e di estrema attualità, che presenta notevoli risvolti umani e sociali.
Prendo spunto dal tuo intervento per un paio di brevissime riflessioni (visto che sono stato bacchettato da Renzo per l'eccessiva prolissità...).

Negli ultimi giorni stiamo assistendo ad uno spettacolo davvero preoccupante.
Con la riforma Moratti pareva si fosse toccato il fondo. Tuttavia l'attuale governo, ben armato di pala, ha ripreso gli scavi.
Senza mettermi nei panni del sindacalista - veste che proprio non fa parte del mio guardaroba - direi che due sono le novità che, più di tutte, fanno rabbrividire:
1) i tagli colossali che ci hai sottoposto all'attenzione (ho sentito di stime che parlano di riduzione del personale per oltre 83.000 posti!), con il connesso ritorno al maestro unico;
2)le classi separate.

Quest'ultima soluzione, oltre che raccapricciante, offensiva e discriminatoria, è del tutto anacronistica e ci ha fatto fare non un passo indietro, ma un pieno tuffo nel passato più remoto.
Ed in questo splendido "back to the past" (in cui, purtroppo, il protagonista non è Michael J. Fox) non potevano cereto mancare la riesumazione di una figura ormai bella che trapassata - il maestro unico, abolito da una ventina di anni - ed un taglio secco e generoso agli investimenti scolastici, di cui nemmeno il compianto Quintino Sella sarebbe stato capace.

Il problema è che la scuola è da troppi anni un settore palesemente disagiato e vessato. E la cosa risulta ancor più paradossale se si pensa che essa rappresenta il motore della società e il principale luogo di formazione delle generazioni future.
Tuttavia, spesso e volentieri diventa teatro di "strane" riforme (da ultimo, che senso ha arrestare bruscamente l'iter seguito finora dalle riforme Berlinguer e Moratti verso un innalzamento dell'obbligo scolastico? E ciò, per giunta, in totale spregio dell'attuale indirizzo europeo), che spesso trovano un denominatore comune soltanto nel peggioramento complessivo del sistema.

Per ora mi fermo.
Anche se serve a poco, ti sono moralmente vicino. Comunque la questione è tutt'altro che chiusa e credo proprio che nei prossimi giorni assisteremo ad una bella lotta.

Saluti.
Sat

P.S.: un'ultima considerazione. Il ministro Gelmini parla di meritocrazia forse "dimenticando" che lei è emigrata nella Reggio Calabria dei tempi d'oro per conseguire l'abilitazione da avvocato...

P.P.S.: per Marco. Carissimo, un mondiale di calcio non risolve i problemi, ma fa tanto bene al morale!!!

Marius ha detto...

Carissimo Sat,

a dire il vero ho "postato" la Scuola (ho qualche difficoltà ad usare la maiuscola) cedendo ad una tensione emotiva che non mi molla da un po'. In questi giorni ho visto pronunciarsi a favore di questa "manovra" personaggi molto distanti dai problemi dell'istruzione e dell'infanzia più in generale. L'ultimo che ho sentito, al TG1 stasera (uno del Popolo delle Libertà), ha addirittura paragonato l'istruzione patria all'Alitalia (?!).
Arriva un momento nella vita di ciascuno in cui bisogna rivoltarsi. Lo disse, agonizzante, una tartaruga col dorso nella sabbia.

saluti. mario

Anonimo ha detto...

Caro Mario, capisco la tua preoccupazione, la condivido. Mi dispiace ma non trovo nessuna argomentazione per alleviarla. Il momento è difficile in tutti i settori, ma credo che la scuola, avendo una responsabilità sul popolo che rappresenta il futuro, dovrebbe essere intoccabile. La mia grande rabbia è che stiamo pagando gli errori commessi nel passato da uomini che hanno fatto del nostro paese una trincea di disagi…. e non pagano mai…
Purtroppo anche cambiando gli uomini le cose non cambiano…
Devo dire però che trovi sempre il bagliore dell’ironia: vedi tartaruga…
Cambio discorso.
Mi sono resa conto che ho assunto una abitudine: non appena ho qlc minuto libero visito il tuo blog.
Oggi sono andata indietro nei post più datati, fino ad inizio anno.
Trovo fantastico leggervi. Ho trovato tanto… vorrei commentare ogni post perché ognuno mi ha dato qls.
Che bello vedere le foto di Giovanni … leggere i tuoi commenti su di lui…
Che bello sentire raccontare di tanti ragazzi che non conoscevo e che stanno dicendo la loro nello sport.
Che bella la tua corsa al parco …. la tua ombra che ti sfida … il tuo zainetto Kaki….
Ma che bello il tuo racconto dell’ora di motoria quando ti sei improvvisato in Giovanni Storti/Steve Ovett… Per quanto hai descritto verosimilmente la scena, ho immaginato benissimo il viso della bidella, ho colto ogni sua piccola espressione di meraviglia, stupore e agitazione.
In qst periodo di solitudine in cui ho alzato un muro di dieci metri al mondo, ho trovato la via di fuga.

Per Sat: non sei prolisso, è che hai tanto da dire e secondo me lo dici anche bene.

Ciao
Carla

Marius ha detto...

Cara Carla,

il grande Beppe Fenoglio scriveva: "Scrivo per un'infinità di ragioni. Non certo per divertirmi. Ci faccio una fatica nera". Io che non sono Fenoglio invece mi diverto un mondo, ma ci faccio una fatica nera ugualmente. Il tempo per scrivere è sempre tempo rubato a qualcos'altro.

Si scrive sempre per qualcuno, prima che per se stessi, io credo. Quando poi la scrittura incontra il Web, se è buona scrittura (cioé etica), si può fare qualcosa di costruttivo. Interrompere (anche se per poco) la solitudine di qualcuno, magari attraverso la leggerezza di un racconto sgangherato, offrire spazi di riflessione pacata e la possibilità di un dialogo ragionato (proprio perché mediato dalla scrittura), è per me motivo di felicità.

Ti saluto e lo faccio con un mito.
Sisifo, nella mitologia greca, era colui che, per aver osato sfidare gli dei, fu punito da Zeus, condannato cioé a spingere un masso dalla base alla cima di un monte. Ogni volta che raggiungeva la cima il masso rotolava giù e il gioco ricominciava. Per l'eternità.
Uno scrittore vero, Albert Camus, ci ha lasciato questa bella lettura del mito di Sisifo (proprio in "Le mythe de Sisyphe"): "Sisifo insegna la superiore fedeltà che nega
gli dèi e solleva i macigni.
Quest’universo ormai senza padrone non
gli appare sterile nè futile.
Ogni grano di questa pietra, ogni bagliore
minerale di questa montagna piena di notte,
costituisce di per sè un mondo.
Anche la lotta verso le cime basta a riempire
il cuore di un uomo.
Bisogna immaginare Sisifo felice."

Notte, "Sognatrice", o giorno, fai tu.

P.S.: stavolta mi sa che per prolissità ho battutto pure Sat.

mario

Anonimo ha detto...

Grande Mario!

Sei immenso! Se attacchiamo con la mitologia greca impazzisco di gioia, perché l'adoro...

Geniale la figura della tartaruga. L'altra sera diceva la stessa cosa una cimice in posizione prona sul balcone di casa mia. "Mosso a compassione di un povero cercatore", le ho dato una mano.
Purtroppo col governo, e in special modo quello italiano, non è operazione così semplice.
Guarda, posso capire ciò che provi, perché da sempre a casa mia si parla molto dei problemi che affliggono la pubblica istruzione.
Mia madre - che ha insegnato matematica alla scuola superiore per 40 anni - dice sempre la stessa cosa: le riforme in materia le fa sempre chi non ha mai lavorato nel settore. Di conseguenza, esse vengono realizzate in modo inconsapevole da gente totalmente estranea al mondo scolastico.

Perdonatemi, ma apro una parentesi PICCOLA PICCOLA PICCOLA su un'altra questione.
Un altro punto della riforma prevede l'accorpamento delle scuole con meno di 500 alunni.
Complessivamente può trattarsi di una manovra positiva ed apprezzabile, anche se poi si dovrà valutare con intelligenza e sensibilità il problema delle comunità montane e delle isole.
Il fatto che mi sconcerta è che così il Liceo Ginnasio G.B. Vico di Chieti - la mia scuola! - sarà destinata all'accorpamento con l'istituto d'arte.
Nessun problema per il fatto in sè, ma vedete... il G.B. Vico è un'istituzione!
Non voglio fare dell'inutile campanilismo, né tanto meno dello sciocco snobbismo. Ma si tratta di una scuola dalla lunghissima tradizione ed una simile prospettiva mi lascia un po' disorientato...

Chiudo con Sognatrice.
Troppo gentile come sempre.
Sono costretto a rivelarti di essere afflitto dalla stessa mania/malattia di cui parli. Faccio un salto in intenet e non riesco a non dare un'occhiata al blog...
Come cantano gli Sugarfree, "sono affetto da un morbo incurabile".

Saluti a tutti.
Sat