domenica 11 settembre 2011

Quei bravi ragazzi...

(Ph by http://www.motifake.com/)
Ci sarà qualcosa di vero nell’opinione che corre da anni tra noi tecnici di atletica, quel refrain che vuole l’Italia primatista mondiale dei talenti inespressi? Tempo fa scrivevo del curriculum di un allenatore. Tra le note relative agli atleti da lui allenati mi sconvolse una frase, non velatamente compiaciuta, che suonava più o meno così: “Ha allenato XY, campione italiano dei Giochi della Gioventù”. Credo che la ‘carriera’ di quel povero quattordicenne, campione di giochi improbabili, molto più ‘grandi’ di lui, nonostante qualche altro ‘guizzo’ atletico, sia cominciata e finita lì.

Da qualche tempo sono impegnato in una ricerca statistica – in verità molto semplice – centrata sull’analisi dei risultati espressi dai migliori mezzofondisti e marciatori abruzzesi, delle categorie Ragazzi/Cadetti, degli ultimi 10 anni, seguendone l’evoluzione (o l’involuzione) tecnica nelle successive categorie (Allievi, Junior, Promesse). Posso garantire che da una prima lettura dei dati finora raccolti c’è da mettersi le mani nei capelli.

Domanda numero 1: in questi ‘fallimenti silenziosi’ c’è sempre lo zampino della sfiga o c’è pure la responsabilità di noi allenatori?

Domanda numero 2: ma quanto sono competenti i nostri istruttori/allenatori?

Domanda numero 3: perché non ‘testare’, periodicamente, i livelli di competenza degli allenatori (anche degli specialisti, perché no? Lo vado ripetendo anche a scuola a proposito della valutazione degli insegnanti)?

A breve partirà un corso per Istruttori Fidal, qui in Abruzzo (clicca qui) . È cosa buona e giusta. Spero che gli aspiranti tecnici siano formati a dovere e, soprattutto, affiancati da tutor esperti e competenti durante il loro iniziale cammino esperienziale, ché l’impegno più delicato e complesso è proprio coi giovanissimi.

7 commenti:

Giovanni Ricci ha detto...

Non è forse, che c'è la paura di essere messi in discussione? Specialmente quando si diventa tecnici affermati e conosciuti, quando, cioè, si diventa un tecnico da emulare? Effettivamente non fa comodo sapere che dopo tanti anni, se l'atletica è in crisi, se non si ottengono più risultati, se la tecnica della marcia è in una sorta di involuzione, forse è anche colpa di chi non ha saputo amministrare i giovani atleti per creare i "campioni del domani" ma si è cimentato solo a creare il campioncino del momento; come dire: poco, maledetto e subito.

Marius ha detto...

Sì Giovanni, c'è anche quella paura.
In Italia tutto sembra essere fermo - anche l'Abruzzo è fermo, niente paura! -, si apprende una volta per tutte, ci si siede e si pontifica. E intanto il Mondo cambia, tre volte in un giorno.

Il filosofo Massimo Cacciari sulla sua carta d'identità, alla voce "Professione" ha fatto scrivere "studente"...

un saluto

mario

Anonimo ha detto...

caro Mario io nella carta d'identita di alcuni metterei presuntuoso.Creare campioncini vuol dire rovinare i ragazzi,basta sentire alcuni commenti a bordo pista per mettersi le mani nei capelli,ci sono allenatori di parte che privilegiano alcuni a discapito di altri per non parlare di consigli gratuiti che vengono distribuiti senza un filo logico.Possiamo criticare se vogliamo ma fino ad oggi in abruzzo non vedo nessuno in grado di eguagliare un bronzo olimpico e svariate presenze olimpiche frutto di un lavoro serio e distribuito nel tempo senza voler anticipare i tempi, ma vedo solo tanta, anzi tantissima presunzione ed ipocrisia Un saluto con stima (avrei dell'altro ma lo diro' la prossima volta)

Anonimo ha detto...

e chi valuterebbe uno specialista/studente....dove li troviamo super /partes+competenti?

GMaK troppo pessimista

Anonimo ha detto...

poi non ci dobbiamo lamentare la nostra compaesana allenata da Bruno è andata altrove a vincere la coppa dei campioni junior

Marius ha detto...

La 'nostra compaesana' ha un nome: Chiara Centofanti. Il suo tecnico, abruzzese, ha un nome: Bruno Olmi. La sua società d'origine e' abruzzese ed ha un nome: Falco Azzurro Chieti. Chiara si allena con Bruno a Chieti, assieme ad altri atleti del vivaio teatino.
Grazie Chiara per la brillante affermazione internazionale. Grazie Bruno per il tuo lavoro intelligente e silenzioso. Grazie Falco Azzurro per la continuità dell'Impegno coi giovanissimi.

mario

Anonimo ha detto...

si si tutto giusto il mio era solo un rammarico generalizzato per non vedere finalizzato in casa l'enorme movimento teatino che impiega tante energie