lunedì 20 febbraio 2023

CONFONDERE E POI CANCELLARE


Ma sì, cancelliamola una volta per tutte! Si abbia però il coraggio di farlo, senza girarci troppo intorno. Pensiamo davvero che sarebbe bastato l'artifizio della PIT LANE RULE per garantirle sufficiente credibilità?

La marcia probabilmente ha fatto il suo tempo. Schiacciata dalla febbre del risultato spettacolare ad ogni costo, col conseguente effetto di portarsi su velocità imbarazzanti, anche grazie all'uso spregiudicato di pratiche doping, alle prossime Olimpiadi muterà nel definitivo (io credo) mostricciattolo sportivo i cui connotati, a me pare, sono tutt'ora "oscuri". È che non ho ben compreso se la marcia olimpica sarà individuale, sui 20 km e sui 35 km, sarà "relay" (a staffetta, ma sulla distanza dei 42,195 km; ergo: finalmente non sarà più improprio definire la marcia come maratona), mista sui 35 km e individuale sui 20 km o chissà cos'altro.

Posto che la marcia alle prossime Olimpiadi si farà, atleti e tecnici del Gotha della disciplina si chiedono come programmare la loro preparazione a un anno e mezzo dall'evento massimo.

E come ci si qualificherà per l'Evento Massimo? Con quali criteri di selezione?
Ma ci sarà davvero la marcia alle prossime Olimpiadi?

Ma sì, tutti a casa: atleti, tecnici e giudici, vittime e carnefici - vittime e carnefici sono equamente distribuiti tra atleti, tecnici e giudici, sia chiaro. 

Salviamo solo una cosa, però (io già ci lavoro da un po'): la marcia come strumento per la salute; la marcia che guida e corrobora il cammino sportivo coi suoi contenuti tecnico-scientifici. Ma questo è un altro discorso.

3 commenti:

Enrico Porta ha detto...

La continua ricerca di espedienti per “spettacolarizzare” l’atletica e renderla più commestibile ad un pubblico sempre più vasto, porta, inevitabilmente, allo stravolgimento delle discipline.
Gli esempi sono molteplici, dalla riduzione delle false partenze nelle gare di corsa all’eliminazione di due delle sei prove nei concorsi con finale riservata solo ai primi tre, per non parlare dell’assurdità del nullo di proiezione…
Tra l’altro, da tecnico di salti in estensione, mi chiedo a cosa serve la riduzione se tanto i concorsi non hanno quasi copertura video?
Tornando alla spettacolarizzazione, ritengo che questa continua ricerca dell’appetibilità per un pubblico più vasto assomigli tanto, é proprio un parallelo, alla innegabile decadenza della cultura dal punto di vista mediatico.
Per far posto a modelli di una mediocrità spiazzante

Marius ha detto...

Grazie Chicco, di cuore.

Anonimo ha detto...

Caro Mario, l'ipocrisia galoppa così come la bramosia di spettacolarizzazione ( leggasi denaro). L'ultima novità seppur con un fine anche valido (la salute degli atleti), è la preoccupazione del caldo nel periodo in cui si disputano i Giochi Olimpici oppure i Mondiali (solitamente fra fine luglio e fine agosto). In realtà temo sia un primo passo per portare fuori dai "giochi" gli eventi su strada. Io ho fatto una provocazione proponendo un Campionato del Mondo dedicato solo ai Road Events (corsa e marcia), in momenti dell'anno e locations dove la cultura dello sforzo prolungato accolga queste discipline come meritano. Rimarrebbe in piedi il discorso Olimpico, ma è credibile un evento che sposta le gare di 800km per individuare aree vivibili? Tanto vale, forse, fare un Olimpiade a parte....