(foto dal sito http://www.athleticsireland.ie/)
E' afflitto da un complesso di parità, non si sente inferiore a nessuno.E. Flaiano
E' afflitto da un complesso di parità, non si sente inferiore a nessuno.
Qualche giorno fa scrivevo del qualunquismo intellettuale. Ne esistono molte forme, ed una che sopporto meno delle altre è quella che definisco “qualunquismo tecnico-sportivo”. Esso, ovviamente, lo troviamo declinato in molte sottocategorie; quella calcistica è la più nota, la più diffusa. La mia esperienza di allenatore di atletica leggera pone oggi all’attenzione di voi ‘naviganti’ la sottocategoria “qualunquismo tecnico-sportivo in chiave running”.
È noto che la corsa di resistenza è da annoverare tra le specialità cicliche aerobiche a basso contenuto coordinativo e tecnico (Incalza, Atletica Studi 2008/3). Molti allenatori del mezzofondo e del fondo in atletica leggera, secondo la mia esperienza, vivono male questa realtà che sembra porre in secondo piano il valore del loro impegno tecnico rispetto a quello di chi si occupa di discipline di potenza, i cui campi di indagine ruotano maggiormente su studi di biomeccanica, neurofisiologia, ecc. Capita allora che allo studio della tecnica del gesto che più ci sta a cuore (cioè il running, io sono di parte) segua un tecnicismo nevrotico che ci fa parlare tanto (e spesso a vanvera). “Tieni le spinte dietro”, “Piedi, piedi, piedi”, sono espressioni citatissime su tutti i campi di atletica italiani; pleonastiche o assurde che siano, le portiamo nel cuore, come i suoni dell'infanzia. E poi, possono pure tornare utili, anche soltanto a tener ‘sveglio’ l’atleta cui sono indirizzate.
Giorni fa un mio amico, allenatore come me, mi parlava della corsa di un atleta, di “piedi che scappavano dietro”, che “si perdevano dietro”. L’ho ascoltato con attenzione, ma non gli ho chiesto nulla sulla eventuale ‘terapia’ da adottare per correggere quel presunto difetto tecnico. Mi è bastato guardare il terreno, infangatissimo, viscido, su cui quell’atleta stava correndo. E allora ho sorriso.
Torno ai miei studi di biomeccanica, ai testi Aaberg e Weineck. Domani però devo ricordare ai miei ragazzi di mettere i chiodi da 10mm, il parco è un pantano.
È noto che la corsa di resistenza è da annoverare tra le specialità cicliche aerobiche a basso contenuto coordinativo e tecnico (Incalza, Atletica Studi 2008/3). Molti allenatori del mezzofondo e del fondo in atletica leggera, secondo la mia esperienza, vivono male questa realtà che sembra porre in secondo piano il valore del loro impegno tecnico rispetto a quello di chi si occupa di discipline di potenza, i cui campi di indagine ruotano maggiormente su studi di biomeccanica, neurofisiologia, ecc. Capita allora che allo studio della tecnica del gesto che più ci sta a cuore (cioè il running, io sono di parte) segua un tecnicismo nevrotico che ci fa parlare tanto (e spesso a vanvera). “Tieni le spinte dietro”, “Piedi, piedi, piedi”, sono espressioni citatissime su tutti i campi di atletica italiani; pleonastiche o assurde che siano, le portiamo nel cuore, come i suoni dell'infanzia. E poi, possono pure tornare utili, anche soltanto a tener ‘sveglio’ l’atleta cui sono indirizzate.
Giorni fa un mio amico, allenatore come me, mi parlava della corsa di un atleta, di “piedi che scappavano dietro”, che “si perdevano dietro”. L’ho ascoltato con attenzione, ma non gli ho chiesto nulla sulla eventuale ‘terapia’ da adottare per correggere quel presunto difetto tecnico. Mi è bastato guardare il terreno, infangatissimo, viscido, su cui quell’atleta stava correndo. E allora ho sorriso.
Torno ai miei studi di biomeccanica, ai testi Aaberg e Weineck. Domani però devo ricordare ai miei ragazzi di mettere i chiodi da 10mm, il parco è un pantano.
13 commenti:
Grande Mario!
Questo post mi ha fatto davvero sorridere, perché mi fa tornare alla mente una miriade di episodi sui quali, nel tempo, ho ironizzato a non finire...
Peccato non poter fare nomi...
Ad ogni modo, la mia frase preferita è quella che spesso sento in gara da qualche allenatore "poco lucido" che, nella veste di motivatore, oltre che di tecnico, incita l'atleta dicendogli cose del tipo "aumenta!", e magari l'atleta è già scoppiato da un pezzo, oppure "vallo a prendere, non ce la fa più!", senza rendersi conto che l'avversario è 100 m più in là, manca meno di 1 km alla fine e tu sei talmente "cotto" da correre a zig zag...
Comunque quella del qualunquismo tecnico - sportivo è davvero una gran brutta piaga. Spesso addirittura la rovina di un atleta. Ho visto diversi allenatori che, pensando di possedere innate e spiccate doti di vaticinio, iniziavano l'annata letteralmente montando la testa all'atleta, convincendolo della concreta possibilità di raggiungere risultati ben al di sopra delle potenzialità dell'atleta stesso. E' chiaro che, in situazioni simili, sia molto facile deprimersi se le cose non vanno come si era pensato e sperato. A quel punto le alternative possono essere: a) cambiare guida tecnica (soluzione più saggia); b) ridimensionare le aspettative e continuare a sopportare le fantasticherie di chi ti sta vicino (soluzione per assurdo); c) ritiro (soluzione troppo spesso gettonata).
Non mi dilungo, perché rischierei di scadere a mia volta nel demonizzato qualunquismo di cui sopra.
Un'ultima cosa. Oggi pomeriggio qui a Pavia ho sofferto addirittura il caldo...
Saluti.
Sat
Io al contrario mi sarei preoccupato se quell'atleta, a quella velocità,
(circa 20 km orari)con quel terreno, non si fosse infangato in quel modo.
Se non alzate le ginocchia non andate da nessuna parte!! (qualcuno ha detto).
Saluti
a tutti
Giusto due righe per una precisazione. Prima di parlare di tecnica, di raffinate alchimie biomeccaniche, eccetera eccetera, dovremmo lavorare in modo intelligente, sistematico, tenace, sulle strategie di reclutamento, sui processi motivazionali, su come, in definitiva, coinvolgere dentro il nostro ambiente quanti più ragazzi possibile.
Per condividere un impegno del genere, forse, bisognerà aspettare ancora un po'.
un saluto. mario
Leggo.....
"Ad ogni modo, la mia frase preferita è quella che spesso sento in gara da qualche allenatore "poco lucido" che, nella veste di motivatore, oltre che di tecnico, incita l'atleta dicendogli cose del tipo "aumenta!", e magari l'atleta è già scoppiato da un pezzo, oppure "vallo a prendere, non ce la fa più!", senza rendersi conto che l'avversario è 100 m più in là, manca meno di 1 km alla fine e tu sei talmente "cotto" da correre a zig zag..."
.. e disapprovo
Cosa dovrebbe dire un tecnico al proprio tecnico???
Dovrebbe forse dire "Dai non spresciarti troppo perchè tanto il tuo avversario stà 100 metri avanti."
oppure ancora "non aumentare, cerca invece di diminuire un pochino la velocità"
Io, personalmente, quando gareggiavo e mi sentivo dire che quello avanti a me non ce la faceva più, ingranavo la sesta ed era raro che non lo riprendessi.
Che cosa sono 100 metri di distacco? Ho recuperato anche fino a 50 metri negli ultimi 200 di un 1500 corso abbondantemente sotto i 4.
Incitare......sempre..... questo è il mio punto di vista!!!1
Ci sono dei momenti in gara, quando "sei cotto" e ti manca l'aria per lo sforzo...che il sentire una parola, un incitamento, seppur assurdo, potrebbe sortire un effetto "psico-dopante" e come OF ha sottolineato, ti potrebbe far "ripartire"...
Se poi invece in un contesto di gare campestri con il fango fino alla gola il tecnico si ostini a gridarti di usare i piedi...beh allora, si potrebbe ipotizzare di usare quei piedi per un fine più nobile...sì, di prenderlo a calci laddove non batte il sole...(ih ih ih)
D'altronde però mi piace riportare pure Marius quando dice:" ...sono espressioni citatissime su tutti i campi di atletica italiani; pleonastiche o assurde che siano, le portiamo nel cuore, come i suoni dell'infanzia. E poi, possono pure tornare utili, anche soltanto a tener ‘sveglio’ l’atleta cui sono indirizzate."
GMak
P.S.: c'è anche qualcuno che negli ultimi 50 di un 400m urli al proprio atleta di spingere con le braccia...!!! che dire???
esco dal tema: quando è che terresti la tua lezione per il corso da istruttore citato qualche mese fa?
Chiedo venia, ma al campo me ne dimentico sempre di chiedertelo.
GMak.
Rispondo ad Of e GMak con un ricordo antico diciannove anni. Ero a Spalato, agosto 1990, Campionati Europei di Atletica, ovviamente. Mio fratello era in giornata no, su un percorso tipo montagne russe, davvero poco adatto alle sue caratteristiche 'tecniche'. Aveva percorso ormai quindici dei lunghissimi venti chilometri di gara, suonato come una campana alla mezzanotte di Pasqua, confuso nei primi dieci. Grazie all'onda sonica dei miei "Alè Giuà, davanti stanno saltando!", ridicoli come gli incitamenti ad un comico improbabile di un teatrino di paese, Giovanni arrivò ottavo, strisciando meglio di due avversari che riuscì ad acciuffare poco prima dell'arrivo.
Per GMak: domenica parlavo con Donato Chiavatti del mio intervento al Corso Istruttori. Salterà la data del primo marzo (ci sono i Campionati Regionali di Cross a L'Aquila), così come quelle del 7-8 marzo (Cross del Sud il 7 e Trofeo Invernale di Marcia l'8, entrambi a Lanciano), quella del 15 (Campionati Italiani di Cross)... Con tutta probabilità finiremo al 28 o al 29, ma non c'è nulla di certo. A giorni comunque si scioglierà l'arcano.
un salutone a tutti. mario
Grazie Of!
Il tuo intervento è stato davvero un toccasana per il mio morale...
Il "non spresciarti troppo" mi ha fatto rantolare in terra dalle risate...
Piuttosto. Ma sotto quale nome trovo questo tuo fantomatico 1.500m da "abbondantemente sotto i 4'"???
E poi, cosa vuol dire abbondantemente sotto i 4'? 3'55", 3'50", 3'45"? Beh, non vado oltre, perché un tempo ancora inferiore mi sembrerebbe davvero una bomba colossale...
Stammi bene.
Sat
P.S.: per il resto avete anche ragione. Non è del tutto impossibile che si possa in qualche modo trovare un'energia inattesa, quando l'allenatore o una persona vicina ci fanno sentire il loro appoggio.
Tuttavia confermo me stesso nel ribadire che almeno nel 90% dei casi affermazioni ed incitamenti di questo tipo non sono così galvanizzanti come si vorrebbe far credere e, pur cercando la reazione, risulta parecchio difficile trovarla.
Se il serbatoio è finito...
chiedo scusa per il termine "abbondantemente", forse usato impropriamente visto che trattavasi di un modesto 3'58"8 corso a Rieti il 12 Maggio 1993.
1° carosi 3'49"
2° vicari 3'50"
3° iacovitto 3'58"3
4° io 3'58"8
5° maceroni 3'59"5
etc etc
Grande Of,
perdona il Sat. Credo non abbia capito chi tu sia (io una mezza idea ce l'ho, ma mantengo il segreto).
Comunque bravo ugualmente Of: 3'58"8 a vent'anni non è proprio stare fermi sugli appoggi. Avessi un ventenne così oggi...
un abbraccio. mario
Scusate se scrivo ancora ma sento il dovere di giustificare meglio la parola "abbondantemente", impropriamente da me utilizzata per il semplice fatto che quel risultato, alla luce di quello che stavo vivendo era per me davvero sensazionale.
Era quello un periodo particolare per me, non avevo più voglia di allenarmi e avevo solo poche certezze nella vita, tra queste che non avrei sicuramente potuto continuare a fare atletica, che non avevo un lavoro, che di li a pochi mesi mi sarebbe nata una figlia.
P.S. il 20 giugno a chieti chiusi ufficialmente vincendo i camp. reg. promesse con 1'56"00
Ciao Of!
Alla luce di quello che dici, temo ci sia stato un clamoroso fraintendimento.
Pensavo a qualcun altro e mi sono sbagliato.
Di conseguenza, ti (va bene il tu?) chiedo scusa e faccio ammenda per la superficialità del mio intervento.
Chiaramente si tratta di ottime performances, nulla quaestio.
E non devi giustificare l'"abbondantemente", perché fai bene ad andarne orgoglioso. Mi complimento con te.
Ti porgo i miei migliori saluti, ringraziandoti della partecipazione ed invitandoti ad intervenire con maggiore frequenza.
Sat
Non ti preoccupare, scusa invece per averti sciorinato i miei ricordi.
Alla fine, volevo solo dire che incitare è senz'altro positivo.... senza esagerare!!! :)
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