È quasi ora di dormire. Prima di spegnere il computer voglio dire due banalità (è o non è il mio blog?). Mettevo a posto l'archivio fotografico digitale (disordinato come il mio studio), cercando di fare un po' di pulizia, sistemando qualche cartella. Dal caos di date vecchie e più recenti salta fuori una foto di mio fratello. Giovanni indica qualcosa o qualcuno sugli spalti dell'Olimpico. Eravamo a Roma. Era il '95. Stava per partire la 20 km di marcia dei Mondiali Militari. Quella foto ha per me una forza particolare. Ha l'energia quieta di un altro gesto, identico nella postura, dove però il soggetto è mio padre; mio padre giovanissimo che mi tiene in braccio e mi fa vedere qualcosa; o qualcuno.
Sto per andare a nanna, dicevo. E vado rimuginando un progetto. Forse ve ne parlerò a giorni. Forse no. Prima di partire si cerca qualcosa (o qualcuno) che è più avanti. Dà sicurezza. Spiana la via.
3 commenti:
Beh, che dire, un po' di curiosità me l'hai lasciata. Non so che progetti hai in mente, colgo pero' l'occasione per chiederti un consiglio. Ma un presidente di un gruppo podistico amatoriale, che ha fatto atletica a livello giovanile, che vede inesorabilmente alzarsi l'età media degli iscritti (seppur in aumento numerico), che contributo puo' dare alla diffusione di questo magnifico sport tra i ragazzi? Soprattutto, essendo convinto che da soli (anche per problemi di tempo/lavoro) non si va da nessuna parte, cosa si puo' fare unendo forze e risorse?
Carissimo Marco,
quando un presidente (non ha importanza se di una società blasonata oppure "solo" amatoriale) si pone certi interrogativi è già avanti col "lavoro". Cosa si può fare unendo forze e risorse? Forze e risorse mirate, all'interno di un progetto condiviso potrebbero agire miracoli, anche in una realtà devastata da anni di becero dilettantismo (e non mi riferisco solo alla situazione di casa nostra, ahimé). I corridori attempati cui tu accenni, hanno figli e nipoti. Il loro amore per la corsa (non il fanatismo) e l'equilibrio che dà la pratica intelligente di questa meravigliosa "fatica", sono un modello, un esempio formidabile per i giovanissimi. Tu pensa, solo se si riuscisse ad educare quegli esordienti (bambini di otto-nove-dieci anni) che ogni settimana aprono le danze delle tante "stradali" abruzzesi... Se soltanto riuscissimo a mutare l'esaltazione dei loro genitori in cura per i loro figli... Qui il discorso si fa lungo e complesso, ma mi piacerebbe riprenderlo senza far passare troppo tempo. Quando ci vediamo?
a prestissimo (spero). mario
Ciao Mario, approfitto per risponderti, visto che un dolorino al polpaccio non mi permette di allenarmi da qualche giorno, altrimenti a quest'ora solitamente sarei sulla strada. Mi piacerebbe parlarne, soprattutto per confrontarmi su alcune idee. Non vado in pista solitamente e non so se tu vieni anche a Lanciano. In ogni caso ci vediamo alla mezza di Fossacesia. Al prossimo commento.
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