giovedì 28 luglio 2022

MARCIACCIA O CORSACCIA?



Lo scandaloso arrivo - peraltro vincente - della "marciatrice" francese nella finale dei 5000 metri di marcia (la tentazione di mettere le virgolette al termine è forte assai) al Festival Olimpico della Gioventù Europea, getta guano a palate su una disciplina la cui credibilità regolamentare è prossima a zero già da un po' - da un bel po', ahimé.
L'ennesimo post "apocalittico", "tafazzista" sulla Marcia Atletica? No. O, almeno, spero non venga interpretato come tale.
Il problema, a mio modesto parere, è che si stia accelerando, autolesionisticamente, verso la rottamazione della disciplina (si veda, appunto, il finale "vittorioso" dell'atleta francese agli EYOF).

Non giriamoci intorno: le velocità tenute dai cosiddetti marciatori, oggi, vanno ben oltre la possibilità di restare 'vicini' al suolo (non dico di restare 'incollati' al terreno) entro i confini della "decenza tecnica" (ma chi stabilisce quali siano tali limiti? In base a quali parametri?).
Fintanto che non verrà introdotto un sistema di valutazione del gesto che almeno integri il giudizio "occhiometrico" (quello "naked eye", il solo ammesso dal regolamento tecnico), saremo in balìa delle polemiche più diverse.

Bisogna, in qualche modo, tentare di "oggettivizzare" la disciplina.

Giusto dieci anni fa un matematico e fisico americano, Henry Reich, dal suo canale di YouTube, "minutephysics", lanciò una provocazione che sbobinai, traducendola alla meno peggio (cliccare qui per l'interessante video di Henry Reich: Is Racewaking a Sport?):

"Questo non ha nulla a che fare con la fisica, ma con la Marcia. Ecco le regole: cammina in modo che un piede sia sempre a terra e tieni la gamba davanti tesa; in breve, cammina in modo buffo, velocemente. Qualcosa di buffo anche tra le regole, come i giudici che per determinare se un atleta sta “marciando”, possono solamente stare fermi ad un lato del percorso e giudicare ad OCCHIO NUDO se un atleta SEMBRA marciare.

Potrai pensare che per uno sport definito così tecnicamente, ci si possa avvalere di tutta la tecnologia possibile per far valere le regole. Quindi la marcia è ancora ferma ai secoli bui? Voglio dire, ci sono altri sport che non permettono ai giudici di vedere i replay, ma quando pensi all’elettronica nella scherma, il foto-finish nell’atletica, i touchpad del nuoto, e il tracking 3D delle palline da tennis… I giudici della marcia, d’altro canto, sembrano piuttosto indietro. Gli è proibito guardare dal livello del suolo o usare tecnologie moderne come specchi o binocoli. Quindi come fare con tutta questa burocrazia marciante?

Se guardi attentamente il passo in slow-motion o anche una fotografia dei marciatori stessi, ti renderai conto che quasi tutti si sollevano da terra… Non solo occasionalmente per una spinta o per non inciampare, che è permesso, ma quasi ad ogni passo. Infatti, è BEN NOTO alla comunità dei marciatori che la maggior parte di loro lascia il suolo regolarmente e può anche stare in aria fino al 10% del tempo… quindi TUTTI infrangono le regole.

Ora, gli sport sono pieni di regole arbitrarie… ma il fatto che la maggior parte degli atleti infranga la regola che DEFINISCE questo sport è perlomeno… sorprendente! E non è come il sospetto che quasi tutti i ciclisti professionisti si dopano, perché mentre ci sforziamo costantemente per beccare chi si dopa, non usiamo tutta la tecnologia a disposizione per beccare i marciatori “volanti”.

Sembra chiaro che la tecnofobia nella marcia deriva dal fatto che se si iniziasse ad usare telecamere ad alta velocità, potrebbero non avere più uno sport. E questo ci porta alla domanda sulla vera essenza dello sport – perché tutti i giochi, in realtà, sono solo un insieme arbitrario di regole e limitazioni a cui ci sottoponiamo con lo scopo di divertirci e sfidarci a vicenda. Voglio dire, c’è un motivo se l’atletica vieta le biciclette, il ciclismo vieta le moto, e il motociclismo proibisce l’uso dei razzi… Forse quelle ragioni sono arbitrarie tanto quanto nella marcia è bandita la tecnologia… Perché l’obiettivo non è tenere i piedi per terra – è vedere chi è il più veloce a camminare in modo buffo, come nel salto triplo per chi va più lontano con un salto buffo, nella corsa ad ostacoli chi riesce a correre più velocemente con barriere di plastica sulla sua strada, e il tennis per vedere chi sa mandare meglio una palla oltre una rete, ma solo entro certe linee accuratamente disegnate e con una racchetta e non con pagaie o mani o piedi.

Alla fine, non si tratta di sport, ma dei giocatori e le loro sfide. È quanto siamo in grado di spingere lontano i confini delle abilità umane… entro i confini definiti dalle regole. E così è la marcia, uno sport in contraddizione, che si aggrappa disperatamente al suo passato rifiutando di accettare la tecnologia che in principio migliorerebbe i giudici di questo sport, ma in realtà scuote le sue fondamenta? Non lo so.

Ma i marciatori sono atleti? Certamente".

Concludendo, mi viene da chiedere: atleti di quale sport?

2 commenti:

Nicola Maggio ha detto...

Caro Mario,
commento solo perchè tu sia infornato solo su come realmente sono andate le cose, fermo restando che la francese doveva essere DQ.
Chiederai allora perchè non lo è stata ?
Semplice, perche il LOC d'accordo con EYOF (non chiedermi chi sia EYOF; non lo so) ha deciso che nelle gare di marcia, vista la giovane età degli atleti, non venisse applicato dal Giudice Capo lo speciale potere di squalifica negli ultimi 100m.
Sembrerà incredibile, però purtroppo per cercare non non fare un danno ne hanno fatto, per come si sono svolti i fatti, uno maggiore.
Quindi i poveri giudici questa volta non c'entrano. Hanno applicato le regole di quella manifestazione.
Altro è invece per l'allenatore di quella ragazzina, che avrete dovuto insegnare alla stessa da tempo che nella marcia è sì importante vincere, ma molto di più come si vince.
Cosa non si fa per un oro !

Marius ha detto...

Grazie Nicola. Il problema resta, ma conoscerne l'origine è importante.