venerdì 26 novembre 2010

Di nuovo buio pesto... (forse era un sogno)

Stavo seguendo il consiglio dell'ottimo Sat, avevo cominciato a scrivere un raccontino dei miei, qualcosa di leggero, di allegro e, soprattutto, di convenientemente distante dalle beghe sportive degli ultimi post. Ma non è tempo per le narrazioni amene. Bisogna pazientare ancora un po'.

Oggi ho preso un calcio nel sedere. Un altro. E con me tanti ragazzi e ragazzini (e pure qualche altro allenatore). Nel pomeriggio si è allo Stadio Adriatico, illuminato a festa: tutti i fari, di due dei quattro tralicci dell'impianto di illuminazione, accendono a giorno pista e pedane. (Troppa grazia Sant'Antonio!). Sul circuito azzurro, per la prima volta in un freddo pomeriggio di novembre, si fa fatica con piacere. Ma alle 17.40 il giocattolo si rompe. Arriva qualcuno, molto incazzato, che sbraita all'indirizzo di ragazzini che attraversano l'erba del campo di calcio. Domani gioca il Pescara. Cerco di dirgli che quei ragazzini non sono 'miei'. I mezzofondisti e le marciatrici che seguo fanno altri 'danni', stanno 'sporcando' la pista, bagnandola di sudore. Ma quello va avanti come un treno e minaccia, anzi no, sentenzia un perentorio: "Vi abbiamo dato la luce, ma non la meritate! Da lunedì, al buio!". Poi fa ad un altro, un omino canuto che gli cammina vicino: " Spegni, spegni subito i fari. Adesso!". Ed il buio è tornato, lasciando a metà il lavoro dei miei atleti e di tanti altri attoniti sportivi.

Ora Pescara è ufficialmente Città Europea dello Sport 2012. E qualcuno (un'autorità) ha pure recentemente affermato: " Quello che che abbiamo più a cuore, però, è lo sport per la gente. Ogni territorio deve saper rendere fruibile lo sport per tutte le fasce sociali, quelle più deboli innanzitutto".

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche io stavo correndo. Facevo compagnia ad Erika mentre marciava, e come se per una frazione di secondo, ti staccano la spina e poi realizzi. Solo qui succedono queste cose. E meno male che Pescara è Città Europa dello sport altrimenti potrei pure pensare che da un giorno all'altro gli atleti vengano cacciati con qualche calcione nel...fondoschiena. Ho lavorato per un paio di anni allo Stadio Adriatico. A me dicevano di non accendere le luci ( che poi era solo un faro zona arrivo ) io facevo orecchie da mercante ed accendevo lo stesso dicendo che se qualche ragazzo/a si faceva male al buio, era di loro responsabilità. Se allo stadio lavoreranno persone che non amano il nostro sport ma solo il calcio, purtroppo di questi episodi ne vedremo ancora..!!! Augusto.

Anonimo ha detto...

Purtroppo hai proprio ragione.
Questa volta la notizia ha la precedenza assoluta su tutto il resto.
Si tratta di una cosa davvero inaccettabile, una dura constatazione di come l'atletica venga considerata - da alcuni ottusi, per carità, ma comunque da gente che con lo sport non ha nulla a che fare e che però, in qualche modo, riesce sempre a trovarsi nelle condizioni di dare fastidio - disciplina di terza fascia e, ormai, neanche parente povero del calcio.

Film già visto, comunque.
Come ben ricorderai, a Chieti è accaduta la stessa identica cosa.
E dire che - ne sono stato testimone oculare - un giorno si lamentarono con qualche ragazzo dell'atletica in quanto "reo" di aver utilizzato una strisciolina di erba alle spalle delle panchine (!). Un paio di giorni dopo ero di nuovo al campo a correre su quel bitume di pista e un calciatore rovinava - lui sì, visti i ritmi a dir poco ridicoli - l'erba del campo con qualcosa che lontanamente ricordava un fartlek...
La disparità di trattamento che condanna l'atletica è davvero imbarazzante.
Sono anni che lo ripeto – e naturalmente non solo io, ci mancherebbe. L'unica soluzione è la disponibilità di una struttura separata. Solo così la smetteremo - forse - con angoscianti e spesso commiserevoli siparietti, in cui la parte soccombente è sempre ed ingiustamente quella più debole.

Peraltro, poi, vorrei sottolineare come molto spesso non siano neanche i presidenti o i manager delle squadre di calcio ad opporsi espressamente o in maniera perentoria all'utilizzo del campo. Magari sono persone che gravitano nell'ambiente e che credono che il loro ottuso servilismo possa essere di qualche aiuto nei confronti della squadra o addirittura compiacere i capi e garantire loro stima e riconoscenza all'interno della società.

Ma veniamo a Pescara candidata Città Europea dello Sport 2012.
Come Mario diceva, avevo suggerito di ridare un po' di spolvero ai suoi splendidi racconti - di atletica e di vita - perché erano il sale del blog e perché, peraltro, davano sfogo alla sua sublime capacità di dipingere personaggi e fotografare eventi ed episodi. Tuttavia, mi rendo conto che l'assenza da casa mi fa perdere, talvolta, la giusta dimensione di quel che accade, impedendomi di comprendere appieno le sciocchezze cui quotidianamente ci si trova costretti ad assistere in qualità di spettatori inermi e di vittime precostituite.
Non ero a conoscenza di questa iniziativa, che, in sé, sarebbe assolutamente encomiabile e degna di apprezzamento da parte di tutto l'ambiente, perché dovrebbe rappresentare un momento di crescita e di transizione verso più alti traguardi.
Siccome però volevo capire un po' meglio l'andamento delle cose, mi è stato sufficiente copiare e incollare nel motore di ricerca il periodo citato (" Quello che abbiamo più a cuore, però, è lo sport per la gente. Ogni territorio deve saper rendere fruibile lo sport per tutte le fasce sociali, quelle più deboli innanzitutto") e subito ogni cosa mi è risultata più chiara.
Dietro lo schermo del miglioramento e del benessere dell'ambiente, si cela - come al solito - qualche interesse, per così dire, un po' più dubbio.

Anonimo ha detto...

Nel medesimo articolo, infatti, si legge ancora: "All'interno ci sono le bandiere di Pescara 2012. La città in questo titolo ci crede davvero. Conquistarlo vorrebbe dire poter accedere a finanziamenti Europei e tornare sulla ribalta della scena nazionale ed internazionale come ha fatto un anno fa, in occasione dei Giochi del Mediterraneo". Accesso a finanziamenti europei. Bingo.
Senza entrare nel merito delle vicende, perché la polemica gratuita non ci appartiene, ma credo che tutti ricordiamo gli scempi commessi in occasione dei Giochi del Mediterraneo...
L’articolo precisa ancora che quel riferimento alle fasce sociali più deboli deve intendersi come riferito "allo sport dei bambini, quello delle famiglie, quello degli anziani e dei disabili".
L'articolo - datato 4 novembre 2010, quindi è probabile che mi sia perso i più recenti sviluppi - conclude dicendo che il Comune ha stanziato 6 milioni di euro per il miglioramento delle strutture sportive.

Ciò premesso, mi chiedo.
Ma a che cosa serve stanziare dei soldi per strutture che non possono essere utilizzate? O che possono essere utilizzate solo nel rispetto di una serie di vincoli e di limiti opprimenti che non garantiscono il pieno e libero svolgimento dell'attività sportiva?
Lo stadio Adriatico-Cornacchia è stato rimesso a nuovo per i Giochi del Mediterraneo. Però non mi sembra granché utile avere a disposizione una pista bella e nuova se poi le luci restano spente nella stagione invernale.
La speranza è che i nuovi investimenti non siano un semplice specchietto per allodole. Ossia che non servano a dare un'immagine sportiva della città diversa da quella reale ed effettiva, in vista del fine esclusivo di ottenere qualche finanziamento da destinare a chissà quali tasche.
Se l'obiettivo è quello di favorire la crescita dello sport in generale e delle fasce deboli, sbraitare e minacciare la chiusura degli impianti non appare proprio la soluzione più adeguata.

E allora ti chiedo scusa, caro Mario.
O meglio. Mi piacerebbe poter leggere ancora racconti di atletica, di narrativa o di qualsiasi altra cosa.
Ma è giusto, anzi sacrosanto, che tu continui a prodigarti in questa battaglia contro le istituzioni, battaglia che ti costringe sempre più a fare il rompiblogger della situazione.
Purtroppo atteggiamenti e comportamenti puerili costringono a reazioni e critiche decise.

Il mio suggerimento era, come hai ben compreso, in buona fede.
Ma adesso capisco meglio che sei costretto a recitare il ruolo ingrato del bastian contrario in nome di una disinteressata passione.
Vai avanti così, Marius. Sei sempre il migliore.

A presto.
Sat

Anonimo ha detto...

Ma perchè non coinvolgete le istituzioni? Magari facendo pressioni al Comune tanto per dirne una; potrebbe essere anche utile informare qualche quotidiano.
Sappiate che una cosa del genere può provocare un polverone ma credo valga la pena di provare; per qualsiasi iniziativa io sarò con voi.
Un caro saluto.
Daniele Turilli.

Paolo Dell'Elce ha detto...

Mario...queste persone sarebbe da prendere a calci...altro che Pescara Calcio...

Paolo

Marius ha detto...

Ciao Daniele,

grazie del sostegno. Non sono soltanto i rompiblogger a muoversi per l'annosa questione. Venerdì prossimo credo ci sarà un incontro ufficiale tra l'assessore allo sport del comune di Pescara e le società di atletica leggera che svolgono attività all'Adriatico. Si discuteranno le "criticità" presenti nelle strutture dello stadio e le possibili soluzioni che le società stesse intendono suggerire all'amministrazione comunale. Promotore dell'iniziativa Massimiliano Palumbaro, Presidente del CP Fidal di Pescara (nonché presidente dell'AICS Hadria Pescara).
Vediamo un po' cosa ci risponderanno...

m

Enrico ha detto...

Spero che la luce manchi anche negli spogliatoi ...
... e che le docce siano gelate ...
... per non parlare dei bacherozzi ...

Come diceva Albertone: " 'sti abruzzesi so' fforti!"

Enrico Von Masoch

Anonimo ha detto...

...e poi come è andata l'incontro di oramai un paio di venerdì fa?

Qualcosa di illuminante all'orizzonte?

GMaK

Max Palumbaro ha detto...

Per impegni (dell'Assessore) sopraggiunti all'ultimo momento, l'incontro è stato rinviato a martedì pomeriggio.
Vi terro informati.