lunedì 6 luglio 2009

Minoranza affatto silenziosa

L’atletica dalle nostre parti conta molte bestie. Tecnici, dirigenti sempre incazzati, con la schiuma alla bocca, cani rabbiosi spelacchiati e ciechi, assediati da un nemico che vedono solo loro, fermi ad un’idea di sport che include l’insulto e la volgarità dei modi. Sono monadi impazzite di un mondo lontano; ci ostiniamo ad accettarli perché ci incuriosisce quel sentimento ambiguo che li costringe al moto perpetuo, ad un pericoloso volontariato compulsivo che qualcuno definisce passione. Quando avremo il coraggio di emarginarli, ecco, solo allora potremo cominciare a parlare di progetti per lo Sport, per l’Atletica.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

...mi sono perso qualcosa???

GMaK

Marius ha detto...

Never mind GMak, never mind...

Anonimo ha detto...

...?!!!?...

GMaK

Anonimo ha detto...

Eh sì...
In questi casi un never mind ci sta sempre bene. Meglio sorvolare, dopo un piccolo, ma inevitabile sfogo.

Comprendo le problematiche cui fai riferimento. In un anno che sono stato a casa ho assistito a diverse scenette simpatiche.
Mi piace molto la contrapposizione dialettica che hai evidenziato - ma che spesso si traduce stranamente in un'ambigua forma di fusione - tra passione e "pericoloso volontariato compulsivo", che ben rende l'idea di alcuni atteggiamenti di schizofrenia cui regolarmente assistiamo su qualche campo atletica.
A volte si fa del campanilismo inutile, così come troppo spesso ci si fa una inutile guerriglia tra piccole realtà, perdendo il senso della misura, della civiltà e, soprattutto, della dimensione sportiva.

Francamente speravo di trovare una situazione più piacevole al mio ritorno, ormai imminente. E soprattutto un fronte comune, seriamente intenzionato a lavorare per la crescita dell'atletica regionale e per il miglioramento della realtà locale.
E quando parlo di realtà locale, faccio riferimento, per ovvie ragioni, all'area teatino-pescarese.

Un saluto da un Sat che torna con gioia ad intervenire su questo blog

Marius ha detto...

Per fortuna l'amicizia non ha bisogno di bandiere (né tanto meno di campanili). I progetti, per essere realizzati, hanno bisogno di contesti adatti. Ma questa è un'altra storia. Guai ad intrecciare 'piani' diversi.

Bentornato Sat. Col cuore.