martedì 11 novembre 2008

L'Assemblea Regionale Fidal e gli spettri del rapporto Coni-Censis



Domenica prossima la Fidal Abruzzo dovrebbe voltare pagina. Si va al rinnovo del consiglio regionale Fidal, per un nuovo presidente, Domenico Narcisi, e una squadra (il sostantivo parrebbe quello giusto) di consiglieri realmente operativi. Vedremo se prevarrà ancora la "logica" dei triti giochetti di potere oppure si seguirà la via del progetto finalizzato alla rinascita del nostro movimento atletico. Vedremo. L'unica certezza è nella necessità di un ritorno al lavoro intelligente e continuo che, a mio avviso, deve precedere qualsiasi operazione di marketing. Bisogna promuovere solo ciò che può essere verificato, validato, sul piano innanzi tutto etico. Un buon progetto scolastico oggi vale più di mille uomini immagine (che magari potrebbero pure imbrogliarci col doping). Facciamo correre, saltare e lanciare, parliamo pure di agonismo, ma sempre dopo aver educato alla salute.
Bisogna quindi mettersi subito al lavoro ché i problemi da affrontare sono tanti. Avete provato a dare un'occhiata al 1° rapporto Coni-Censis su "Sport & Società"? Chi non ne sapesse nulla può cliccare qui e scaricarne un'interessante sintesi in formato pdf. Buona lettura.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

una letta veloce sono riuscito a darla: ho letto cose che mi lasciano un po perplesso, altre di cui non capisco il senso e altre che mi regalano una risata.
vedrò di leggere meglio.

ma vorrei chiedervi subito aiuto.
a pag 33 nella tabella dei valori espressi dallo sport c'è la separazione tra "rispetto delle regole" e "onestà" con percetuali di 'espressività' che trovo per lo meno bizzarre.
mi sono perso qualcosa?

MarcoZ.

Anonimo ha detto...

Ciao Mario!

Ho appena letto il tuo post e non ho ancora avuto modo di leggere il rapporto. Anche se avevo già letto un articolo. Mi pare che si facesse riferimento alla scarsa attività motoria del nostro Paese (circa il 41% della popolazione è sedentaria).

Ho visto ieri o l'altro ieri che grosso modo in tutta Italia (mi pare 15 Regioni) sono già state effettuate le elezioni dei Consigli regionali.
Come mai da noi questo posticipo?

A presto.
Sat

Anonimo ha detto...

Davvero interessante il rapporto Sport & Società condotto dal Censis.
Ribadisco quanto il tuo blog possa essere stimolante alla conoscenza.
Non avrei mai letto le 67 pagine in argomento!
Soprattutto perché non credo molto nei rilevamenti statistici.
Ma l’ho letto con attenzione per amore alla curiosità che mi caratterizza e per poter commentare il post… pensa tu!!!
Ecco i punti che mi hanno colpito:

1-Sono più gli uomini a praticare sport rispetto alle donne… e ne avevo il sospetto.
2-20% della popolazione dai tre anni in su praticano sport con continuità. pensavo di più!
3-Il 24% dei praticanti è dedito al calcio . Che rammarico!
4-Alta quota dei volontari che operano con organismi sportivi. È vero, l’ho verificato, ma non credevo fossero tanti.
5-La differenza di ore di attività motoria nelle scuole tra Italia e Francia. Possibile che i francesi ci battono con così tanto divario?
6-Su 5 trasmissioni televisive di sport con maggiore audience nel 2007, 4 sono partite di calcio. No comment
7-Complimenti alla regione Trentino registrata come la regione con meno sedentarietà. Anche in altri settori ( ho appreso) questa regione sta avanti!!!

Grazie della lettura consigliata, ma la prossima volta consigliami qualche tuo racconto che avrai voglia di inserire in un post.
Ciao a tutti.
Carla

Anonimo ha detto...

Caro Mario,

l'argomento è complesso e merita un'attenta riflessione.
Poiché tempus fugit ed io ne ho davvero poco, dividerò le mie argomentazioni.
In prima battuta mi limiterò a svolgere qualche breve considerazione sulla parte relativa alla "impiantistica sportiva italiana", pp. 17-25, perché vi ho trovato diversi argomenti interessanti e degni di riflessione.
Prossimamente tornerò sul resto, anche perché le cose da dire sono davvero tante.

Solo una piccola premessa.
Sognatrice dice:
"Non avrei mai letto le 67 pagine in argomento!
Soprattutto perché non credo molto nei rilevamenti statistici.
Ma l’ho letto con attenzione per amore alla curiosità che mi caratterizza e PER POTER COMMENTARE IL POST... PENSA TU!!!".
Eccone un'altra che hai rovinato...

Tornando al Rapporto, a p. 17 si dice che "allo stato attuale non sono disponibili dati aggiornati, rilevati in tempi recenti, sulla consistenza del patrimonio di impianti sportivi presenti sul territorio".
Francamente l'affermazione, a mio modo di vedere, ha quasi del paradossale.
Il rapporto ci snocciola una serie impressionante di dati, rilevazioni e statistiche, e poi scivola sulla ricerca più facile - bastavano semplici sopralluoghi sui posti, anche da parte di membri delle federazioni locali.
Ad una prima lettura mi è venuto da pensare che la questione sia stata fatta trascurata di proposito. A maggior ragione dopo aver letto il seguito.

All'inizio del rapporto si parla di qualcosa come uno "spazio elementare sportivo" ogni 379 abitanti.
Perdonate l'ignoranza. Ma cos'è uno spazio sportivo elementare?
Se parliamo di stadi, palestre, piste, campi da tennis, ecc. ecc., ok.
Ma non è che vengono presi in considerazione, tanto per far numero, anche i campetti di periferia? Magari anche quelli assolutamente privi di manutenzione e dove praticare attività sportiva dipende solo dalla buona volontà dei ragazzi? Io l'ho fatto una vita e tuttora, appena posso, scappo a giocare con gli amici al mitico campetto della scuola media De Lollis. Di recente è stato ristrutturato, ma per anni è rimasto in condizioni indicibili.
E di campetti di periferia disastrati e di gran lunga più malridotti ne ho visti parecchi. Mi piacerebbe dunque sapere se anche questi entrano a rimpolpare la rilevazione.

Il rapporto sottolinea e ribadisce il "divario rilevante tra Nord e Sud". Ma la cosa non stupisce affatto e si resta nell'ambito del normale.
Peraltro l'offerta di spazi per l'attività sportiva è relativamente più sostenuta nei piccoli centri e nelle aree urbane medio grandi (p. 19). E noi in Abruzzo ne siamo testimoni, se consideriamo quali siano le località che, ad oggi, offrono le strutture migliori.

Guardando meglio all'orto di casa nostra, piste e pedane sono in profondo ribasso (insieme alle... piste da bocce! Queste due tipologie di struttura vengono associate a questi fini...). I valori sono bassi ed i ritmi di crescita molto meno sostenuti che in altri ambiti (p. 19).
Ovvio.

Uno degli argomenti che più mi fa pensare è il seguente.
Dal 1989 è stata inesorabile la crescita delle strutture private, così come, in parallelo, la riduzione di quelle pubbliche (a finanziamento pubblico).
Domanda: è un bene?
Gli sport minori, se non interviene la spesa pubblica, come possono godere di strutture efficienti e adeguate (non parlo nemmeno di impianti all'avanguardia).
Sono dimiinuiti notevolmente gli importi erogati a livello nazionale. Dai 300 milioni di euro del 2003 ai nemmeno 190 del 2006.
E soprattutto: su 100 mutui, 22 sono finalizzati alla costruzione di nuovi impianti, mentre 78 servono a completare o ristrutturare quelli esistenti (p. 22).
Evidentemente, l'intento attuale è quello di ripristinare l'esistente piuttosto che costruire nuove strutture.
Per l'atletica la conseguenza è quella di non poter raggiungere, in molti casi, l'indipendenza dal calcio - e a Chieti sappiamo quanti problemi di coesistenza ci siano stati negli anni.

L'unica eccezione è il Lazio. Secondo le stime è la Regione più attiva e la crescita si riscontra sotto tutti i profili, eccezion fatta per i campi da tennis. Qualche miglioramento anche nell'atletica leggera. A testimonianza del fatto che, se si vuole, si può.

Un'ultima considerazione sul paragrafo 2.6 (pp. 24-25).
Si parla di: 1) un inevitabile intreccio tra "turismo di alta gamma" e sport; 2) investimenti in grandi centri commerciali o del tempo libero nei quali sono inseriti, "come complemento di funzioni" (!!!), spazi legati all'area benessere, al fitness e al golf; 3) investimenti pubblici o privati orientati a grandi interventi con al centro la realizzazione di nuovi stadi "contenitori" o di "città dello sport", veri e propri poli architettonici di notevoli dimensioni; 4) investimenti privati, non legati al turismo, pensati per complessi sportivi di notevoli dimensioni che fanno da contenitori ad altre funzioni commerciali.
In definitiva, questo è "il nuovo segno concettuale degli investimenti della nostra contemporaneità: non più e non solo spazi per l'attivià fisica, ma spazi per il consumo integrato del tempo libero".

Scusate, ma stiamo parlando di sport???
A me sembra che ci sia un po' di tutto (merchandising, strategie di marketing, turismo, fitness, benessere, business di ogni genere, ma sport proprio no. O in misura infima.
Sarò un tradizionalista, fors'anche un conservatore (datemi pure del reazionario, se preferite), ma io lo sport lo leggo in una chiave un po' diversa. Quello di cui si parla in questo punto della relazione è un abile strategia di mercato, attraverso la quale si cerca di far soldi promuovendo, tra gli svaghi, anche un po' di attività sportiva e di benessere fisico (nuoto, nel migliore dei casi, altrimenti palestre, golf, saune, bocce, bridge, tressette col morto, ramino, scala 40...).

Scusate la lunghezza, sempre eccessiva, ma la colpa è di Mario.
Se non fosse stato per causa sua, neanch'io mi sarei mai sognato di leggere questa benedetta relazione...

Sulla questione onestà, doping, rispetto delle regole, penso che non interverrò. Preferisco attendere il corso degli eventi...
Tornerò invece su altri dati statistici che mi hanno colpito.

Per chiudere solo una domanda.
Spesso mi capita di connettermi e di non trovare i tuoi post. E ciò sebbene, a quanto leggo, tu li abbia inseriti molto prima (anche qualche ora) della mia connessione. Come mai?

Saluti.
Sat

Marius ha detto...

Scusate ragazzi, ma iniziate a farmi venire qualche senso di colpa. Vi sto praticamente istigando alla lettura. Se ci scoprono facciamo una brutta fine (sono tempi difficili per gli intellettuali).

Per "Sognatrice": a breve posterò un raccontino dei miei.

Per Sat: ti spiego l'arcano dell'orario dei post. Questi vengono datati e "orariati" dal momento in cui apro il file sul blog stesso. Può capitare che io apra il file, scriva il titolo, inserisca la foto e poi salvi in bozza per fare qualche altra cosa. Quando riprendo il lavoro, magari due ore dopo, l'ora risulta essere sempre quella dell'aperura della bozza.
Diamine, ma che fai ti leggi pure le "etichette"?

un abbraccio a tutti. mario