giovedì 21 ottobre 2010

Föra di ball

Adesso dallo Stadio Adriatico ci buttano fuori alle sei del pomeriggio. Via dalle balle del ‘tartan’, senza troppi complimenti! (Un camioncino minaccioso fa due giri del campo per ricordarcelo). La doccia dura quasi più dell’allenamento. Con le docce non si cresce (marciatori e corridori non sono cocomeri). Ieri, finiti gli esercizi di tecnica e di rafforzamento muscolare, c’è stato giusto il tempo di correrci (e marciarci) su qualche chilometro. Roba buona per fare attività ricreative, non proprio fitness.
Così non verranno mai fuori Atleti, corridori e marciatori. Solo cocomeri e pomodori, ma a tempo debito (ché per gli ortaggi c’è bisogno del sole giusto). Forse ho capito perché dalle nostre parti molti preferiscono preparare gli 800m.
A fare Atletica (Atletica Abruzzese), non fitness, si è rimasti in pochi. I miei ‘picciriddi’ sanno già che gran parte della loro fatica necessaria si svolgerà fuori dagli orari part time del catino azzurro (È da un po’ che mi aggiro per altri sentieri, accompagnato dal rassicurante cigolare della fedele ruota metrica).
L’Atletica ha bisogno di tempi lunghi. Tutto il resto è pilates alla buona, per ortaggi in attesa di un altro sole.

10 commenti:

Biansi ha detto...

da ragazzo ho vissuto la situazione opposta: dividevamo il campo sportivo con i calciatori e siccome l'acqua per la doccia era limitata, solo chi finiva prima riusciva ad averla calda; non che i calciatori si ammazzessero di fatica nei loro allenamenti; solitamente rientravano prima di noi che, finito il programma giornaliero, ci fermavamo a giocare a calcio in spazi spropositatamente grandi per il numero dei componenti delle squadre (in fondo era solo una scusa per correre ancora, nascondendo la nostra incapacità con la palla...).
Ma se qualche volta si finiva prima, essendo figli di un dio minore, ci toccava comunque aspettare che gli dei della pedata, tronfi al punto che sembrava camminassero sospesi da terra, spazzassero dal corpo le loro tremende fatiche con abbondante acqua, incuranti di noi poveri e modesti praticanti di uno strano sport chiamato atletica.

Anonimo ha detto...

Spettacolare questo blog! Uahauahauahauauahuahuahau...che ridere...ahahahahahah...mi fai morire!!


Gis

Marius ha detto...

Non sono io che ho il gusto del grottesco, purtroppo. È la realtà Gis, la nostra realtà... (il prossimo post sarà una specie di petizione per commenti).

m

Anonimo ha detto...

Leggevo in questi giorni qualche commento sulla recente maratona di Pescara.
A quanto pare è stata un successo, con un notevole incremento dei numeri, sia per quel che riguarda gli iscritti che per gli arrivati. In effetti, rispetto all’anno scorso in cui tagliarono il traguardo soltanto 141 persone, il miglioramento è stato sicuramente incoraggiante.
È un evento che, come pronosticavamo in esito alla prima edizione, quella del 2008, ha incontrato qualche difficoltà nel riuscire a ritagliarsi il suo spazio, in un periodo dominato da altre competizioni più blasonate ed ormai consolidate negli anni (Carpi e Venezia su tutti). La prima edizione, oltretutto, si era svolta in una data ancora poco felice per una maratona (prima domenica di ottobre), in cui il clima, a Pescara, è troppo caldo per disputare una gara di fondo. Pur con un parco partenti di ottimo livello e di gran lunga superiore a quello delle ultime due edizioni, fu molto dura per tutti chiudere la gara (anche se Solomon Rotich riuscì comunque a transitare sul traguardo in un valido 2h11’58”). Adesso, invece, la data è di molto migliore, anzi, direi perfetta per una manifestazione di alto livello. Temperatura fresca, buone probabilità di correre col sole, percorso particolarmente bello e caratteristico (anche il passaggio sul ponte, seppur impegnativo, aumenta la suggestività del tracciato). Con un costo di iscrizione ridotto rispetto ad altre manifestazioni di pari livello.
Nonostante le difficoltà che l’organizzazione continuerà a dover fronteggiare, in futuro, per limitare la pesante concorrenza di altri appuntamenti importanti, le prospettive di crescita sembrano comunque esserci, proprio per la presenza di condizioni climatiche ideali e di un tracciato affascinante e quasi completamente pianeggiante a ridosso del lungomare, nonché per il prezzo vantaggioso.

Anonimo ha detto...

Tuttavia, ho anche saputo – anche se la cosa non è stata scritta da nessuna parte – che a metà gara, un valido atleta delle nostre zone si è fatto trovare sul percorso, forse già d’accordo con gli organizzatori, per aiutare il leader della gara nella seconda parte della competizione, quella notoriamente più impegnativa. Parlo di previo accordo perché il suo ingresso è stato annunciato dallo speaker della manifestazione, quasi che fosse una cosa da reclamizzare.
Come tutti sanno si possono assoldare delle lepri per dettare l’andatura fino ad un certo punto della gara. Ma non è assolutamente consentito far entrare atleti non iscritti nel bel mezzo della gara soltanto per aiutare un altro concorrente. Altrimenti ci sarebbe già stato un abuso di una simile strategia.
Per carità, la mia non vuol essere una critica verso l’atleta, per così dire, “favorito”. Bravissima persona, sempre estremamente corretta in gara e fuori, e podista di ottimo livello e che stimo molto. Peraltro assolutamente sfortunato a Pescara, dove sicuramente non ha raggiunto l’obiettivo cronometrico inizialmente preventivato. Ma si sa che in maratona gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo e non sempre le cose vanno come si vorrebbe. Resta comunque la consolazione – e scusate se è poco – di aver vinto una maratona internazionale.
Però resta anche che la pratica attivata non può propriamente definirsi regolare. Far entrare un altro atleta a metà gara non esiste nella maniera più assoluta e si tratta di cosa ben diversa rispetto all’avvalersi di una normale “lepre”.
In passato è stata contestata la Radcliffe quando fece il record del mondo femminile di maratona con l’aiuto di una lepre uomo – mostruoso quel 2h15’25”; e i più attenti ricorderanno come la Console fu letteralmente “spinta” per parecchi chilometri dal fortissimo Capotosti durante una maratona di Carpi di 4-5 anni fa – chiusa peraltro in un gran 2h28’ –, con la conseguenza che la Rai dovette limitare al minimo le riprese sulla testa della corsa femminile, proprio per non pubblicizzare la scorrettezza.
Adesso, invece, contestiamo la presenza delle bici sul percorso, i cui effetti benefici, almeno sul piano fisico, sono comunque da valutare, ma si tace su altre infrazioni, a mio giudizio, più gravi.

Un saluto.
Sat

Biansi ha detto...

Sat, sono completamente d'accordo su tutto ciò che hai scritto, in primis sulla correttezza del vincitore, tuttavia ti voglio segnalare che la notizia è stata riportata sul sito del Corrilabruzzo (clicca qui) dell'amico Federico Violante.
Personalmente seguivo la maratona in bici (regolarmente autorizzato) per accompagnare e sostenere un mio amico, quando al 38mo km abbiamo incrociato il primo mi sono stupito nel vederlo correre affiancato da un altro atleta, poiché in precedenza aveva condotto sempre gara solitaria; sul momento ho pensato fosse il componente di qualche staffetta, anche se mi sembrava strano che non avesse il pettorale; qualche giorno dopo, leggendo la cronaca che ti ho segnalato, ho avuto la certezza del mio sospetto e mi sono veramente sorpreso della leggerezza degli organizzatori, perchè questa pratica è squalificante non per l'atleta vincitore, ma per la serietà della manifestazione.
Alla fine si finisce sempre per affogare in un bicchiere d'acqua...

Anonimo ha detto...

ciao Mario, Grottammare che dire? nuova atletica lanciano in evidenza nel settore giovanile un paio di pazze allieve abruzzesi tra le prime otto nel campionato italiano su strada una Di Vincenzo protagonista.Fidalabruzzo,fidal chieti ,fidal dei miei stivali nemmeno una riga.CAMBIAMO REGIONE COSI' VOGLONO RILANCIARE L'ATLETICA E' UNA VERGOGNA. SCUSA LO SFOGO TI ABBRACCIO G.

Anonimo ha detto...

Siamo tutti bravi a parlare, anzi, a scrivere su un blog nascondendoci dietro un'iniziale puntata.
Chiamami e le lamente sulla FIDAL Chieti fammele a voce che poi ti rispondo a tono.

Nunzio Varrasso
Presidente CP Chieti
328 3184029

Marius ha detto...

... cerco di spezzare una lancia a favore di entrambi ("G." e "Nunzio"): conosco Nunzio, il suo impegno concreto ed eroico in Fidal Chieti, per nulla assimilabile a quello della federazione regionale; comprendo quindi la sua reazione; riesco pure a comprendere lo sfogo 'scomposto' di G.
(l'esasperazione purtroppo può fare 'casini').
Cerchiamo, tra persone di buona volontà, di ritrovare la via del dialogo. Parola di "rompiblogger".

m

Anonimo ha detto...

Beh, in effetti Fidal Abruzzo e FIdal Chieti sono due cose un po' differenti, sarebbe fuorviante un accostamento...

Rispondo poi a Baiase.
Il problema, come avrai facilmente notato, è che nell'articolo si parla della questione come di una cosa apprezzabile. L’autore sembra quasi elogiare il fatto che, per la seconda metà di gara, sia stata riservata una lepre d’eccezione. Al contrario, dovrebbe passare un altro tipo di messaggio e cioè che si tratta di una manovra da censurare.
Anche perché il vincitore non ne ha tratto alcun vantaggio – anzi, probabilmente è stato solamente innervosito dal suo accompagnatore, visto e considerato che dopo tre quarti di gara è stato torturato dai crampi e non è riuscito a chiudere come avrebbe voluto e potuto fare.
Ma questo è un altro discorso.

Un saluto.
Sat