martedì 27 luglio 2010

La venti per frammenti

Barcellona, 27 luglio 2010, 20^ edizione dei Campionati Europei di Atletica Leggera; finale dei 20 km di marcia maschile.

La marcia parte e arriva per strada. Come a Berlino lo scorso anno. Fuori dallo stadio, la marcia. Fuori dalle balle (sembra quasi un’esortazione non verbale). Ed è uno strano spettacolo quel marciare alle otto del mattino; un gruppo sparuto di pochi esperti e qualche emergente ‘novità’. Un gruppo da cui si attendevano i fuochi d’artificio di un Borchin, campione olimpico dal forfait facile, assente di lusso dell’ultimo minuto. Mannaggia ‘sti russi! Non fai in tempo ad imparare un cognome che ti tocca mandarne a memoria un altro. Emelyanov è l’’altro’. Ma non un ‘altro’ qualsiasi. Emelyanov è un diciannovenne che ha già vinto tutti i titoli giovanili internazionali del taccopunta. Uno col primato mondiale di categoria sui 10 km, l’anno scorso, e con un ‘minaccioso’ 1:19:43 sulla distanza olimpica dei 20 km, quest’anno. Ma può vincere un quasi diciannovenne all’esordio di
un europeo assoluto?

Gli italiani. Brava gente. Schwazer ‘doppio’ scalda il motore sulla 20 km per l’impegno principale, quello sulla 50 km. O forse no? Mica è uno qualsiasi Alex sulla distanza ‘breve’, col suo fresco primato italiano stabilito a Lugano quest’anno. 1:18:24, che è pure la migliore prestazione mondiale stagionale. Roba da vincerci gli europei, e a mani basse, altro che ‘riscaldamento’!

Giorgio Rubino ha fame di risultati. La determinazione, la grinta non gli mancano. I chilometri però sì. Reduce da una serie di infortuni che avrebbero annichilito pure Giobbe con tutta la sua biblica pazienza, Giorgio lotterà per il podio, anche oggi, come suo solito.

Ivano Brugnetti potrebbe ancora vincere tanto. Potrebbe. Ma, dentro di sé, in un angolo della sua mente nascosto pure a lui stesso, c’è un meccanismo che gli blocca le gambe quando la danza si fa frenetica. Quel meccanismo è forse una domanda che esige una risposta netta. Bisogna ascoltare la domanda. Bisogna rispondere.

La gara. Si parte in ventisette, con Alex a menare la rumba seguito da Emelyanov e il romeno Casandra. Dietro Rubino e Brugnetti ad inseguire, assieme al portoghese João Vieira, all’irlandese Heffernan, al bielorusso Simanovich e all’altro russo Krivov. Gli spagnoli, Molina in testa, sono ancora più indietro (roba da non credere!). Emelyanov, nonostante un rosso, procede spedito sul filo dei 15 km/h. Marcia bene il russo. Sorprende la grande padronanza del gesto che si può leggere in un atteggiamento rilassato del volto che sembra fare da preludio ad un attacco imminente, il cambio di ritmo che non perdona. Forse Alex avrà percepito tutto questo. Decide quindi di rientrare nel gruppetto degli inseguitori, assieme a Giorgio e Ivano. Il romeno Casandra aveva già mollato la presa da un po’. Ai 10 km Emelyanov passa in 40:14. Viaggia con circa dodici secondi sul gruppetto di Alex. Si marcia sul filo dei 4:00/km, qualcosa inizia a cambiare: a quasi 500m dal dodicesimo chilometro si ferma Brugnetti. “È la testa” sembra dire lo stesso Ivano ai tecnici a bordo tracciato, con un eloquente tamburellamento dell’indice sulla tempia.

La gara è nella sua fase cruciale. Alex rimane col portoghese Vieira e l’irlandese Heffernan. Si stacca Rubino col bielorusso Simanovich davanti che verrà però squalificato intorno al quindicesimo chilometro. Alex sembra voler tentare un ultimo estremo assalto ad Emelyanov, ma questi ora gira sotto i 4:00/km. Non è cosa. Meglio controllare Vieira, che sembra piuttosto vivace. Heffernan si stacca. Sembra fuori dal podio. Si procede così fino a circa cinquecento metri dal termine. Emelyanov va a vincere il suo primo titolo continentale ‘adulto’, in 1:20:10; Alex stacca Vieira e gli dà undici secondi al traguardo (1:20:38 contro 1:20:49). Quarto Heffernan in 1:21:00. Quinto Giorgio Rubino in 1:22:12.

“Capolavoro tattico” dice Sandro Damilano alla giornalista italiana. Il CT della marcia ha ragione, da vendere. Alex non ha sbagliato una mossa. E un argento europeo è sempre una gran medaglia, dico io. Ma le facce dei tecnici italiani in zona traguardo sembrano dire altro. È stata una gara strana, su di un circuito strano, lungo solo mille metri (ma come faranno i cinquantisti a girare in tondo cinquanta volte?), un invito alla ‘corsetta’ ad ogni giro di boa. Per certi versi il primo campionato europeo davvero abbordabile per i nostri uomini.

Se i nostri tecnici azzurri avessero ascoltato le parole profetiche del mio amico Augusto, magari oggi avrebbero uno stato d’animo diverso. Ieri sera prima di tornare a casa in bici, Augusto appunto, incrociandomi mi fa: “Statti a vede’ domani, Mario: primo un russo, secondo Schwazer…”. Ah, la forza di un inconsapevole profeta…

(La foto del post è tratta da http://www.fidal.it/)


11 commenti:

Anonimo ha detto...

Bella la narrazione, molto più coinvolgente di quella che appare sul sito della Fidal.
E grande Augusteve, che, da vate ormai consumato, snocciola previsioni simili a sentenze inappellabili...

Quanto alla gara, è chiaro che un pensierino all'oro noi italiani ce lo avevamo fatto, specie alla luce del primato stagionale ed anche se in gara ci fosse stato il fortissimo Bolchin.
Però va riconosciuto che, in una specialità come la marcia, un argento europeo ha un valore molto più alto che in tante altre discipline, perché il livello è indubbiamente da vertici mondiali.

Percorso in effetti un po' anomalo, perché girare su un circuito da 1 km può essere, a volte, demotivante.
Quanto all'emancipazione della marcia - il termine mi sembra più apprezzabile rispetto ad "emarginazione" - direi che si potrebbe ovviare al problema con soluzioni in stile maratona: ingresso in pista e chiusura sul manto rosso (ops, ormai se ne vedono di tutti i colori...). In questo modo si restituirebbe la giusta visibilità e la giusta importanza ad una disciplina tra le più faticose del programma.

Un saluto.
Sat

Anonimo ha detto...

Bellissimi i 10.000m di ieri sera.
Ok, qualcuno dirà che correre in 28'27" non è poi una grande impresa, a maggior ragione se pensiamo che, non più di 8 anni fa (edizione di Monaco 2002, in cui Baldini chiuse in 27'50", restando ai piedi del podio nella volata a 4 con Martinez, Baumann e Rios), il decimo - Rachid Berradi - fece segnare lo stesso tempo del vincitore di ieri.
Però era da tempo che non si vedeva qualcuno dei nostri seguire i treni giusti e battagliare lì davanti con autorità per una delle medaglie che conta.
Non importano nemmeno i commenti di Bragagna ("in questa specialità l'Europa è un pianerottolo rispetto al mondo") e di Panetta ("buon fondo medio"), perché alla fine ogni gara fa storia a sè.
Tra l'altro gestione perfetta da parte di Meucci, se si pensa che quest'anno aveva corso in 28'18" ad aprile a Roma e quindi si è confermato sui suoi livelli anche nel momento più importante della stagione agonistica.
Non male - anche se forse la condizione non era la migliore dell'anno - per il mio idolo Lalli, che comunque chiude settimo rimanendo per tre quarti di gara nel vivo della corsa.

Nelle altre gare, bene anche la Cusma, che forse non si aspettava un ritmo così veloce fin dalle baterie (58"07 ai 400 e 1'59" per la vincitrice della batteria).
Bene anche Donato e Schembri nel triplo e grande Fassinotti, unico dei nostri a qualificarsi per la finale dell'alto pur essendo il più giovane. Bene anche gli sprinter, che fanno sperare in una bella staffetta veloce.
Mi sembra che per ora la manifestazione continentale sia iniziata sotto buoni auspici.

Un saluto.
Sat

Anonimo ha detto...

be', marcia a parte Augusto è immenso...l'altro ieri tornavamo in bicicletta dal parco, passando davanti lo stadio vedo un assembramento strano di gente...dico...ma che ci sta? na' partita...Augusto mi fa...no..c'è un concerto..."un gruppo degli anni 70"...boh! dico tra me, e che sarà mai?....Cazzo! Erano i Deep Purple!!!...ma vi rendete conto?...per lui, come se niente fosse (e niente sono!..in fondo non siamo niente tutti) era solo "un gruppo degli anni 70"...siamo passati veloci..incuranti di loro e di tutti...L'incommensurabile levità di Augusto!

Anonimo ha detto...

come al solito ho dimenticato di firmare...ma tanto non siamo nulla, nemmeno se ci firmiamo...ma nulla è dierso da anonimo...anonimo non lo sarò mai!
Paolo Dell'Elce

Anonimo ha detto...

...sono al lavoro sia la mattina (ufficio) che la sera (stadio/casa) ma cerco cmq di seguire gli Europei..finora belle gare, grandi emozioni anche dai nostri , indistintamente...ma...ho un "ma"... i 10000 femminili...uno strazio... indicibile.
Si può perdere in vari modi, ma quello che ho visto l'altra sera credo sia il peggiore in assoluto; in mostruoso ritardo già dai primi km... pardon, metri...MAH!!!
Sorry.

GMak

Anonimo ha detto...

P.S.: ho aspettato 28 minuti di trsmissione su un canale privato nazionale, mi sono sorbito 28' di calciomercato pur di sapere com'era finito Schwarz...in 12" il cronista ha detto "deludente 2° posto"...e ha riattaccato con le ultime dal calcio...

vabbè, meno male che ai mondiali "LI" hanno presi a calci in culo.

Sorry ancora.
GMaK

Anonimo ha detto...

Guarda, finché a dirlo è un giornalista che si occupa di calcio non è una tragedia.
O meglio, è un malcostume tanto diffuso quanto fastidioso, però ormai ci siamo abbastanza abituati.
Il problema si pone quando i commenti banali o molto semplicistici li fanno i giornalisti di atletica. Che ovviamente non hanno mai fatto atletica...

Quanto al 10.000m femminile, il discorso è un attimino più ampio, però per molti versi condivido.
Va precisato - ma GMak lo sa benissimo, perché anche nelle discipline veloci e negli ostacoli si verifica la stessa cosa, anche se il dato è meno evidente proprio a causa della brevità della gara - che tra le donne il divario tra le migliori e il resto del gruppo è più marcato che tra gli uomini. E' per questo che sui nastri di partenza potevi trovare una Elvan Abeylegesse, forte di un PB di 29'56", e diverse atlete - tra cui la Dal Rì - con un PB intorno ai 33'20"-33'30" (e dunque un differenziale di quasi 4', praticamente tre giri di pista). E' chiaro che, per un atleta che corre 15"-20" al km più piano è impensabile provare a reggere il ritmo delle prime della classe.
Tra gli uomini, invece, il divario si attestava nell'ordine dei 60" e quindi è normale che, partendo a ritmi "soft" (in fondo Panetta non aveva tutti i torti quando parlava di "buon fondo medio" al passaggio al secondo chilometro...), il gruppo sia transitato più o meno compatto fino a metà gara.
Tuttavia, quello che mi ha notevolmente stupito è stato vedere un'atleta, peraltro non di primo pelo, che parte sui propri ritmi e si ritira dopo due terzi di gara, rimanendo stesa sulla pista ai limiti del collasso. Capisco che la Dal Rì sia trentina e possa aver sofferto il caldo catalano, però non è normale cedere così di schianto...

Quanto ai mondiali, dai, purtroppo CI hanno presi a calci...

Un saluto.
Sat

Marius ha detto...

... due 'cadute' un po' diverse, non credete?

m

Anonimo ha detto...

Completamente...
Anche se, a livello figurato, si poteva intravedere il tonfo dell'Italia cacistica nell'immagine di Federica dolorante a bordo pista...

Le previsioni di Augusteve sulla 50 km di marcia? Ormai era divenuto infallibile come il polpo Paul... Francamente, non pensavo ad una vittoria in scioltezza, ma credo che fosse insospettabile un tracollo come questo. Speriamo soltanto che il buon Alex non faccia la fine di Brugnetti...

Per il resto abbiamo già perso - e questo secondo era ancora meno sospettabile - la Di Martino, che sembrava tornata sui livelli del 2007. E ieri Donato non ha proprio trovato la pedana.
Dopo una bella partenza, siamo già tornati a ridimensionarci...

Sat

Marius ha detto...

Augusto? Dice che le merendine non portano bene (e al ritiro di Schwazy ci aveva pensato).
E Gibilisco?

m

Anonimo ha detto...

Bravo, cattivo e anche fortunato.
Vediamo...

Sat