lunedì 21 aprile 2014

L'apparir correndo

Basta un timido sole che occhieggia tra una nuvola e l'altra e la complicità del calendario che corre inesorabile verso giugno (et ultra), che facebook si riempia di singolari promozioni di tipo pseudo-salutistico in chiave "endurance", atletico e non. Cerco di spiegarmi meglio con un esempio, pure nel tentativo di smentire il divino Flaiano ("Se lei si spiega con un esempio non capisco più niente"). Dalle mie parti il marciapiede della riviera è tutto un pullulare di "uomini di ferro" (molte le donne, in verità) che corrono a tutta manetta e a tutte le ore del giorno, bardati con magliette e fuseaux variopinti e con ai piedi calzature che pesano meno dei loro lacci. Nella maggior parte dei casi sono over 40 dai trascorsi atletici risibili e persi dentro vagonate di pranzi, pranzetti, cene e cenette il cui numero è pari soltanto ai finti sensi di colpa che agitano in modo convulso i loro arti inferiori.

Per carità, ogni motivo è buono per muoversi, per abbandonare il divano e cominciare a bruciare grassi 'cattivi'. Ma in molti casi, a guardar bene l'espressione contratta e truce di certi volti, si ha l'impressione che una veloce e bizzarra forma di nevrosi collettiva si diverta a fare strage di neo e vetero-sedentari, ognuno con l'alibi forte della salute a tutti i costi e con il sogno segreto (ma neanche tanto) di poter tagliare il traguardo di una prova dell'Ironman (meglio se davanti al compagno di squadra e di allenamento) oppure di stracciare questo o quel "crono" nella maratona. Ecco perciò il fiorire di un mercato paraculo e in linea con il crescente bisogno di apparire 'fenomeni dell'endurance', narcisi del VO2max e della potenza lipidica.

Recita così la réclame: "Allenati con noi: programmi di allenamento per singoli e gruppi; personal training. Massaggi, ceretta totale integrale (donna, uomo), pulizia viso". E il cerchio si chiude. Veloci alla meta e glabri, perché non si dica: "Non ce l'ho fatta per un pelo".

domenica 13 aprile 2014

Il sorriso sereno della volontà

Scrivere (ancora) di Vanessa mi imbarazza un po'. Non sono affatto incline all'autocelebrazione ed essendo io il suo allenatore è molto facile che con questo scritto possa naturalmente contravvenire al mio personale dettato morale. Ma ci sono storie che meritano di essere narrate e perciò sono disposto a correre questo rischio.

Vanessa sorride. E dentro quel sorriso c'è tutto il suo mondo. Vorrei che i ragazzi che alleno (ma anche tutti gli altri, sportivi e non) facessero tesoro dell'esperienza di quel volto disteso, mai contratto seppur affaticato nel duro impegno quotidiano. Chi ha fatto sport agonistico, chi ha corso e marciato a lungo per obiettivi importanti, conosce il dolore soave della fatica, che muove dallo stomaco per serrare la gola. Ebbene Vanessa conosce pure, per istinto ed educazione, quell'arcano capace di sciogliere il grumo scuro di sofferenza inesorabile, destino inevitabile di chi cerca ogni giorno la propria vetta. L'arcano è un sorriso leggero.

Oggi, nel giorno del suo esordio in Nazionale a Podebrady (suggellato da una splendida vittoria), le auguro di continuare a crescere dentro quella leggerezza, donandone un poco anche a noi.