giovedì 5 agosto 2021

IL BUON GIORNO SI VEDE DAL SOL LEVANTE

Foto di FIDAL COLOMBO/FIDAL

Il buon giorno del marciatore Massimo Stano si vedeva già dal mattino di quattordici anni fa. Chi ha buona memoria ricorda un quindicenne agilissimo e assai resistente capace nel 2007 di marciare in 17'07"3 la distanza dei 4 km su pista. Credo sia ancora la migliore prestazione italiana Under 16 (e chi gliela toglie).

Massimo Stano fu avviato alla marcia da Giovanni Zaccheo a Palo Del Colle (Bari). Era il 2006 e in quel periodo la Puglia brulicava di talenti del tacco-punta (Antonella Palmisano, Anna Clemente, Francesco FortunatoGiovanni Renò, solo per citarne alcuni) grazie alla dedizione di tecnici come appunto Giovanni Zaccheo, nel barese, e Tommaso Gentile nel tarantino, con la sua gloriosissima Atletica Don Milani, fucina inesauribile di talenti cristallini (Antonella Palmisano nasce atleticamente proprio lì).

Non sto qui a dirvi quanti siano stati gli 'inciampi' (infortuni a ripetizione e conseguenti problemi tecnici) che hanno impedito a Massimo di esprimere il proprio talento. Fu comunque capace di arrivare al bronzo nella 20 km degli Europei Under 23 nel 2013 (nel 2011 era entrato a far parte delle Fiamme Oro di Padova). A ottobre del 2013 si trasferì a Sesto San Giovanni per essere seguito dall'ex marciatore azzurro Alessandro Gandellini. Seguirono due anni nerissimi, il 2015 e il 2016, con microfratture alla tibia destra e successivamente alla sinistra.

Nel 2016 la decisione di cambiare ancora guida tecnica, trasferendosi a Castelporziano sotto le cure di Patrizio Parcesepe. Negli ultimi cinque anni non sono mancati i soliti problemi fisici, ma negli 'intervalli buoni' l'ottimo Massimo ha saputo mostrare al mondo lampi luminosissimi di assoluta eccellenza atletica; su tutti il record italiano nella 20 km in 1h17'45" realizzato nel 2019 a La Coruna, (Gran Premio Internazionale di Marcia Atletica Sergio Vázquez dei Cantones de La Coruña) classificandosi al 2° posto, in quello che poteva essere considerato un vero e proprio campionato del mondo della specialità.

Ancora due anni 'opachi' col Covid-19 a complicare le cose. Ancora problemi fisici nel 2021 risolti a circa un mese e mezzo dalle olimpiadi. E poi oggi, l'apoteosi, coi cinesi annichiliti, con gli spagnoli lasciati molto indietro, coi giapponesi a fare da comprimari; con Massimo Stano ad esprimere il gesto tecnico migliore tra quelli che picchiavano duro con lui, lì davanti.

Massimo, appassionato della cultura giapponese di certo conosce l'arte del kintsugi - letteralmente "riparare con l'oro" - che consiste nell'utilizzo di oro e argento, liquidi, per tenere insieme i frammenti di vasellame andato in pezzi. Amo pensare che il metallo guadagnato oggi a Sapporo serva a riempire i vuoti delle molte fratture che hanno martoriato la sua carriera, realizzando così, per traslato, quel capolavoro che ha proprio in quelle ferite la cifra della sua preziosità.

Grazie Massimo, per l'emozione fortissima e profonda che hai saputo darci oggi. Grazie Patrizio Parcesepe per averlo accompagnato tanto in alto, oggi.




3 commenti:

Unknown ha detto...

Bellissimo. Una narrazione che conduce a vivere da vicino l'impresa odierna e la carriera del forte marciatore azzurro

Raffaello Ducceschi ha detto...

Grande Massimo, Grande Mario! Bellissimo articolo!

Marco Pellegrini ha detto...

Grande storia di sport.
Talento, sacrificio.
E dopo anni di sofferenza e di pazienza, di Covid e di infortuni, oro olimpico in Giappone.
Solo un atleta con quel carattere poteva sconfiggere i giapponesi nella propria terra. Che è più della Patria; è il Paese degli Dei.
Se uno pensa ai tanti talenti - sportivi e non - nascosti sotto la sabbia dai loro pavidi titolari, non può che provare un brivido per la loro dannazione, già qui ed ora.