martedì 31 agosto 2010

Lo sport per la gloria ventura (ovvero, saranno fumosi)

Bene, nel post precedente, attraverso la citazione di Hohmann, si è provato a riflettere sul concetto spinoso di talento sportivo. Sembra chiaro – purtroppo non a tutti – che per avere dei campioni nello sport (ma campioni veri, mica chiacchiere!) occorre lavorare su talenti veri. È altrettanto evidente che dalle nostre parti – così come altrove – un bambino che sgambetta decentemente, e che magari vince qualche competizione stradale nelle infinite sagre paesane estive, spesso finisce con l'alimentare i sogni di gloria dei propri familiari, così come il chiassoso fanatismo di amici e conoscenti. Un allenatore dal talento non necessariamente eccelso sa come evitare le trappole dei “tutori dei talenti per forza”, quei genitori, parenti e ‘affini’ convinti fino allo spasimo della straordinaria bravura e del conseguente futuro luminoso dei loro ‘protetti’. Un allenatore dal buon talento, quindi, cercherà, quanto più potrà, di tenersi a distanza dall’esercito di campioni mancati e mancanti, col loro coro di supporters, consanguinei e non, capaci di alitare sul collo del malcapitato di turno la propria livorosa apprensione, anche a parecchi chilometri di distanza. Pia è l’illusione di convincere costoro della pericolosità del loro agire nevrotico. Perciò meglio tenersi a distanza.

All’uopo, come spesso accade in questi miei post, ci viene in soccorso il grande Flaiano: il peggio che può capitare ad un genio (così come ad un talento sportivo, nds) è di essere compreso.

giovedì 26 agosto 2010

Il talento nello sport

Butto là una provocazione. Anzi due. Una citazione e un video. I commenti metteteceli voi.

“Nello sport di vertice attuale si definisce talento un soggetto che, tenuto conto dell’allenamento già realizzato, è capace di prestazioni sportive superiori alla media rispetto a gruppi di riferimento di soggetti dello stesso livello di sviluppo biologico e con abitudini di vita simili. Per cui, tenendo conto delle disposizioni personali interne (endogene) alla prestazione e di condizioni esterne (esogene), si può ragionevolmente supporre e, in particolare, si può determinare attraverso modelli matematici, che nella successiva fase di sviluppo potrà ottenere prestazioni sportive di alto livello” (Hohmann, Carl, 2001).

mercoledì 25 agosto 2010

La scienza col cuore

Corridori e marciatori, quasi tutti prima o poi, capiscono che senza scienza non si va lontano. E anche quanti non lo comprendono, comunque, prima o poi, verranno toccati da qualche dubbio: mi sto muovendo bene? Potevo fare altro?
Ma la scienza, si sa, in atletica come altrove da sola non basta. C’è bisogno del cuore, concetto inafferrabile, mastice dell’anima con cui sovente si è portati a risolvere ciò che le proprie competenze tecniche in quel momento non possono dirimere; pozione formidabile con cui, a volte (non poche volte, in verità) è possibile colmare i limiti di un talento modesto.
(Foto di Giancarlo Colombo/Fidal)
La scienza ha bisogno del cuore, quindi. E viceversa.

In questi giorni ho scritto di nicchie e di giovanissimi campioni. Qualcuno (più d’uno) tra i viandanti del Web mi ha comunicato, per iscritto, le proprie perplessità circa la bontà di un metodo di allenamento capace di condurre un atleta ancora adolescente (marciatore/marciatrice nel caso specifico) a risultati di pregio mondiale. “Quanti chilometri fa, tal marciatore?”, “Quante sedute settimanali svolge, tal marciatrice?”, questi i refrain più che plausibili, interrogativi provenienti non da meri tifosi o sportivi della domenica, ma da esperti, tecnici, ed ex atleti di livello nazionale.

Io però ho un'altra domanda. Quanti esperti del nostro variopinto universo atletico si son presi la briga di confrontarsi, di discutere, e perché no, di ascoltare chi potrebbe finalmente invertire il trend di questo nostro sport anemico e povero di fantasia? La scienza ha bisogno di ascolto. Lo dico col cuore.

domenica 22 agosto 2010

Immensa Anna!

(Foto di Giancarlo Colombo/Fidal)
Sì, immensa Anna Clemente! Ieri ha vinto i 5 km di marcia a Singapore, nella prima edizione dei Giochi Olimpici Giovanili. Proprio ieri su questo blog scrivevo una sorta di elogio della nicchia. Nicchia intesa come sistema minimo, essenziale, di umile e concreta genialità appassionata. Ed ecco saltar fuori la perla dell’oro olimpico di Anna, prodotto e significante assoluto di un impegno etico, prima che sportivo, espressione semplice e geniale di una piccola comunità pugliese di sportivi veri, l’Asd Atletica Don Milani, a Mottola (TA).

Anna Clemente vince l’oro olimpico e chiede subito di Tommaso Gentile, il maestro che l’ha portata dal mezzofondo alla marcia e che l’allena, assieme a tanti altri campioni e campioncini, tutti di quei paraggi (tra questi, oltre ad Anna, ricordiamo Antonella Palmisano, medaglia d’oro tra le juniores quest’anno, nella Coppa del Mondo di Marcia in Messico, e Leonardo Serra, finalista pure lui nei 10 km dei Giochi di Singapore).

Prima di lasciarvi alle suggestive immagini della vittoria olimpica di Anna (per gustarle cliccate qui), copio-incollo una mia riflessione di qualche mese fa relativa ad un’esperienza che feci ai primi di dicembre dello scorso anno proprio in Puglia, ad Acquaviva delle Fonti; era un raduno giovanile di marcia e c’erano i ragazzi della “Don Milani” assieme al loro mentore, Tommaso Gentile.

“Sono appena tornato da un proficuo raduno di marcia giovanile tenutosi ad Acquaviva delle Fonti, Bari (6-8 dicembre c.m.). Beh, che dire? Da quelle parti ci sono ragazzini di 13-15 anni che si impegnano nella marcia come neanche i loro migliori colleghi di Russia e Cina (e non ho scelto a caso queste nazioni). Lo fanno però con la semplicità, l'intelligenza, l'umiltà di un'Italia che non pensavo potesse ancora esistere (sopravvivere?). Altro che poli di eccellenza! Motorini sgangherati con cui si seguono atleti (tanti) che sgambettano al gelo di una regione spazzata dal vento umido dicembre. Ho visto tanta armonia da quelle parti da chiedermi che speranza di rinascita avremo mai noi, abruzzesi dai pochissimi atleti spaesati, divisi in mille fazioni sempre incazzate tra loro. Ho visto pure da dove vengono le loro risorse (i danari). Sono il risultato di un'adesione entusiastica, quel senso di appartenenza ad una "cosa giusta", necessaria, esaltante. E poi, per chiudere (ma solo temporaneamente), da quelle parti i progetti si fanno in ragione dei soldini che si hanno in cassa. Senza i soldini necessari potremo permetterci soltanto poli intesi come buchi con la menta intorno”.

sabato 21 agosto 2010

Nicchie di nicchia

L'Atletica Leggera è sport di nicchia, si sa. Almeno qui in Italia. Nell'essere nicchia risiede la sua nobiltà così come la sua sfortuna. Poi ci sono le altre atletiche. Nicchie della stessa nicchia. La nicchia Fidal Abruzzo ad esempio. Nicchia nebulosa, avvolta nell'insondabilità del suo povero mistero. Quali sono i suoi numeri reali? (Il numero reale dei suoi praticanti, i numeri reali del bilancio federale, i numeri reali degli obiettivi programmati, delle verifiche, dei consuntivi). E poi ci sono le nicchie all'interno della nicchia Fidal Abruzzo: le tante - troppe? - società e i pochissimi tecnici attivi che le 'attraversano' trasversalmente... C'è da perdersi e da morire claustrofobici. Eppure credo che il futuro, atletico e non, sarà delle nicchie, come per i fasti dello zafferano aquilano e del pecorino di Farindola, (tanto per usare una metafora gastronomica Dop). E per nicchie non intendo certamente il patetico e ciclico ciacolare ufficiale di certe voci federali che si auto-incensano, credendo di fare il bene della collettività che marcia, corre, salta e lancia. Quelle non sono nicchie, ma sgabuzzini che sanno di muffa. Le nicchie sono le molte e geniali specificità progettuali che da qualche tempo alcuni giovani sportivi appassionati (sportivi, ovvero uomini di sport, nell'accezione più ampia e positiva del termine) stanno portando alla causa dell'atletica leggera. Sono per lo più forze non convenzionali, portatrici di idee innovative ma particolari (c'è chi si occupa solo di marcia; chi di marcia e corsa di resistenza; chi pensa esclusivamente ai salti in estensione o ai lanci; o chi vuol soltanto 'donare' occasioni di ludico e corretto movimento ai giovanissimi). Perché l'Atletica è un gioco di paradossali scatole cinesi, dove è la più piccola a contenere la più grande...

venerdì 13 agosto 2010

Rush!

Gis, Gisella Orsini, sta facendo un lavoraccio. Sta salvando su youtube tutto il materiale video della carriera atletica di mio fratello Giovanni; immagini registrate negli anni da mio padre, con pazienza cinese. Chilometri di nastro vhs, digitalizzati successivamente da Giovanni stesso, vengono oggi riversati in gran copia da Gis su youtube, appunto. Non una banale operazione nostalgia, ma un atto d’amore che cerca di opporsi a quello strano fenomeno di ingiusta oblianza (una sorta di anacronistica e incomprensibile damnatio memoriae) nei riguardi di un atleta che ha dato davvero tanto alla marcia atletica italiana. Ma le immagini ci sono e Gis fa bene a darsi da fare.

Eccovi allora un frammento tra i tanti inseriti di recente. Sono gli ultimi due giri dei 5 km di marcia ai Mondiali Indoor di Siviglia, del 1991. Costituivano la sigla finale di una puntata di Domenica Sprint (e che sprint! Giovanni e il russo Schennikov finirono entrambi sotto il precedente record mondiale; vinse il russo di cinque centesimi; ultimi 200m in 37”6!).

Buona visione.

giovedì 12 agosto 2010

Suggestioni

(le foto del collage sono di Uliano Starinieri, http://www.ulianostarinieri.com/)

Le foto di Armando, Lucrezia ed Erika alla 40^ Miglianico Tour sono suggestive. Fortemente suggestive. E la suggestione può fare ‘scherzi’ pericolosi. Quei ‘miei’ bravi ragazzini in canotta, pantaloncini e sudore imberbe non sono la scimmia di adulti che si atteggiano a campioni. Per fortuna ed educazione sanno come divertirsi impegnandosi con equilibrio. Con loro e per loro ogni giorno si lotta, dentro il campo e fuori. (L’impegno con i giovanissimi corridori e marciatori è un lavoro paziente, meticoloso, a volte invisibile; a lungo termine; un progetto difficile sul cui percorso incombono sinistre le ombre lunghe dell’addestramento – gli adulti che strillano, ossessionati dalle cifre del cronometro –, del risultato anticipato. Poche tartarughine riusciranno a raggiungere il mare. Ancor meno saranno quelle che da adulte riusciranno a fendere l’oceano con la stessa iniziale grazia).

domenica 8 agosto 2010

La corsa verso il mare

GeekPhilosopher: Instant download of free stock photos, images, backgrounds, and desktop wallpapers. Pictures can be used for personal and commercial web sites.


Oggi sarò a Miglianico, per la 40^ edizione della Miglianico Tour. Come ogni anno osserverò con attenzione la gara dei giovanissimi. Due anni fa, di questi tempi, dedicai un post proprio alle gare del settore giovanile che fanno da prologo alla classica dei 18 km (clicca qui).
Quando penso ai nostri mini-mezzofondisti corro con l'immaginazione ad una metafora, quella delle tartarughine Caretta Caretta che, appena dopo la schiusa, cercano disperatamente la via del mare, il loro naturale, innato bisogno di futuro, di crescita; di continuità. Anche i mini-mezzofondisti cercano per istinto qualcosa del genere. Pochissimi raggiungeranno il mare. Sembra crudele, ma deve andare così...

venerdì 6 agosto 2010

A proposito di Spalato...

L'amico Maurizio Salvi, Presidente dell'Atletica Gran Sasso Teramo, mi chiede di pubblicare una sua lettera indirizzata al C.R. Fidal Abruzzo. In essa Maurizio chiarisce la posizione della sua società circa il raduno estivo federale regionale che si terrà a Spalato nella seconda metà di questo mese (cliccare qui).
Essendo per me assai artificioso allegare il file in formato Pdf, lo copio-incollo in immagini (per ingrandirle basterà cliccarci su), da leggere in successione.
Buona lettura.

mercoledì 4 agosto 2010

Il fare prima del dire




L’A.S.D. Filippide di Montesilvano è una società di Atletica Leggera che fa, si adopera. Niente fumo quindi, ma fatti. Ed io sono orgoglioso di dare una mano ai suoi dirigenti. Lunedì scorso, 2 agosto 2010, si è svolta la prima edizione del “Corri con il futuro”, manifestazione sportiva di corsa e marcia atletica su strada per le categorie giovanili, organizzata appunto dalla Filippide. È stata una festa dello Sport vero, con 148 bambini e ragazzini di età compresa tra i 5 e i 15 anni a divertirsi a far fatica, correndo e marciando, su un percorso d’asfalto completamente chiuso al traffico, la somma di due anelli, uno da 200m per le prove dei giovanissimi e un altro di 1000m per i più grandi.

Un successo, dunque. Lo testimoniano le foto dell'amico Marcello Casasanta disponibili sul sito http://www.corrilabruzzo.it/  (cliccare qui). Esse riescono a dare il necessario sostegno a questo mio post traballante (riesco ancora ad emozionarmi, per fortuna!), meglio di qualsiasi altra narrazione. Bando alle ciance quindi, e largo alle immagini. Permettetemi però qualche ringraziamento dovuto (e perdonatemi le molte ellissi): ai bambini che hanno partecipato al “Corri con il futuro”, chi marciando, chi correndo, chi con la semplice presenza o un sorriso, va un abbraccio grande come il loro cuore; un abbraccio pure ai loro genitori (mai visto tanti papà e mamme così vivaci e composti nell’esprimere la propria felicità). Un abbraccio grande grande alle società sportive del fare: alla Nuova Atletica Lanciano coi suoi tanti ed eccellenti marciatori, alla Falco Azzurro Carichieti (tra loro c’era pure Chiara Centofanti fresca maglia azzurra del disco, a tifare il fratellino Francesco, vincitore tra gli Esordienti B), all’Aics Hadria Pescara, all’Atletica Gran Sasso Teramo, alla San Paolo Villareale, all’Atletica Solidale di San Salvo, alla Filippide stessa. Un abbraccio agli amici della Poligolfo di Formia, con le loro marciatrici; un’impresa per loro scovarci a Montesilvano, testimonianza assoluta di passione e simpatia; un abbraccio fraterno all’amico Fabrizio Mirabello, venuto da Cassino con la sua famiglia che comprende due gemelline ‘terribili’, Anthea e Angelica, ventidue anni in due, marciatrici il cui talento cristallino mi ha impressionato. Un abbraccio a Doriano Bussolotto, rappresentante assai attivo della New Balance, sponsor tecnico della manifestazione Un abbraccio a Gisella Orsini (devo ricordare che è una marciatrice pescarese, quindici volte azzurra, due volte campionessa italiana, eccetera eccetera? Ooops, l’ho fatto…) che ha dispensato sorrisi e consigli ai giovanissimi marciatori, in gara come durante il riscaldamento.

Chiudo con l’immagine di una premiazione e con una domanda. Sul palco tanta Atletica. Presente e futuro. A presentare ospiti e atleti, microfono in resta, un infaticabile Roberto Paoletti. Una foto un po’ sfocata, ma intensa. È possibile riconoscere mio padre Gaetano assieme al mitico Renato D’Amario, rispettivamente il quarto e il quinto da sinistra.
La domanda: perché il sito federale locale (fidalabruzzo.org) ci ha totalmente ignorati?