mercoledì 31 marzo 2010
Orizzonti misteriosi
mercoledì 24 marzo 2010
Apnea
Break narrativo.
Stavolta una favola. Fa parte di una raccolta di un centinaio di 'favole metropolitane' da me scritte una decina di anni fa. Metafore a cavallo di due millenni. Buona lettura (nel prossimo post, forse, tornerò a parlare di atletica).

Una vongola verace di Fossacesia, campionessa regionale di apnea profonda in assetto variabile, faceva esercizi di yoga e respirazione prima di immergersi nelle tiepide acque di San Vito Chietino.
L’antico trabocco, poco distante, guardava con favore l’impresa dell’intrepido mollusco; l’eremo dannunziano conferiva al tutto un’aura di sacralità.
Tutto era pronto per il record: la zavorra per la discesa, l’amico Peppino – simpatica grancevola di Ortona a Mare – pronto ad immortalare con la macchina fotografica lo straordinario evento.
– Vai Peppi’, dammi un calcio – urlò il mollusco all’amico fedele.
Alla risposta, immediata, seguì il tuffo spanciato della vongola verace che, nonostante la limpidezza dei fondali, spariva subito alla vista del crostaceo.
Peppino iniziava così una sorta di conto alla rovescia, tanto per ingannare l’attesa. Pensava all’abbuffata di mezzogiorno da Tonino il pescatore, al suo vino bianco, alle linguine al dente.
La vongola, però, non riemerse mai più e forse anche Peppino se l’aspettava.
Chi ha toccato il fondo, in fondo, può pure restarci; e con soddisfazione.
L’antico trabocco, poco distante, guardava con favore l’impresa dell’intrepido mollusco; l’eremo dannunziano conferiva al tutto un’aura di sacralità.
Tutto era pronto per il record: la zavorra per la discesa, l’amico Peppino – simpatica grancevola di Ortona a Mare – pronto ad immortalare con la macchina fotografica lo straordinario evento.
– Vai Peppi’, dammi un calcio – urlò il mollusco all’amico fedele.
Alla risposta, immediata, seguì il tuffo spanciato della vongola verace che, nonostante la limpidezza dei fondali, spariva subito alla vista del crostaceo.
Peppino iniziava così una sorta di conto alla rovescia, tanto per ingannare l’attesa. Pensava all’abbuffata di mezzogiorno da Tonino il pescatore, al suo vino bianco, alle linguine al dente.
La vongola, però, non riemerse mai più e forse anche Peppino se l’aspettava.
Chi ha toccato il fondo, in fondo, può pure restarci; e con soddisfazione.
lunedì 22 marzo 2010
L'esempio
Sat è il mitico avvocato che corre per i colori dell'Hadria Pescara, nelle brume del pavese. Sat è il vero saggio di questo blog. Sat è finalmente sceso sotto l'ora e undici nella mezza maratona (ieri, alla Stramilano, con 1:10.53, 15° tra gli uomini).
Sat ci indica in modo straordinariamente naturale ed efficace come bisognerebbe intendere l'approccio alla pratica dello sport. Sat, lui sì, è mio amico. E ne sono onorato.
Etichette:
AICS Hadria Pescara,
half marathon
sabato 20 marzo 2010
Ingaglioffarsi

È proprio vero che non si finisce mai di apprendere. Bisogna però impegnarsi. Da qualche tempo ho iniziato una selezione feroce delle persone che conosco. Parlo di conoscenze e non di amicizie, ché gli amici sono entità metafisiche che attengono alla dimensione del sogno, del miracolo… Il primo evidente effetto di questa ‘potatura relazionale’ è l’aver guadagnato molto tempo ed energie che sto indirizzando verso attività proficue ed estremamente gratificanti. Selezionare la qualità delle relazioni personali comporta l’aver assimilato in modo assoluto l’arte del distacco, quel ‘volare alto’ sopra la dilagante miseria di un’umanità ridicola, sterminata ed assediante, prodiga di richieste, tutte dovute e, ahimé, drammaticamente coinvolgente.
Il blog che avete sotto gli occhi è la prova di quanto sia difficile – impossibile? – per me la pratica sistematica del su scritto distacco. Ecco quindi le mie tirate su questo e su quello; su capi, capetti e scimmie di kapò; oppure le mie invettive sugli sciocchini cui avevo concesso opportunità di crescita, per se stessi e, talvolta, anche per i propri cari. Cercherò, d’ora in poi, di impastarmi il meno frequentemente possibile dentro le note quanto trite piccinerie locali. Cercherò. Per non annoiarvi. Ma quando, inevitabilmente, tornerò ad ingaglioffarmi dentro le fuligginose osterie che questa esistenza mi offre in gran copia, abbiate nei miei riguardi un milionesimo della comprensione che il Vettori usò con l’immenso Machiavelli. Mi basterà.
Il blog che avete sotto gli occhi è la prova di quanto sia difficile – impossibile? – per me la pratica sistematica del su scritto distacco. Ecco quindi le mie tirate su questo e su quello; su capi, capetti e scimmie di kapò; oppure le mie invettive sugli sciocchini cui avevo concesso opportunità di crescita, per se stessi e, talvolta, anche per i propri cari. Cercherò, d’ora in poi, di impastarmi il meno frequentemente possibile dentro le note quanto trite piccinerie locali. Cercherò. Per non annoiarvi. Ma quando, inevitabilmente, tornerò ad ingaglioffarmi dentro le fuligginose osterie che questa esistenza mi offre in gran copia, abbiate nei miei riguardi un milionesimo della comprensione che il Vettori usò con l’immenso Machiavelli. Mi basterà.
lunedì 15 marzo 2010
Sviste eccellenti n. 2: 3:12.19!!!
venerdì 12 marzo 2010
Sviste eccellenti

martedì 9 marzo 2010
Certa forza, sostenuta da certe idee...

sabato 6 marzo 2010
Eccellenze incomprese

Ma l’atletica di serie A e i suoi campioni hanno davvero un seguito così ampio dalle nostre parti? Sul Web sembrerebbe di no. Provate a leggere sul sito fidalabruzzo.org quanti clic fanno i ‘post di serie A’ e confrontateli con quelli di interesse regionale (esempio: venerdì 05.03.2010 il post “Gli abruzzesi ai Campionati Italiani di Cross”, fa registrare 62 letture; il precedente, “Ufficializzate le convocazioni per i Mondiali Indoor in Qatar”, 30 letture). Ditemi pure che sono un rompiballe. Questi però sono numeri. (A breve qualcuno, dall’’altra parte’, replicherà. E va bene così. Faranno qualche clic in più, che non guasta).
martedì 2 marzo 2010
Il buco senza nulla intorno

Ecco che qualche domanduccia sorge spontanea. Ma quante eccellenze abbiamo in atletica dalle nostre parti? Quanto costa un “polo di eccellenza”? Chi lo finanzia? Ce n’è davvero bisogno?
In questi giorni mi capita spesso di osservare i molti bambini che fanno attività motoria (diciamo prosaicamente così) dentro le strutture dello Stadio Adriatico di Pescara. I frugoletti sono davvero tanti, e impegnano fino allo spasimo i nostri istruttori che, se ne vedessero arrivare degli altri (non moltissimi di più), potrebbero avere, a malincuore, l’ingrato compito di dire ai loro genitori: “Tutto esaurito!”.
Prima di parlare di “poli di eccellenza”, di “Università dell’Atletica” bisognerebbe chiedersi qual è il livello generale di ‘alfabetizzazione’ atletica (o forse motoria) dei nostri giovani, a che punto siamo con i progetti per la pratica dell’Atletica Leggera nella Scuola di Base, e su quale supporto finanziario e formativo possono contare i nostri tecnici (soprattutto quelli del settore giovanile). Tutto il resto è un buco. Un buco senza nulla intorno.
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