Poche parole per un post di passaggio (siamo tutti di passaggio, post compresi). Sono fresco reduce dalla 2^ Convention Nazionale dei tecnici di atletica leggera, svoltasi ad Ancona lo scorso weekend. Interessanti le relazioni cui ho assistito; intriganti per un’attenzione ‘tecnica’ che insiste – finalmente – in modo scientifico su concetti quali “ambiente pedagogico”, “percezione dello sforzo” (da parte dell’allievo, ovviamente), “dialogo insegnante-allievo”. Dal mio punto di vista la Convention è stata un successo. Lo dicevo all’amico – e grande scienziato dello Sport – Antonio La Torre, aggiungendo pure che andavo via da Ancona con un sentimento di insinuante mestizia. L’atletica italiana sembra prossima ad un epocale passaggio di consegne. Che cosa mai potrà accadere?
mercoledì 31 marzo 2010
Orizzonti misteriosi
mercoledì 24 marzo 2010
Apnea
Break narrativo. Stavolta una favola. Fa parte di una raccolta di un centinaio di 'favole metropolitane' da me scritte una decina di anni fa. Metafore a cavallo di due millenni. Buona lettura (nel prossimo post, forse, tornerò a parlare di atletica).
Una vongola verace di Fossacesia, campionessa regionale di apnea profonda in assetto variabile, faceva esercizi di yoga e respirazione prima di immergersi nelle tiepide acque di San Vito Chietino.
L’antico trabocco, poco distante, guardava con favore l’impresa dell’intrepido mollusco; l’eremo dannunziano conferiva al tutto un’aura di sacralità.
Tutto era pronto per il record: la zavorra per la discesa, l’amico Peppino – simpatica grancevola di Ortona a Mare – pronto ad immortalare con la macchina fotografica lo straordinario evento.
– Vai Peppi’, dammi un calcio – urlò il mollusco all’amico fedele.
Alla risposta, immediata, seguì il tuffo spanciato della vongola verace che, nonostante la limpidezza dei fondali, spariva subito alla vista del crostaceo.
Peppino iniziava così una sorta di conto alla rovescia, tanto per ingannare l’attesa. Pensava all’abbuffata di mezzogiorno da Tonino il pescatore, al suo vino bianco, alle linguine al dente.
La vongola, però, non riemerse mai più e forse anche Peppino se l’aspettava.
Chi ha toccato il fondo, in fondo, può pure restarci; e con soddisfazione.
L’antico trabocco, poco distante, guardava con favore l’impresa dell’intrepido mollusco; l’eremo dannunziano conferiva al tutto un’aura di sacralità.
Tutto era pronto per il record: la zavorra per la discesa, l’amico Peppino – simpatica grancevola di Ortona a Mare – pronto ad immortalare con la macchina fotografica lo straordinario evento.
– Vai Peppi’, dammi un calcio – urlò il mollusco all’amico fedele.
Alla risposta, immediata, seguì il tuffo spanciato della vongola verace che, nonostante la limpidezza dei fondali, spariva subito alla vista del crostaceo.
Peppino iniziava così una sorta di conto alla rovescia, tanto per ingannare l’attesa. Pensava all’abbuffata di mezzogiorno da Tonino il pescatore, al suo vino bianco, alle linguine al dente.
La vongola, però, non riemerse mai più e forse anche Peppino se l’aspettava.
Chi ha toccato il fondo, in fondo, può pure restarci; e con soddisfazione.
lunedì 22 marzo 2010
L'esempio
Sat è il mitico avvocato che corre per i colori dell'Hadria Pescara, nelle brume del pavese. Sat è il vero saggio di questo blog. Sat è finalmente sceso sotto l'ora e undici nella mezza maratona (ieri, alla Stramilano, con 1:10.53, 15° tra gli uomini).
Sat ci indica in modo straordinariamente naturale ed efficace come bisognerebbe intendere l'approccio alla pratica dello sport. Sat, lui sì, è mio amico. E ne sono onorato.
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AICS Hadria Pescara,
half marathon
sabato 20 marzo 2010
Ingaglioffarsi
Quando discuti con i tuoi inferiori, li convinci soltanto di una cosa: che sono intelligenti quanto te ... (Irving Layton).
È proprio vero che non si finisce mai di apprendere. Bisogna però impegnarsi. Da qualche tempo ho iniziato una selezione feroce delle persone che conosco. Parlo di conoscenze e non di amicizie, ché gli amici sono entità metafisiche che attengono alla dimensione del sogno, del miracolo… Il primo evidente effetto di questa ‘potatura relazionale’ è l’aver guadagnato molto tempo ed energie che sto indirizzando verso attività proficue ed estremamente gratificanti. Selezionare la qualità delle relazioni personali comporta l’aver assimilato in modo assoluto l’arte del distacco, quel ‘volare alto’ sopra la dilagante miseria di un’umanità ridicola, sterminata ed assediante, prodiga di richieste, tutte dovute e, ahimé, drammaticamente coinvolgente.
Il blog che avete sotto gli occhi è la prova di quanto sia difficile – impossibile? – per me la pratica sistematica del su scritto distacco. Ecco quindi le mie tirate su questo e su quello; su capi, capetti e scimmie di kapò; oppure le mie invettive sugli sciocchini cui avevo concesso opportunità di crescita, per se stessi e, talvolta, anche per i propri cari. Cercherò, d’ora in poi, di impastarmi il meno frequentemente possibile dentro le note quanto trite piccinerie locali. Cercherò. Per non annoiarvi. Ma quando, inevitabilmente, tornerò ad ingaglioffarmi dentro le fuligginose osterie che questa esistenza mi offre in gran copia, abbiate nei miei riguardi un milionesimo della comprensione che il Vettori usò con l’immenso Machiavelli. Mi basterà.
Il blog che avete sotto gli occhi è la prova di quanto sia difficile – impossibile? – per me la pratica sistematica del su scritto distacco. Ecco quindi le mie tirate su questo e su quello; su capi, capetti e scimmie di kapò; oppure le mie invettive sugli sciocchini cui avevo concesso opportunità di crescita, per se stessi e, talvolta, anche per i propri cari. Cercherò, d’ora in poi, di impastarmi il meno frequentemente possibile dentro le note quanto trite piccinerie locali. Cercherò. Per non annoiarvi. Ma quando, inevitabilmente, tornerò ad ingaglioffarmi dentro le fuligginose osterie che questa esistenza mi offre in gran copia, abbiate nei miei riguardi un milionesimo della comprensione che il Vettori usò con l’immenso Machiavelli. Mi basterà.
lunedì 15 marzo 2010
Sviste eccellenti n. 2: 3:12.19!!!
Vorrei tanto non dover sparare a zero su alcune recenti scelte del Settore Tecnico Fidal Abruzzo, ma ciò che è avvenuto ieri deve essere raccontato. Ho già scritto della disavventura della mia atleta, Lucrezia Anzideo, (sì, la cadetta del post precedente), della sua iniziale mancata convocazione al Promoindoor di Ponticelli (NA) e poi del suo reinserimento ‘politico’ (“non conoscevamo la ragazza… la sua prestazione sui 1000m; prendiamo atto del suo valore, potrà però gareggiare fuori dalla rappresentativa regionale, per i colori della sua società”). Non so cosa pensare. Forse hanno voluto usare un’inusitata strategia pedagogica (di tipo nipponico, io credo): prima ti escludo, poi ti riammetto – ma con riserva e, comunque, tenendoti fuori dalla rappresentativa ufficiale – per far scatenare in te un motivante senso di rivalsa. Forse ha funzionato, visti i risultati (se qualcuno mi avesse chiamato avrei potuto indicare con molta semplicità i numeri attuali di Lucrezia). Ciò che non mi torna è l’errore marchiano, di tipo tecnico-strategico, che ha portato l’Abruzzo al 5° posto nella classifica finale Cadette. Con il contributo di Lucrezia (4^ con 3:12.19; le rappresentanti ufficiali, comunque bravissime, si sono classificate rispettivamente 5^ con 3:12.70 e 9^ con 3:15.81) unitamente al contributo - purtroppo non arrivato - del lungo e della marcia, sarebbero arrivate terze, agevolmente, magari a pari merito con la Campania. Dulcis in fundo l’11° posto dell’Hadria Pescara, nella stessa manifestazione, a sole sei posizioni dall’Abruzzo. L’Hadria, presente con la sola Lucrezia Anzideo, ha totalizzato 27 punti. Se il buon giorno si vede dal mattino (questa è la prima uscita dell'anno per la rappresentativa abruzzese Fidal)…
venerdì 12 marzo 2010
Sviste eccellenti
Ragioniamo pure sui poli di eccellenza, plaudiamo all’ottimismo di serie A, cerchiamo di essere Squadra senza disturbare il Manovratore ma, attenzione, colleghi tecnici d’Abruzzo: controllate sempre per bene i risultati dei vostri atleti e le classifiche regionali, on-line. Si possono vincere titoli regionali, oppure si può arrivare secondi, terzi e non essere menzionati nel sito federale locale (vedi i ragazzi dell'Hadria ad Ancona il 7 marzo u.s.; non tutte le società hanno pari dignità?). La seconda in graduatoria sui 1000m indoor cadette resta fuori dalla rappresentativa regionale per Ponticelli, così, per ‘ignoranza’ di chi dovrebbe conoscere bene i componenti del proprio Team (è noto che in Abruzzo ci sono migliaia di cadette che corrono in meno di 3:30 i 1000m). L’atleta verrà successivamente ‘reintegrata’ (dopo una garbata telefonata del mio Presidente). Gareggerà a titolo individuale però. È così che si alimenta e fortifica, nei nostri ragazzi, il sentimento di appartenenza ai valori atletici della nostra regione. Continuiamo in questo modo (che siamo solo a marzo).
martedì 9 marzo 2010
Certa forza, sostenuta da certe idee...
… Mi dà i brividi. E lo dico fuor di ironia. Provate a cliccare qui e a leggere dal primo all'ultimo rigo. Mi piacerebbe sapere che cosa ne pensa il nostro Presidente Fidal Abruzzo, visto che quanto sopra segnalatovi è scritto nel forum del sito federale locale. Parole come “[…]18 energici anni di continuità a questi livelli con numeri, dati e statistiche alla mano, equivale a 60 anni di tante altre Società…”, di due post precedenti, lanciano l’ultimo, incredibile intervento. Eppure dico che dovremmo ringraziare gli estensori di simili documenti, perché rivelano, in modo netto, il tenore culturale di certa mission sportiva. È forse l’atletica dei ‘Primi’ e poi basta? Può l’atletica di serie A permettersi di umiliare chi esprime risultati diversi dall'eccellenza? Può l’atletica di serie A essere così antipatica (vi risparmierò i copia-incolla da Wikipedia)? Forse il gioco (questo) sta mostrando la corda (e comunque quanto può durare, coi tempi che corrono?). O, forse, sono io che non capisco una cippa. Una cosa posso però affermarla: il tempo (non ne serve poi tanto, in verità) fa presto a cancellare dalla memoria collettiva le medaglie ‘pesanti’, figuriamoci il resto. Parola dell’unico allenatore abruzzese di medaglia olimpica, in atletica leggera.
sabato 6 marzo 2010
Eccellenze incomprese
Innanzi tutto una premessa. Ai dirigenti sportivi abruzzesi che sono stati capaci di tenere per un lustro il proprio sodalizio sportivo ai vertici dell’atletica nazionale (tra le prime 10 società, tra civili e militari) va riconosciuto un notevole talento, per quanto concerne il management sportivo. Va anche detto che l’atletica di serie A, in Abruzzo, è una cosa buona per il movimento atletico locale nella misura in cui riesce a garantirgli ‘energia’ (continuità). Vanno bene pure i toni trionfalistici, l’enfasi, la magniloquenza di certi comunicati stampa (“Ennesimo trionfo di…”, “XY stravince ancora…”, ecc.), se possono alimentare l’interesse e, soprattutto, i consensi di quei genitori che, convinti dalla professionalità e dai risultati dei nostri sodalizi sportivi di eccellenza, troveranno naturale portare i loro figli a fare atletica, prima di avvicinarsi al basket, o alla pallamano, eccetera (ho volutamente omesso il calcio; è una questione di ‘intolleranza psicologica’).
Ma l’atletica di serie A e i suoi campioni hanno davvero un seguito così ampio dalle nostre parti? Sul Web sembrerebbe di no. Provate a leggere sul sito fidalabruzzo.org quanti clic fanno i ‘post di serie A’ e confrontateli con quelli di interesse regionale (esempio: venerdì 05.03.2010 il post “Gli abruzzesi ai Campionati Italiani di Cross”, fa registrare 62 letture; il precedente, “Ufficializzate le convocazioni per i Mondiali Indoor in Qatar”, 30 letture). Ditemi pure che sono un rompiballe. Questi però sono numeri. (A breve qualcuno, dall’’altra parte’, replicherà. E va bene così. Faranno qualche clic in più, che non guasta).
Ma l’atletica di serie A e i suoi campioni hanno davvero un seguito così ampio dalle nostre parti? Sul Web sembrerebbe di no. Provate a leggere sul sito fidalabruzzo.org quanti clic fanno i ‘post di serie A’ e confrontateli con quelli di interesse regionale (esempio: venerdì 05.03.2010 il post “Gli abruzzesi ai Campionati Italiani di Cross”, fa registrare 62 letture; il precedente, “Ufficializzate le convocazioni per i Mondiali Indoor in Qatar”, 30 letture). Ditemi pure che sono un rompiballe. Questi però sono numeri. (A breve qualcuno, dall’’altra parte’, replicherà. E va bene così. Faranno qualche clic in più, che non guasta).
martedì 2 marzo 2010
Il buco senza nulla intorno
Qualcuno, qui in Abruzzo, parla con insistenza di “poli di eccellenza” per alcuni settori dell’atletica leggera. Ho provato e riprovato a farmi un’idea di “polo di eccellenza” per l’atletica abruzzese, ma riesco solo ad incartarmi dentro pensieri improbabili e grotteschi. È più forte di me. È una questione di senso della realtà. Un “polo di eccellenza”, per intenderci, dovrebbe essere una Scuola, che so, della Marcia, oppure della Velocità, del Mezzofondo; un centro di riferimento culturale e logistico per gruppi o singole discipline dell’atletica. Insomma, strutture al top e docenti qualificati per le eccellenze della nostra Regina.
Ecco che qualche domanduccia sorge spontanea. Ma quante eccellenze abbiamo in atletica dalle nostre parti? Quanto costa un “polo di eccellenza”? Chi lo finanzia? Ce n’è davvero bisogno?
In questi giorni mi capita spesso di osservare i molti bambini che fanno attività motoria (diciamo prosaicamente così) dentro le strutture dello Stadio Adriatico di Pescara. I frugoletti sono davvero tanti, e impegnano fino allo spasimo i nostri istruttori che, se ne vedessero arrivare degli altri (non moltissimi di più), potrebbero avere, a malincuore, l’ingrato compito di dire ai loro genitori: “Tutto esaurito!”.
Prima di parlare di “poli di eccellenza”, di “Università dell’Atletica” bisognerebbe chiedersi qual è il livello generale di ‘alfabetizzazione’ atletica (o forse motoria) dei nostri giovani, a che punto siamo con i progetti per la pratica dell’Atletica Leggera nella Scuola di Base, e su quale supporto finanziario e formativo possono contare i nostri tecnici (soprattutto quelli del settore giovanile). Tutto il resto è un buco. Un buco senza nulla intorno.
Ecco che qualche domanduccia sorge spontanea. Ma quante eccellenze abbiamo in atletica dalle nostre parti? Quanto costa un “polo di eccellenza”? Chi lo finanzia? Ce n’è davvero bisogno?
In questi giorni mi capita spesso di osservare i molti bambini che fanno attività motoria (diciamo prosaicamente così) dentro le strutture dello Stadio Adriatico di Pescara. I frugoletti sono davvero tanti, e impegnano fino allo spasimo i nostri istruttori che, se ne vedessero arrivare degli altri (non moltissimi di più), potrebbero avere, a malincuore, l’ingrato compito di dire ai loro genitori: “Tutto esaurito!”.
Prima di parlare di “poli di eccellenza”, di “Università dell’Atletica” bisognerebbe chiedersi qual è il livello generale di ‘alfabetizzazione’ atletica (o forse motoria) dei nostri giovani, a che punto siamo con i progetti per la pratica dell’Atletica Leggera nella Scuola di Base, e su quale supporto finanziario e formativo possono contare i nostri tecnici (soprattutto quelli del settore giovanile). Tutto il resto è un buco. Un buco senza nulla intorno.
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