martedì 26 luglio 2022

STANO, LA 35 KM E IL FUTURO DELLA MARCIA ITALIANA

Foto di FIDAL COLOMBO/FIDAL

Il successo di Massimo Stano nella 35 km dei Mondiali di Atletica Leggera di Eugene continua ad emozionarci, riproposto negli infiniti highlights di queste ore, in tv come nei social. Un capolavoro di talento e raffinata strategia, come ricordavo all'amico Maurizio Ruggeri nella diretta di gara in onda su RaiRadio1.

Allo stesso Ruggeri, qualche giorno prima della 35 km maschile di questi mondiali complicati (almeno per noi italiani), dicevo della scelta, assai azzeccata, del nostro campione olimpico, ovvero quella di spostarsi sulla nuova distanza, rinunciando alla più nota 20 km. Non una scelta 'semplicemente' coraggiosa, piuttosto l'esito di una riflessione ben ponderata. Massimo Stano e Patrizio Parcesepe, il suo allenatore, sanno che la 35 km è più 'vicina' alla 20 km che alla "defunta" (ahimé) 50 km. La 35 km è, quindi, una distanza per ventisti che sanno attendere qualche minuto in più, prima di sferrare l'esiziale progressione finale degli ultimi 8-10 km; un'accelerazione non violentissima ma ugualmente micidiale; e, forse, un filo più credibile tecnicamente dei concitati finali della 20 km.
Insomma, la 35 km risulta così essere una sorta di 20 km "allungata" e NON una 50 km più corta. Basti pensare al "podio fotocopia" della 20 km e della 35 km, femminili, sempre a Eugene. 

Stano ha perciò trovato la sua gara. Un ventista resistente con le qualità psicologiche di un paziente cinquantista. È la quadra perfetta.

E adesso che cosa accadrà alla Marcia? E all'Italia che marcia?

Lo dico subito: qui c'è il rischio concreto che, "sepolta" la 50 km, la 20 km faccia la stessa fine (e non voglio pensare neanche lontanamente alla possibilità di introdurre una staffetta mista come nuova disciplina!). Qualcuno potrebbe arrivare a dire: c'è la 35 km, non abbiamo bisogno di un "doppione".
Ma la 35 km, benché più credibile tecnicamente della 20 km - io però non ne sono molto convinto - viene giudicata dagli stessi occhi che hanno giudicato, e giudicano, tutte le altre distanze della specialità. Ergo...

L'Italia che marcia, Stano a parte, dovrà fare i conti con la "20 km allungata". E all'orizzonte, tolti Stano e Palmisano, vedo un bel numero di ragazze e ragazzi dal potenziale tecnico interessante, ma tutti ancora da "costruire", nella mente e nel "motore" (e nel "motore della mente"). La 35 km è sì 15 km più lunga di una 20 km, ma vuole comunque piedi veloci; coi giapponesi che possono permettersi di mandare alla "morte" uno dei migliori (giusto per capire che cosa succede a impostare una 35 km a 4'00" al chilometro) e coi russi che, prima o poi, torneranno.

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