mercoledì 25 aprile 2012

Lettera aperta a Giorgio Calcaterra

(foto da  http://onemarathonforcapasso2005.wordpress.com/)

Caro Giorgio,

complimenti per il tuo ennesimo capolavoro. La cifra della tua impresa credo stia tutta dentro una parola: dignità. Dignità come primato morale che nobilita il risultato atletico, ponendolo ad un livello molto alto di apprezzamento e condivisione generale, all’interno del multiforme ambiente dell’atletica leggera; tanto alto da rimanerne io stesso stupito. Mi spiego meglio: correre in quel modo, a quarant’anni, chiudere una prova così difficile sorridendo con la leggerezza dei grandi, ha portato molti di noi, allenatori di atletica leggera, a riflettere con un interesse nuovo sul dato tecnico della tua prova.

L’altro ieri, parlando con uno stimatissimo coach delle mie parti (addirittura un tecnico nazionale del settore velocità!) mi sorprendevo a sentirgli dire queste precise parole: “Che fenomeno Calcaterra, sembra non innescare mai…”. Sì, Giorgio, in quel momento nelle parole di quell’allenatore ho letto l’ammirazione, quasi infantile, che si può provare per un Bolt o per un Powell; un’ammirazione però limpida, intelligente, scevra da ogni sospetto che nulla, purtroppo, ha a che vedere coi sentimenti che affollano il nostro animo ogni qual volta un campione ‘stellare’ (il velocista ipermuscolato di turno, ad esempio) straccia l’ennesimo primato mondiale.

Giorgio, ci fai tornare a Dorando Pietri, alla parte più genuina di quell’epica che tu hai saputo epurare dalla vuota e talvolta pericolosa retorica della mitologia da bar. Sei riuscito a farlo con inimitabile semplicità, con sacrifici immensi ma possibili, realizzati attraverso l’esatta conoscenza che hai del tuo corpo e della tua psiche.

Il compianto Carmelo Bosco, uno scienziato vero prestato per nostra fortuna allo Sport, amava dire ai suoi allievi più o meno questo: ”Ignoranza e fantasia fanno la fantascienza (ovviamente non si riferiva al genere letterario del grande Asimov, nds). Conoscenza e fantasia fanno la Scienza”.

Grazie Giorgio per averci mostrato, una volta di più e con la dignità che ti appartiene, la strada da percorrere.

Un abbraccio

mario de benedictis

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Giorgio come Dorando: fantastico.
Il rischio, talvolta, è abituarsi alle sue straordinarie imprese...

Un saluto.
Sat

Mario ha detto...

Quel fenomeno d Giorgio, scatena in me le tue stesse emozioni, sia come atleta, ma soprattutto come uomo!

Anonimo ha detto...

....ecco uno a cui fare i complimenti davvero! ...altro che macchine, veline e soldi a goo goo, altro che calciatori insomma; lui e' un tassista che ha una passione che si chiama CORRERE...forse il mio sfogo e' dovuto al fatto che sono un corridore(come dice papa')anche io ;)

f. Dino

Anonimo ha detto...

Grazie Mario, quello che hai scritto mi ha commosso, spero di meritarlo. Un abbraccio grande.
Giorgio Calcaterra

Marius ha detto...

Quello che hai fatto ci ha commosso. Grazie a Te Giorgio.

mario

Enrico ha detto...

Ma porta un Taxi o un Risciò?

Enrico Tzu

P.S.: per far 6 ore e passa a 3'50" bisogna essere di metallo!

Enrico VIVIAN ha detto...

Ciao Mario,

Giorgio da fuori impressiona, da vicino disarma! Nel post 08/02/2011 il racconto di quella volta che l'ho visto (e vissuto) da vicino.

A presto, Enrico