(foto da http://onemarathonforcapasso2005.wordpress.com/) |
Caro Giorgio,
complimenti per il tuo ennesimo capolavoro. La cifra della tua impresa credo stia tutta dentro una parola: dignità. Dignità come primato morale che nobilita il risultato atletico, ponendolo ad un livello molto alto di apprezzamento e condivisione generale, all’interno del multiforme ambiente dell’atletica leggera; tanto alto da rimanerne io stesso stupito. Mi spiego meglio: correre in quel modo, a quarant’anni, chiudere una prova così difficile sorridendo con la leggerezza dei grandi, ha portato molti di noi, allenatori di atletica leggera, a riflettere con un interesse nuovo sul dato tecnico della tua prova.
L’altro ieri, parlando con uno stimatissimo coach delle mie parti (addirittura un tecnico nazionale del settore velocità!) mi sorprendevo a sentirgli dire queste precise parole: “Che fenomeno Calcaterra, sembra non innescare mai…”. Sì, Giorgio, in quel momento nelle parole di quell’allenatore ho letto l’ammirazione, quasi infantile, che si può provare per un Bolt o per un Powell; un’ammirazione però limpida, intelligente, scevra da ogni sospetto che nulla, purtroppo, ha a che vedere coi sentimenti che affollano il nostro animo ogni qual volta un campione ‘stellare’ (il velocista ipermuscolato di turno, ad esempio) straccia l’ennesimo primato mondiale.
Giorgio, ci fai tornare a Dorando Pietri, alla parte più genuina di quell’epica che tu hai saputo epurare dalla vuota e talvolta pericolosa retorica della mitologia da bar. Sei riuscito a farlo con inimitabile semplicità, con sacrifici immensi ma possibili, realizzati attraverso l’esatta conoscenza che hai del tuo corpo e della tua psiche.
Il compianto Carmelo Bosco, uno scienziato vero prestato per nostra fortuna allo Sport, amava dire ai suoi allievi più o meno questo: ”Ignoranza e fantasia fanno la fantascienza (ovviamente non si riferiva al genere letterario del grande Asimov, nds). Conoscenza e fantasia fanno la Scienza”.
Grazie Giorgio per averci mostrato, una volta di più e con la dignità che ti appartiene, la strada da percorrere.
Un abbraccio
mario de benedictis
7 commenti:
Giorgio come Dorando: fantastico.
Il rischio, talvolta, è abituarsi alle sue straordinarie imprese...
Un saluto.
Sat
Quel fenomeno d Giorgio, scatena in me le tue stesse emozioni, sia come atleta, ma soprattutto come uomo!
....ecco uno a cui fare i complimenti davvero! ...altro che macchine, veline e soldi a goo goo, altro che calciatori insomma; lui e' un tassista che ha una passione che si chiama CORRERE...forse il mio sfogo e' dovuto al fatto che sono un corridore(come dice papa')anche io ;)
f. Dino
Grazie Mario, quello che hai scritto mi ha commosso, spero di meritarlo. Un abbraccio grande.
Giorgio Calcaterra
Quello che hai fatto ci ha commosso. Grazie a Te Giorgio.
mario
Ma porta un Taxi o un Risciò?
Enrico Tzu
P.S.: per far 6 ore e passa a 3'50" bisogna essere di metallo!
Ciao Mario,
Giorgio da fuori impressiona, da vicino disarma! Nel post 08/02/2011 il racconto di quella volta che l'ho visto (e vissuto) da vicino.
A presto, Enrico
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