mercoledì 18 maggio 2011

... e poi si cresce

Ogni tanto ci penso. Ai ragazzini di qualche anno fa che correvano su pista e su strada facendo intravedere ipotesi convincenti di runners dal futuro luminoso (mica keniani, per carità! Ma atleti sì, almeno atleti…). Qualcuno è rimasto – pochi in verità –, è cresciuto; la sua stella (o stellina, non ha importanza) brilla ancora su quel futuro che dicevamo, oggi un po’ più vicino. Qualcun altro viaggia da solo, incaponendosi ed avvitandosi su pensieri troppo pesanti; troppo distanti dall’unico modo di intendere la corsa (o la marcia, è lo stesso): fare fatica divertendosi. Altri ancora hanno smesso da un pezzo o, come quelli dai ‘pensieri pesanti’, stanno lì lì per farlo. Peccato. Peccato davvero.

Giorni fa l’amico Augusto mi diceva: “Porca miseria Mario, i tuoi ragazzini si scaldano tutti insieme, tutti insieme vengono a chiederti lumi sul lavoro della giornata; insieme, dopo il defaticamento (meglio “colding”, nds) imboccano la via degli spogliatoi. Complimenti”. Riflettevo su queste sue constatazioni. La mia deformazione professionale di insegnante elementare ha fatto sì che, prima dell’impianto metodologico adottato per la preparazione dei miei ragazzi (rispettoso delle delicate fasi dell’età evolutiva che gli appartengono) ogni mia azione abbia un significato educativo forte. E la disciplina che chiedo ai miei ragazzi è parte essenziale di quell’impronta educativa.
Di questi aspetti dell’allenamento, dell’educazione sportiva, potremmo parlare per giorni (magari qualcuno può pure intervenire con uno o più commenti). Io vado avanti per la mia strada, ostinatamente, trasferendo anche nel WJR – Scuola di Podismi il ‘mio stile’, convinto che, educando gli adulti, genitori e, perché no, nonni, si possa, sinergicamente, ritrovare i fili di un dialogo generazionale interrotto da un po’.

Ci vorrà troppo tempo? Io non ho fretta. (L’atletica non può permettersi fretta).

11 commenti:

Anonimo ha detto...

In effetti, Mario, il tuo modo di allenare, ed il modo di educare i ragazzi/i e da elogiare. Da moltissimi anni frequento la pista, spesso vedo cose che non mi piacciono affatto. Atleti che cercano di contrattare il lavoro da svolgere con il proprio allenatore. ( mI ha sempre dato l'impressione del mercato rionale, dove la casalinga tratta il prezzo ) oppure parecchie volte vedo situazioni di un tecnico che ritarda ed invece di iniziare a riscaldarsi come fa il tuo gruppo, si mettono a chiacchierare, ed aspettano di iniziare fin quando arriva il loro allenatore, incazzato per il ritardo, lo diventa ancor di più, perché poi si deve rincorrere l'allenamento. Quindi, il mio elogio era indirizzato al tuo ottimo lavoro soprattutto educativo, che si completa con quello fatto dai loro genitori.. Ciao Augusto.

Marius ha detto...

Per il commentatore bannato (per la sua stupidita' oltre che per l'anonimato): come a scuola, molto spesso i ragazzi che hanno 'problemi' nello sport sono quelli coi genitori invadenti, saccenti, petulanti al limite dell'ossessivo.

Biansi ha detto...

lo sport inevitabilmente è anche disciplina ed è giusto che sia così a meno che non si voglia contribuire a generare schiere di piccoli Balotelli

Marius ha detto...

Grazie Augusto. Grazie Biansi. E adesso, per accontentare l'anonimo scorretto (che, comunque, continuerà a non capire una mazza) passerò ad un altro post.

un abbraccio

mario

Anonimo ha detto...

Ma se mi iscrivo, me la fate la tessera dell' amico del nazionale?

Marius ha detto...

Ah ah ahahahah!!! Fantastico, che cosa sei andato a 'riesumare'! (Per fortuna gli anonimi non sono tutti uguali).

;))

m

Anonimo ha detto...

Mi sa che mi hai quasi scoperto...

Marius ha detto...

E allora iscriviti, anche se, come sai, sulla tessera non garantisco... ;))

m

Anonimo ha detto...

Vabbe' il mio nome e' fabriziomarcolucafrancocarminealessandrogiovanni per cui da adesso saro' meno anonimo...

Marius ha detto...

;))

Marco Santozzi ha detto...

Sono il riesumatore dei vecchi post...ma come non dare ancora risalto a questo intervento di qualche anno addietro?
Concludevi il discorso affermando che non avevi fretta per 'educare' all'educazione sportiva (permettimi il gioco di parole) i tuoi ragazzi; spero che la tua nuova proposta (PASSOLOGICO) possa aiutarti a continuare il lavoro intrapreso, con qualche appoggio in più.

Hello,
Marco