lunedì 19 agosto 2019

Più movimento, meno 'effetti speciali'


Basterebbe il buon senso per capire che iscrivere i propri figlioli a questo o a quel corso di “avviamento allo sport”, per un’oretta di ‘attività motoria’, due-tre volte per settimana, non sia la panacea per risolvere i loro problemi derivanti da stili di vita non compatibili con la salute. 

Figuriamoci se tali interventi, seppur lodevoli, riescano, taumaturgicamente, a produrre campioni nello sport. 

Se da un lato crescono di numero gli ultraquarantenni che si dedicano ad attività sportive ‘coreograficamente’ sempre più estreme – spesso ridotti a gadget umani collegati a tutte le piattaforme esistenti di training analysis sportivo – dall’altro i loro figlioli si muovono sempre meno e mostrano i segni evidenti e devastanti di abitudini che sarà molto difficile cambiare nel breve-medio periodo. 

Non tutte le associazioni sportive, però, lavorano allo stesso modo. 

Da educatore, e da direttore tecnico di un'associazione sportiva dilettantistica (ma sì, diciamo anche il nome: https://www.facebook.com/passo.logico/), ritengo che sia prioritario porre attenzione sull’utilizzo del tempo nella seduta di allenamento. Da mie osservazioni ho potuto riscontrare che nel rapporto tra attività e pause c’è una preponderanza imbarazzante di queste (non si va mai al di sotto del 70%) contro un esercizio che può addirittura ridursi all’ 8-10% della seduta stessa. 

Si può perciò assistere ad un paradosso: bambini che non frequentano corsi di “avviamento allo sport”, ma che si dedicano in modo significativo a giochi spontanei di movimento, possono manifestare uno sviluppo delle capacità motorie maggiore di quello dei bambini frequentanti. 

Take home messages.
È necessario che gli istruttori preparino in modo puntuale le loro lezioni, al fine di azzerare i tempi morti; essi dovranno ridurre all’essenziale il tempo della parola aumentando notevolmente quello dell’esempio concreto, della dimostrazione pratica; il numero dei bambini da seguire sarà adeguato agli spazi e alle attività da eseguire; la scelta degli esercizi e delle modalità esecutive degli stessi sarà finalizzata al coinvolgimento simultaneo del numero maggiore possibile di bambini; preferire il ‘recupero attivo’ alla pausa assoluta, riducendo quest’ultima al minimo indispensabile.

2 commenti:

Pasqualino ha detto...

Esperienza personale: mio figlio ormai diciottenne, oggi mi rimprovera di averlo fatto correre per forza....eppure mi dicevano di dargli l'esempio...!!!

Marco Santozzi ha detto...

Più pratica e meno teoria! Più fatti e meno parole!

Bentornato Mario!