martedì 21 giugno 2011

Tutti a Teramo...

... venerdì 1 luglio! Io ci sarò, coi miei ragazzi, ed invito tutti gli appassionati di Atletica a partecipare al gioiellino di Meeting Nazionale che gli amici Maurizio Salvi, Massimo Pompei, Luigi Chiodi (assieme ai tecnici e ai collaboratori delle loro Società Sportive, l'ASD Gran Sasso Teramo e l'ASD Ecologica "G" di Giulianova, e al Comitato Provinciale AICS di Teramo) hanno saputo realizzare. Buona Atletica a Tutti, quindi. Di seguito la locandina della manifestazione, dispositivo tecnico incluso.





8 commenti:

RIC ha detto...

Buon segno. Si intavedono progetti per il futuro. Uno degli obbiettivi a quanto pare è quello di unire atleticamente parlando alcune province. Ma è così necessario spostare atleti da realtà marginali invece di impegnarsi a potenziare società locali che comunque potrebbero un domani contribuire alla creazione di punti di aggregazione e sviluppo di poli atletici atti a coprire zone scoperte da questo punto di vista e tuttavia poter essere un mezzo fondamentale alla ricerca di talenti.Allora si che si farebbero avanti finanziatori atti a portare avanti progetti concreti.Si consiglia di cambiare rotta.

Marius ha detto...

Ciao RIC,

il post voleva semplicemente informare gli internauti della bella manifestazione teramana del primo di luglio p.v. Credo che non sia un operare bislacco proporre competizioni per i più giovani all'interno di una kermesse per gli assoluti (anche Masters), magari un filo prima di pensare al 'potenziamento delle società locali' (come? Con quali mezzi?), o alla 'creazione di poli atletici' (piuttosto, sai qualcosa di quello della marcia? Obiettivi, mezzi, tempi...). Proporre occasioni di sano agonismo a quei pochi giovani rimasti (qui stiamo ancora a divagare sul reclutamento e ci dimentichiamo dei giovani già 'reclutati') per non perderli per strada. Magari poi si può andare pure su Marte, per un raduno stellare... O no?

marius

Marius ha detto...

Apprendo oggi di un raduno regionale FIDAL per il mezzofondo giovanile (Cadetti/e, Ragazzi/e, il 29 p.v., due giorni prima del meeting teramano. Qualcuno vuole gentilmente spiegarmene la 'ratio'?

m

Anonimo ha detto...

dovresti prima spiegargli 'ratio'...

:)
g

Anonimo ha detto...

Sarebbero tanti gli argomenti di cui discutere in questo periodo.
Poco tempo fa abbiamo assistito ad episodi drammatici, come il decesso di Wanjiru prima e di Caliandro poi, sebbene per motivi e con risvolti completamente differenti.
Ma ci sono stati altri episodi eclatanti e comunque, a modo loro, altrettanto problematici. Faccio riferimento, in particolar modo, alle dichiarazioni – le ennesime – di Barbi, su cui ho letto un simpatico articolo di Saverio Sartori su Correre di luglio. A prescindere dalla sciocchezza delle affermazioni dell’atleta – che si commentano da sole – sembra che Barbi non voglia proprio rinunciare a questo ruolo di “guastafeste” che si è ritagliato da alcuni anni a questa parte.
Ma faccio anche riferimento – questa volta, però, si parla di atletica vera e propria – al mancato riconoscimento del record realizzato a Boston nella distanza regina. Sebbene esistano delle regole – poche, a dire il vero – che disciplinano la maratona, appare alquanto strano che delle carenze rilevate poche settimane fa non ci si sia mai resi conto in più di un secolo di storia (Boston non è la più antica tra le maratone moderne?). Ed anche se il record sarebbe stato sfilato al mio idolo Gebre (tanto prima o poi un primato ti verrà sottratto) e nonostante quel giorno si sia verificata una particolare coincidenza, per cui Eolo ha deciso di soffiare con singolare insistenza alle spalle dei protagonisti, mi sembra comunque delittuoso far finta di niente e non riconoscere una simile prestazione.
E che dire, poi, degli illustri ritorni a cui ha assistito il fondo italiano dopo qualche temporanea assenza?

Ma oggi la notizia più importante è sicuramente quella dell’addio (definitivo?) di Andrew Howe al salto in lungo. Dopo averci regalato medaglie e soddisfazioni, il reatino sembra vittima, da qualche anno, di una paurosa involuzione tecnica e psicologica. Molle e rinunciatario come non l’avevamo mai visto in gara, ha dichiarato di non volerne più sapere della specialità che, fino ad alcuni anni fa, definiva la sua preferita.
Adesso Andrew tornerà alla velocità. In effetti, negli ultimi due anni, qualcosa di buono nelle discipline veloci è riuscito a farlo. L’anno passato un buon 20”30 sui 200m (e prima un 10”30 sui 100m) e quest’anno, a maggio, sulla pista di Pavia, ha corso i 400m in 45”7 (passaggio ufficioso ai 300m in 31”9 e rettilineo finale interminabile...), tempo notevole se si pensa che non si è mai dedicato davvero alla specialità.
Certo, come ha già preannunciato lui stesso, i risultati e gli obiettivi non potranno essere gli stessi del lungo. Nel settore della velocità la concorrenza sembra decisamente più agguerrita, anche se lasciassimo fuori Bolt.
A prescindere dalla decisione in sé – tutto sommato, ho sempre pensato che Andrew avesse un grande talento per la velocità e che fosse un peccato vederlo correre così sporadiccamente – penso che lasci una profonda tristezza sentire un atleta, un grande atleta, affermare di aver già raggiunto l’apice a 22 anni e di non essere più in grado di migliorarsi. Naturalmente non la penso affatto così e probabilmente Andrew avrà attraversato altri problemi di cui adesso è inutile parlare troppo (l’eccessiva notorietà, le “distrazioni” extrasportive, i limiti nella rincorsa, la guida tecnica, la scarsa concorrenza in Italia, etc.).

Anonimo ha detto...

Le parole di ieri facevano eco alle dichiarazioni rilasciate da Schwazer non più di un anno fa. Età simile, carriere eccezionali fin da giovanissimi, grandi vittorie, improvvise cadute, delusioni e tanti dubbi per il futuro.
Sarebbe fantastico assistere a delle reazioni da parte di entrambi. Però adesso la strada è davvero in salita.
Già quest’oggi vedremo se Andrew sarà in grado di riscattarsi, almeno in parte. Le più grandi vittorie le ha costruite con dimostrazioni di forza e di grande carattere e con repliche immediate (ricordate la medaglia d’oro a Edimburgo e la medaglia d’argento ad Osaka, entrambe conquistate con un meraviglioso ultimo salto?).
Per il resto, vedo un movimento in crescita, ma una crescita sempre terribilmente lenta. Uno dei più begli esempi è Amhed El Mazoury, classe 1990, sceso quest’anno a 13’34” dopo un’ottima stagione nel cross. Con Lallli fuori (operato da poco a entrambi i tendini) e Meucci sulla via del ritorno – si spera – dopo una bronchite e il cambio di allenatore, abbiamo avuto buone conferme da La Rosa (13’33”qualche settimana fa e bella vittoria ieri sui 5.000) e, soprattutto, bei miglioramenti da parte di alcuni giovani. Mario parlava dei livornesi fratelli Dini, io aggiungerei Sanguinetti, eccezionale nella stagione di cross, e un ragazzo di origine etiope, Abdikadar, classe 1993, che nell’ultimo periodo ha fatto ben parlare di sé (tra gli altri risultati, 4° sui 1.500 agli assoluti).

Leggevo ancora su Correre, che il progetto Oregon della Nike ha portato ben 19 atleti statunitensi ad abbattere il muro dei 28’ sui 10.000m. E non parliamo solo di atleti naturalizzati, ma anche e soprattutto di atleti bianchi, il cui capofila è senz’altro Chris Solinsky, dopo il 26.59” della scorsa stagione.
Inutile ricordare la recente impresa di Mo Farah, 26’46” di pb e record europeo frantumato.
Purtroppo, però, non possiamo trascurare che la Nike ha investito somme che qui ci sogniamo, mentre Farah è un campione con ricchi sponsor personali.
Però ho visto anche qualche grande risultato agli assoluti. La classifica dei 10.000 è strabiliante. Anche troppo.

Un saluto.
Sat

Marius ha detto...

Penna eccellente, sportivo competente e appassionato, rieccolo finalmente dalle nostre parti... BENTORNATO SAT!!!

Anonimo ha detto...

E polemico come al solito...
Sat