giovedì 11 novembre 2010

Pescara città dello sport 2012?

Pare di sì. Pescara città dello sport 2012. Il logo campeggia un po' dappertutto. Lo Stadio Adriatico ne è foderato dentro e fuori. Il logo è bello, ma non fa luce. Non dà energia. E di luce, nonché di energia tout court, ne servirebbe un tantino. Giusto quella sottratta ieri ai ragazzi dell'atletica, alle 18.05, mentre si asciugavano i capelli dopo la doccia (forse c'era ancora qualcuno che si insaponava). Un modo poco garbato ma estremamente efficace per liberarsi velocemente dei 'soliti giovani seccatori atletici', aerobici e anaerobici.
Peccato, ché a certe parole avevo iniziato a credere.
Qualcuno recentemente ha detto: "[...] Un territorio che già dall’autunno 2009 ha iniziato il suo cammino per la candidatura al Titolo di Città Europea dello Sport riconoscimento che viene assegnato annualmente dall’Aces, l’Associazione delle Capitali Europee dello Sport, a ‘capitali’, ‘città’ o ‘comuni’ secondo i principi di responsabilità e di etica, nella consapevolezza che lo sport è un fattore di aggregazione della società, di miglioramento della qualità della vita, di benessere psico-fisico degli individui e di piena integrazione delle fasce sociali in condizioni di disagio. Il titolo rappresenta un’opportunità a disposizione delle amministrazioni locali per attribuire un riconoscimento ufficiale alla qualità del loro impegno in materia sportiva sul territorio di competenza".
Parole. Suoni di un paradiso che deve venire. Chissà se le altre città candidate, quanto ad atletica, stanno messe peggio di noi?

14 commenti:

Unknown ha detto...

Dobbiamo metterci sotto per dare al nostro unico impianto di atletica leggera la giusta e necessaria funzionalità!! Ai ritmi odierni pare solo una presa per i fondelli e nulla +! Non si può uscire dal campo alle 17e30 per docciarsi entro le 18!! FOLLIA!!

Una volta con il sovoir faire riuscivamo ad ingentilire i custodi che pur storcendo il naso ci concedevano strappi alla regola!!

Ma non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire e per questo che dobbiamo seguire le vie istituzionali!!

Luca Renz

Anonimo ha detto...

Caro Mario magari ero ancora insaponato...devevo ancora farlo!!!!!
In 7 giorni è il 2° caso in cui alcuni di noi siamo stati "vittime", senza luce dopo le 18:00..sembrerebbe quasi come dire...magari vi sbrigate prima ed uscite in tempo...
Pescara 2012 città dello sport...magari del calcio forse! Mi domando se la "commissione" venuta qualche giorno fa per vedere lo Stadio intitolato al GRANDE Giovanni Giovanni, ops..sorry il "Marco Mazza" si sia posta la domanda? ma chi è Marco Mazza! CHE VERGOGNA, (della moralità, della cultura e soprattutto della legalità..) QUELLA SCRITTA IN CURVA!
Pescara 2012..., alle 17,30 oggi si finisce di allenarsi, alle 16,45 tra un mese...magari ci compreremo tutti dei caschi da minatore...CHE VERGONA!

Enrico saraceni

Anonimo ha detto...

perchè non inviare una "rimostranza scritta" alla commissione (quella della competizione "città dello sport") e per conoscenza agli amministratori locali?!

Magari con una eventuale azione di nocumento all'immagine sportiva cittadina, chi di dovere potrebbe rimboccarsi le maniche per evitare la perdita della disputa con le altre città e "ridurre" gli sciagurati tagli elettrici a meri fraintendimenti...degli addetti...

GMaK
(illuminato)

tregua ha detto...

La notizia della candidatura di Pescara a Città Europea dello sport apre una discussione che, a mio modo di vedere e in questo blog, dovrebbe mirare ad evidenziare quanto sia necessario assumere un atteggiamento rivendicativo oltre che di denuncia su certi temi. Come al solito ci sarebbe troppo da dire , ma mi limito ad alcune considerazioni (im)pertinenti con lo scenario.
Riguardo alla candidatura di Pescara a Città europea dello sport è bene analizzare che cosa questo significhi.
In questa sede ACES (European Capital of Sport Association) è il giudice insindacabile dei valori sportivi di Pescara e , a ben guardare (http://www.aces-europa.eu/) di tante altre capitali, province, comuni e, se continua così, anche degli oratori europei dello sport.
Si sa che, via via che il business cresce si amplia la rete vendita.
Ma di che business si tratta?
La Commissione italiana ACES è presieduta da Gian Francesco Lupattelli, membro del Consiglio nazionale Coni (vedi anche MSP Italia Ente di Promozione riconosciuto dal CONI).
L’ACES, riconosciuto dall’Unione Europea (come tutti i suoi cittadini, se Dio vuole), sede legale a Zurigo e quartiere generale a Londra, ha sedi nazionali in 19 Paesi, è operativo in 30 nazioni. Parliamo quindi di una multinazionale , su un modello che mi fa pensare al “Mercurio d’oro” , se non ai “Cavalieri del Santo Sepolcro”).
Vediamo i prodotti e servizi, così come approvati nella forma e nei contenuti dal Sindaco della Città di Pescara, e da tanti altri “sostenitori” delle pratiche sportive e dei valori universali che trasmettono:
ACES, che ogni anno conferisce i titoli europei dello sport ( attenzione, non è un concorso europeo: ogni nazione ha il suo vincitore ogni anno e, a livello nazionale sono molteplici, annualmente, le Città ed i Comuni “premiati” con il prestigioso riconoscimento n.d.r ) secondo i principi di responsabilità e di etica ( già riportati da Mario).
Dato che ACES ( a detta del sindaco e da come si legge nei comunicati stampa) “esprime gli stessi valori difesi da Pescara , che crede nell’importanza dello sport e dei suoi valori più autentici per la crescita dei nostri ragazzi” , allora i compiti di ACES e del Comune “consistono nella creazione delle politiche dello sport per lo sviluppo delle infrastrutture; modelli di gestione dello sport nel facilitare lo sviluppo di processi sociali di integrazione nelle aree più svantaggiate della società quali: disabili, anziani, adolescenti in situazioni a rischio, immigrati (aggiungerei: i praticanti gli sport “poveri” e gli stili di vita sostenibili). Pescara aspira a conseguire il premio di Città europea della Sport anche perchè “il premio è un incentivo per le amministrazioni locali e i loro dipartimenti di sport a soddisfare una fondamentale e determinante costruzione delle basi che contribuiscono a migliorare il livello generale di salute degli abitanti in un paese, attraverso la cultura del sano esercizio fisico”.
Da quanto ne capisco il Comune di Pescara mira a fregiarsi del suddetto titolo perché esso rappresenta una sorta di “certificazione di qualità” del rispetto degli stessi principi manifestati ampiamente in questo blog.
Dov’è la contraddizione? Forse nel fatto che l’operazione che ACES promuove in 30 Paesi e che viene data in pasto alla popolazione dalle (onerose ) campagne stampa e serate di gala è un’operazione di facciata, mentre le luci e i boiler dello stadio si spengono davvero, le motivazioni a fare sport decadono e aumenta il numero dei ragazzini merendino- dipendenti.
Sorge anche in questo caso la domanda: che fare? Per non dilungarmi, mi viene da sottolineare che siamo in una fase storica in cui lo stato sociale si sta ritirando insieme a certi diritti consolidati. Prima che sia troppo tardi, prima che le luminarie della Città europea dello sport si spengano, indignamoci, facciamo sentire la voce dei diritti – che stanno già pagati, diceva quello – e facciamolo nelle sedi appropriate (chissà che non si rendano conto che certe volte l’anello al naso porta meno voti che la coerenza).
Valerio

Anonimo ha detto...

...ecco un modo civile, garbato per esporre l'indignazione.
ma, in concreto, cosa si fa?
materialmente stiliamo questa lettera di rimostranze e lo si invia al sindaco di Pescara???

GMaK
(in cerca di lumi)

Max ha detto...

Il Comitato Provinciale FIDAL Pescara, ha già stilato una lettera di richieste ed una bozza di regolamento per l'uso della pista di atletica. In questo momento i documenti stanno circolando tra le società ineteressate e sono in attesa di eventuali suggerimenti, integrazioni e quant'altro.
Trovata la quadratura del cerchio, il tutto verrà inviato all'Assessore allo Stport, che sarà inoltre convocato in una riunione alla presenza del CP FIDAL Pescara e delle relative società.
Proviamo con i modi civili...e speriamo di ottenere risposte altrettanto civili...
Massimiliano Palumbaro

Marius ha detto...

Bene. Ringrazio Valerio estremamente puntuale ed equilibrato. Ringrazio il mitico GMak, per la sua consueta, ironica, quanto costruttiva concretezza. Ringrazio l'Homo Novus, Massimiliano Palumbaro, per la risposta altrettanto puntuale e, soprattutto concreta, quantitativa.
Ringrazio Luca, garbatamente incazzato pure lui.
Non vi nego che, portato da un pragmatismo messo alla frusta da certa esasperazione, da un po' vado pensando ad un blitz giornalistico, nei pressi dello Stadio Adriatico, in stile Gabibbo. Per ora parcheggio l'idea. Avanti per le vie istituzionali. Poi si vedrà...

m

Anonimo ha detto...

è interessante notare che per ottenere "qualcosa" occorrano anche mesi (quando va bene -riunioni, decisioni collegiali, incontri con le istituzioni, attese snervanti, raccomandarsi alle persona giuste), per toglierteli invece basta girare un "interruttore", in questo caso...
Per carità, è solo una constatazione delle cose che gli utenti, noi, siamo costretti a fare per un diritto e non vuol essere una critica all'operato che state facendo.
Anzi ne approfitto per suggerire di prevedere nella convenzione la possibilità di poter usufruire del "G. CORNACCHIA" anche per gli utenti extra distretto, qual io sono, come ben sapete.

GMaK
(extra-"comunitario")

Anonimo ha detto...

*PESCARA CITTà DELLO SPORT o.O''* ahahaha
ma qualcuno di voi è andato a vedere (ALMENO) l'ultima partita del pescara, in casa????!
..anzi, qualcuno di voi ha letto il centro ieri mattina?????????!
"SCANDALO" ALTRO CHE CITTà DELLO SPORT!
è assurdo, i tifosi hanno buttato in campo (SU PISTA) piu di 20 fumogeni e 5 bombe carta!
fantastico.. FREGHIAMOCENE DELL ATLETICA, ROVINIAMOCI CON LE NOSTRE MANI!!!! (come mi dice sempre papà: "NON FARE LA CACCA DOVE MANGI"
..ieri dentro il COVO ULTRAS (ora sotto sequestro) sono state trovate delle vere e propie armi [pistola-ascia-pugnale..senza contare i fumogeni e le bombe carta] ECCOVI IL "MARCO MAZZA"
FANNO ENTRARE QUESTA GENTE DEL CAVOLO A ROVINARE LA PISTA, mentre a noi spengono la corrente quando ancora ci facciamo la doccia!!
Io SENZA esagerare ho assistito almeno a 5/6 di questi PURI casi,E PENSATE CHE I CUSTODI NON SANNO MAI NIENTE -.-
anche ieri (19/11/2010) alle 17:40 piu o meno DI NUOVO CI SIAMO FATTI LA DOCCIA SENZA CORRENTE.. AL BUIO PIU ASSURDO! bella figura che ci facciamo vero? propio ieri che dopo tanto, sono venuti a trovarci moltissimi ragazzi che non sempre possono venire ad allenarsi su questa FANTASTICA PISTA!!!!
ora SOTTO PAROLA DEL SUPER CUSTODE, ALLE ORE 17:55 DOBBIAMO STARE SOTTO LE DOCCE, MENTRE ALLE ORE 18:25 TUTTI FUORI DALLO STADIO! O.O è assurdo, per i ragazzi che come me (studenti..) tornano a casa da scuola non prima delle 14:30.. cosa dovremmo fare? non mangiare e venirci ad allenare alle 15? per ACCONTENTARE i custodi?????
mmmm ancora mi posso permettere un aereo privato.
Il mio caro allenatore (mario de benedictis) insegnate scolastico, grande lavoratore! che purtroppo non puo arrivare sempre prima delle ore 16:30.. CHE SI FA IL SEDERE IN 4 PER ESSERCI OGNI VOLTA.. cosa dovrebbe fare???!!!??? si daiii alleniamoci a vita in pinetina, senza neanche una luce!!
ooooh ma un po di UMANITA!!
siamo il paese dove l atletica è meno considerata.
SI SENTE PARLARE PIU DELLE BOCCE (senza offesa per chi pratica)
qui dobbiamo protestare.
NOI NON CHIEDIAMO di accendere tutttte le luci, ne di cambiare l orario.
CI BASTA ANCHE UN SOLO FARO ..
1 SOLO, x un paio di ore!
almeno il tempo di farci una doccia normale, senza aver paura di dover uscire fuori cn i capelli bagnati! (pensiamo anche alle ragazzine che non sono in poche, devono anche loro asciugarsi i capelli!) ..a 19 anni mi sta gia venendo la cervicale ahaha
la gente nn ci considera.. VOGLIA DI LAVORARE PRENDIMI AL VOLO!
domani super spese ad "IPER CINA" :)
lunedi tutti allo stadio cn l elmetto da minatore.
FIDAL SVEGLIAAAAAAAAAAAAAAAAA!

*kenya*
(sangue russo)

Anonimo ha detto...

Caro Mario,
devo dirti che alle volte sento un po’ di nostalgia della cara “terra d’Abruzzo”.
E non solo perché resta pur sempre casa mia, ma – udite udite – anche per gli aspetti atletico-agonistici.
In questo caso non si parla propriamente di atletica, ma di podismo.

Inizio mese disastroso, con la classica gara Broni-Cicognola (breve competizione da 6,5km, con oltre metà percorso in salita, fino al castello di Cicognola, che, per la cronaca, dovrebbe appartenere a Moratti), alla quale negli anni ho partecipato diverse volte.
Arrivo e, sebbene il volantino parlasse impropriamente di “manifestazione internazionale a carattere popolare” – formula che, in effetti, non vuol dire niente, o meglio, nell’ottica degli organizzatore, significherebbe che, se arriva uno straniero tesserato per una società lombarda, può gareggiare (evviva la parità di diritti…) – vengo accolto da un paio di “amici” che da anni mi impediscono la partecipazione alle gare della provincia, per la sola ragione che sono tesserato come assoluto. Il che, come tutti ben sanno, non significa né essere più forte o più dotato, né, tantomeno, avere più tempo per allenarsi. Significa soltanto volersi mettere alla prova in un lotto di competitori leggermente più agguerriti.
Ad ogni modo, quella di Broni era rimasta una delle ultime gare open della provincia. Anzi, se si fa eccezione per la mezza maratona Corripavia e per la classica d’autunno Milano-Pavia, l’unica. Almeno fino allo scorso anno. Adesso non più. Tutto chiuso e riservato a master e tesserati amatori. Inutile dire come si sia impoverito il lotto partenti in queste gare. Di fatto è stato creato un circuito riservato a pochi podisti, che regolarmente si sfidano ogni domenica e talora in turni infrasettimanali, con la conseguenza che, prima della partenza, puoi già scrivere la classifica e procedere alle premiazioni.
Ovviamente non si tratta di un fatto di premi e di riconoscimenti. Il problema fondamentale è che ad un normale appassionato – quale può essere il sottoscritto – viene preclusa in toto la possibilità di gareggiare nelle competizioni di casa. Persino in un paio di garette proprio a Pavia la mia presenza è risultata sgradita.
Inutile dirti come mi sia “preso un veleno”, come dice sempre mio padre.
E non solo.
Siccome ormai mi ero anche stancato di questi odiosi siparietti, ho aperto un piccolo dibattito su podisti.net, tra i commenti relativi alla gara. Sebbene serva a poco – anzi, a nulla – mi sono almeno permesso di esternare la mia disapprovazione per l’atteggiamento di chiusura e di provincialismo imperante nella zona.
Ma non è tutto.
La domenica ho partecipato alla mezza maratona di Cesano Boscone (provincia di Milano). Questo sì era l’appuntamento a cui tenevo di più. La condizione sembrava buona e non volevo perdermi l’occasione di testarmi ancora una volta sulla distanza.
Tutto ok, clima umido ma né piovoso né freddo – peccato aver dimenticato i pantaloncini ed esser partito in calzamaglia (ma dove avrò la testa?) –, partenza senza strappi, percorso cittadino e curvilineo come piace a me, andatura regolare, passaggi ben gestiti con media da 3’23” fino al 15°, chilometro in cui mi ritrovo da solo in terza posizione dietro un paio di marocchi. Mi sento bene e provo ad aumentare senza guardare il cronometro – come sempre, del resto – e vado via bene fino al 18°.

Anonimo ha detto...

In prossimità del km 19 il patatrac. C’è un cartello enorme sul percorso, che segnala di svoltare a sinistra. Mi sposto sul lato mancino della strada, quando una volontaria mi richiama, dicendomi che per la mezza devo andare a destra. “Mah – penso – normalmente sono io a sbagliare strada”. E poi in partenza ci avevano detto che all’ultimo era stato modificato un tratto del percorso a causa di un cedimento del terreno dovuto alle piogge incessanti del periodo.
Ovviamente seguo l’indicazione, pur facendo presente che il cartello dava tutt’altra direttiva.
Morale: torno su una strada appena percorsa, allungo di quasi due chilometri, rallento nel finale, nero come la pece dalla rabbia, e chiudo in 1h18’50”.
Al traguardo sono furibondo, ma, a sorpresa, non sono il solo ad aver sbagliato. Prima di me era stato mal indirizzato anche Rachid Amor, secondo in gara, il quale arriva addirittura in 1h23’ – per lui ben due indicazioni errate. E poi, a seguire, altri 7/8 corridori, tutti vittime della stessa indicazione fallace.
Devo riconoscere che, preso atto dell’errore, l’organizzazione è stata molto collaborativa, indennizzando in via monetaria tutti i malcapitati. Io e Amor siamo stati gli unici a rimetterci qualcosa, ma devo ammettere che non tutti avrebbero preso una decisione del genere.
Resta, tuttavia, la delusione per non poter conoscere il risultato della corsa, in una giornata in cui tutto era girato bene ed avevo provato sensazioni ottime. Probabile che avrei chiuso sugli 1h11’ e spiccioli, ma poco importa ormai.
Nella stessa domenica, a Carpenedolo in provincia di Brescia, si correva un’altra mezza, valevole come campionato regionale lombardo di specialità. Circa mille iscritti e diversi ottimi atleti tra gli iscritti. A circa due terzi di gara, l’auto dell’organizzazione (!!) sbaglia strada e si porta dietro i primi 4 della classifica, tra i quali un paio di marocchini, Rizzi e Finesso (quest’ultimo poco noto, ma capace più volte di tempi da 29’30”-29’50” sui 10.000m e personale di 1h04’20” alla Stramilano di 2 o 3 anni fa). Alla fine vince Tosi in 1h08’26”, approfittando dell’errore dei primi.

E allora chiudo questo intervento chilometrico (ma come ben comprenderai, il mio ritorno sulle pagine del blog non poteva essere breve…).
Ma quando mai nelle nostre stradali si assiste ad errori talmente grossolani? Poi magari si toglie un giro sui 10.000m, ma, si sa, noi siamo uomini di buon cuore…
Normalmente le nostre stradali sono quasi sempre impeccabili sotto il profilo organizzativo e con premiazioni affatto comparabili a quelle cui spesso si assiste qui la nord.
E come diceva quel tale, “ah, perché non son io coi miei pastori?”.

Un saluto.
Sat

Anonimo ha detto...

sul quotidiano locale oggi, a tutta pagina: "Pescara ce l'ha fatta: è la città dello sport 2010", ha superato agguerrite avversarie tra le quali Firenze e Viterbo...

Complimenti. Non so chi ci guadagna e chi ci perde...

GMaK
(jamais plieé)

Marius ha detto...

I riflettori si accendono su Pescara, Città dello Sport (e non è solo una metafora: da un paio di settimane li accendono davvero, al pomeriggio e nel numero di cinque, sulla pista dell'Adriatico; se son rose...).

m

Anonimo ha detto...

...gli anni passati ce n'erano una o due, zona "ingresso maratona" e nulla più...ci sono progressi...allora!!!

GMaK
(e il lumicino della speranza...)