sabato 2 gennaio 2010

Nebbia e angoli di lavoro




Erika sbuca fuori dalla nebbia, ciclicamente, un giro dopo l’altro. Marcia da poco e la sto studiando. Lei sembra infischiarsene tanto è presa dal nuovo esercizio. Ha un’eleganza innata che dovrà però essere educata, condotta entro i crudeli canoni biomeccanici di una disciplina particolare. Canoni crudeli ma necessari.
Per ora Erika marcia ignara delle mie alchimie angolari, dei miei goniometri digitali e delle mie analisi. La nebbia la nasconde e la svela come in un gioco di magia d’altri tempi. Lascio che prevalga la bellezza selvaggia di un indomito puledro, ancora qualche giro. Stasera tutto verrà tradotto in numeri. Anche la poesia di una marciatrice che danza.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Della serie "lezioni di marcia"...
Adesso possiamo comprendere meglio tutto il tuo armeggiare al campo quando in pista scendono i marciatori.
Sì, svanisce un po' della magia del gesto atletico per lasciare il posto ad un'analisi scientifica del movimento e dell'azione. Analisi che, tuttavia, consente anche al quisque de populo di apprezzare il rigore e la raffinatezza con cui si allena un atleta e si prepara una competizione.

Un saluto.
Sat

P.S.: pensavo di arrivare dalla terra della nebbia. Invece ho potuto constatare, mio malgrado, che anche la ridente e rivierasca Pescara ha imparato a conoscere questo triste e fastidioso fenomeno...

Anonimo ha detto...

Un grosso in bocca al lupo ad Erika.
Saluti Daniele.

Marius ha detto...

Siccome qui si commenta in pochi, aggiungo due righe. Evidentemente non tutti gli angoli sono uguali...

;))

m

Anonimo ha detto...

...sono affascinato e...invidioso!
Fotocamera digitale ad alta risoluzione, CP e relativi programmi, Web...

L'analisi del gesto tecnico che mi riguardava invece poteva contare principalmente su una videocamera vhs-c del 1991 (all'anvanguardia per l'epoca essendo la prima videocamera "palmare"), affiancata poi nel 1994 da un videoregistratore vhs a sei testine di importazione, adattatore vhs-c,televisore 14', carta copiativa e carboncino...ruotavo la rotella del video, fotogrammi ogni 0.5 centesimi di secondo, stoppavo sull'immagine di interesse e con carboncino e carta ricalcavo l'immagine confrontandolo - dopo analogo procedimento - con il fermo immagine di riferimento...

fffischiooo...ne è passata di H2O sotto i ponti...

Provate anche ad immaginare la "risoluzione" di quei fermo immagine...

altra che nebbia...sembravano i puntini di quei giochini sui giornalini che recitano : "unisci i punti dall'1 al 45 e otterrai..." con l'unica differenza che con le mie immagini estrapolate i puntini non erano numerati!!!
e poi, cercavo di ricavarne il max, autoconfrontandomi l'indomani con me stesso e con altre riprese...e con chi altro potevo confrontarmi, qui da noi???

W il Progresso, positivo!!!

GMak e le auto-disquisizioni tecniche casalinghe!!!

Anonimo ha detto...

“Quando in un equilibrio dinamico riusciamo ad unire passato e futuro in un presente vivo, come un’ampia profonda pulsazione. Essendo infatti il tempo il nostro ambiente vitale per eccellenza, dovremmo saperlo respirare come l’aria. Saper respirare è la prima condizione per sapersi muovere, camminare, attraversare lo spazio. Gli atleti devono averlo sempre saputo. Ed esiste una relazione tra il sapersi muovere fisicamente e il sapersi muovere nella storia. Sarà per questo che in Grecia i Giochi Olimpici avevano carattere nazionale e religioso insieme, carattere di rito della cittadinanza”

Maria Zambrano By Paolo Dell'Elce