L’ASD AICS HADRIA PESCARA vince il Cross Lungo del CdS Regionale in Abruzzo, oggi a Penne. Nei trentacinque anni della sua gloriosissima storia non era mai accaduto (ricordiamo che l’AICS HADRIA PESCARA è stata la prima società di mio fratello Giovanni, quella di Gisella Orsini, prima di entrare in Forestale, di Luciano Carchesio e tanti, tanti altri campioni)! Alla vittoria nel lungo si aggiunge l’ottimo terzo posto dei miei (a pari merito con l'ASD Amatori Podisti Pennesi) nel Cross Corto.
Complimenti quindi a Saturnino Palombo (il mitico Sat!) secondo classificato sugli interminabili 10 km, in un duello avvincente con l’irriducibile Matteo Notarangelo (Bruni Pubblicità Atl. Vomano); grazie ancora all’emergente Luigi Turilli, terzo, davanti al sempre verde Gianluca Pelusi (Bruni Pubblicità Atl. Vomano), e grazie pure al tenace Alessio Bisogno, quinto; senza di lui non avremmo mai vinto (la Bruni Pubblicità Atl. Vomano è arrivata seconda, di un punto!).
E poi ringraziamenti a valanga per Flavio Di Bartolomeo, quarto nel Cross Corto, per l’eroico Luigi D’Alimonte, decimo (e fermo da circa un mese per guai muscolari), e per un commovente Alessandro Di Cintio, sedicesimo, armato di coraggio e fedeltà nipponiche (anche lui reduce da una serie interminabile di ‘acciacchi’). E che dire dei ‘solitari’ Luca Di Muzio (unico Allievo, partito come un matto all’inseguimento di Daniele D’Onofrio) e Denny Anzideo (junior)? Grazie ragazzi. Grazie, grazie, grazie… (Ah, se potesse tornare Vittorio Maturo!).
Complimenti quindi a Saturnino Palombo (il mitico Sat!) secondo classificato sugli interminabili 10 km, in un duello avvincente con l’irriducibile Matteo Notarangelo (Bruni Pubblicità Atl. Vomano); grazie ancora all’emergente Luigi Turilli, terzo, davanti al sempre verde Gianluca Pelusi (Bruni Pubblicità Atl. Vomano), e grazie pure al tenace Alessio Bisogno, quinto; senza di lui non avremmo mai vinto (la Bruni Pubblicità Atl. Vomano è arrivata seconda, di un punto!).
E poi ringraziamenti a valanga per Flavio Di Bartolomeo, quarto nel Cross Corto, per l’eroico Luigi D’Alimonte, decimo (e fermo da circa un mese per guai muscolari), e per un commovente Alessandro Di Cintio, sedicesimo, armato di coraggio e fedeltà nipponiche (anche lui reduce da una serie interminabile di ‘acciacchi’). E che dire dei ‘solitari’ Luca Di Muzio (unico Allievo, partito come un matto all’inseguimento di Daniele D’Onofrio) e Denny Anzideo (junior)? Grazie ragazzi. Grazie, grazie, grazie… (Ah, se potesse tornare Vittorio Maturo!).
11 commenti:
ora si che abbiamo dei grandissimi campioni
Forse non saranno campioni, ma sono la testimonianza di un impegno che in pochi sono in grado di apprezzare. E questo è davvero inquietante, caro anonimo dalla battuta salace ("battuta salace" è un'ironia, o anonimo)...
m
Le chiacchiere sono chiacchiere; quello che conta sono sempre i fatti e i fatti danno ragione ai ragazzi dell' Adria per cui complimenti a tutti i componenti della squadra.
Un grosso saluto e alla prossima.
Daniele.
Tanto di cappello alle infaticabili gambe degli atleti, alla testa di Mario ed al cuore di tutti quelli che stanno credendo in questo progetto e si "sbattono" affinchè possa ottenere risultati e dare soddisfazioni.
Questo è il primo! Come si direbbe in gergo calcistico: 1 a 0, palla al centro!
complimentissimi a tutti e una domanda curiosa: nella seconda fotografia il 58 corre su un letto di sabbia mentre il 30 se ne va "tranquillo" sull'asfalto? il 58 sta facendo un giro di penitenza?
:)
g
COMPLIMENTONI!!!!!!!
Bhè, che dire, i successi di squadra hanno un grande significato, quella di un gruppo vincente.......un gruppo di atleti, ma prima ancora "colleghi di fatica".
Una squadra di atleti è un po' come un'orchestra, dove sì, è importante il solista, ma ancor di più lo sono gli orchestrali, che insieme al direttore di orchestra (il tecnico), riescono a strappare applausi anche al pubblico più critico.
Un plauso quindi agli infaticabili atleti per "le epiche gesta", al loro tecnico per aver plasmato IL GRUPPO e alla Società Hadria Pescara per la conquista di un "sogno" che sicuramente merita anche chi prima ancora, ha contribuito nel passato al conseguimento di tanti splendidi traguardi.
Senza il passato non c'è presente, senza presente non c'è futuro.
Bravi tutti,
con ammirazione
MAC
Grazie MAC, troppo buono (hai una cena pagata ;)).
Rispondo a "g": innanzi tutto una precisazione; la sabbia è lì perché una campestre generalmente si corre con le chiodate, e quindi i tratti asfaltati vanno 'sabbiati' per non far pattinare gli atleti 'chiodati'. È certo che il tratto in asfalto è più veloce di quello in sabbia. Ecco perché Sat (il n. 30) non taglia la curva, perde qualche centimetro che guadagnerà poi in velocità. Il 58 (Matteo) invece tiene il cordolo, infischiandosene della sabbia che lo rallenta. La cosa curiosa, che ai più sfugge, è un'altra: Sat usa le chiodate (e quindi dovrebbe correre su sabbia) mentre Matteo non usa i chiodi (e sguazza allegramente sulla sabbia). A questo punto giro la palla al Sat.
un saluto
m
Grande Mario!
Ovviamente era la cosa che volevo precisare io stesso.
E' il grande paradosso della situazione, io ho i chiodi e Matteo no.
In realtà - credo si riesca a vedere - io corro sul bordo della sabbia, quel tanto che mi consente di non battere fastidiosamente i chiodi sull'asfalto ma al contempo di produrre il minor sforzo possibile. Ho provato solo una volta a transitare completamente nella sabbia, ma sentivo di non riuscire a spingere. Di conseguenza, i pochi metri guadagnati non mi avrebbero consentito di raggiungere la miglior prestazione.
Matteo ha fatto la stessa cosa per quasi tutta la gara - potevo controllarlo bene perché sono rimasto sempre a 10-15 metri, salvo un breve ricongiungimento ad un paio di km dalla conclusione - ma negli ultimi due giri ha rischiato il tutto per tutto nella speranza di sfruttare quel piccolo vantaggio in termini metrici.
Nella gara di domenica si è assistito ad una netta divisione tra gli atleti. Alcuni hanno preferito correre con le chiodate, altri hanno optato per le normali superleggere. Personalmente, nonostante ci fosse una salitella con il fondo particolarmente duro, credo che la scelta di metter su i chiodi sia stata complessivamente la migliore.
Quanto alla gara, è stata davvero un’esperienza magnifica.
Tornare a casa per la competizione mi ha motivato alla grande e ho davvero dato il massimo. Credo che i campionati di società abbiano un sapore speciale e riescano a responsabilizzare tutti i componenti della squadra in maniera superiore rispetto ad una gara normale.
Vorrei ringraziare tutti per il sostegno e l’appoggio che mi hanno dato durante la gara.
Ringrazio i compagni di squadra per l’impegno profuso e la tenacia con cui si sono battuti, contribuendo al risultato del collettivo.
Ringrazio il presidente per aver ridato vita a questa storica società.
E soprattutto ringrazio l’immenso Marius per la disponibilità e la professionalità con cui ci guida e l’amicizia che ripetutamente ci dimostra.
Chiudo con un'ultima osservazione.
Il post è stato pubblicato alle 19.50. Sembra proprio che i critici siano i più reattivi... O sbaglio?
Un saluto.
Sat
ringrazio m. e Sat per le precise precisazioni (?!?!).
mi perdonerete se però mi terrò cara l'intuizione del giro di penitenza, anzi doppia penitenza visto che Matteo non aveva le chiodate :D
:)
g
E un piacere e son contento che le cose siano partite e continuino nel verso migliore e alla grande per quello che stanno facendo Marius e Massimiliano, dopo le imprese a denti stretti portate avanti quando eravate in altre società fino a qualche tempo fa...(sapete a quali mi riferisco) ma e altrettanto bello vedere dei cari amici lottare e crederci in questo che noi facciam nonostante le molte difficoltà sia interne all'ambbiente dell'atletica che personali(lavoro-studi- etc etc) un saluto e i miei complimenti a tutti.....ciao Sat, ciao Flavio ed il resto della trup.
BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI BRAVI!!!!!!!!!
Gis
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