La morte è altrove, la disperazione è altrove. Così mormora la flebile voce vigliacca di un ancestrale istinto di sopravvivenza. Ma quell’altrove ci appartiene, siamo noi. Qui a Pescara il terremoto è arrivato come un cupo sussurro dentro il buio, un’eco ferale che ha fatto dondolare i lampadari di casa assieme alle nostre certezze. E poi le immagini dei tg, all’alba. La distruzione. La morte. L’Aquila.
Facce strane. Attonite. Lunedì 6 aprile 2009, Pescara comincia il suo mattino sotto una coltre d’ovatta. C’è gente che si muove al rallentatore, auto irrealmente silenziose e sguardi vuoti, gonfi di stanchezza. Chi è abituato a sentire clacson incazzati già dalle sette e trenta, a respirare nevrosi e polveri sottili bestemmiando ad ogni incrocio, aggiunge il proprio sguardo incerto e puerile a quello degli altri.
Cinque studentesse del vicino liceo artistico si abbracciano felici. Vola pure qualche quaderno per aria. Non si fa scuola. Si anticipano le vacanze pasquali. Anche la scuola elementare di fronte casa mia è chiusa: una mamma parla con la bidella sulla soglia dell’ingresso principale, saluta e fa dietrofront digitando convulsamente i tasti del cellulare. Il bambino che trascina dietro di sé dovrebbe essere suo figlio.
Fuori c’è il sole ed io ho voglia di piangere.
Facce strane. Attonite. Lunedì 6 aprile 2009, Pescara comincia il suo mattino sotto una coltre d’ovatta. C’è gente che si muove al rallentatore, auto irrealmente silenziose e sguardi vuoti, gonfi di stanchezza. Chi è abituato a sentire clacson incazzati già dalle sette e trenta, a respirare nevrosi e polveri sottili bestemmiando ad ogni incrocio, aggiunge il proprio sguardo incerto e puerile a quello degli altri.
Cinque studentesse del vicino liceo artistico si abbracciano felici. Vola pure qualche quaderno per aria. Non si fa scuola. Si anticipano le vacanze pasquali. Anche la scuola elementare di fronte casa mia è chiusa: una mamma parla con la bidella sulla soglia dell’ingresso principale, saluta e fa dietrofront digitando convulsamente i tasti del cellulare. Il bambino che trascina dietro di sé dovrebbe essere suo figlio.
Fuori c’è il sole ed io ho voglia di piangere.
10 commenti:
Caro Mario,
condivido il pianto…
Insieme alle lacrime, quel fastidioso movimento dello stomaco dove sembra si siano ammassate tutte le terminazioni nervose che si agitano e si scuotono procurando quella nausea seccante, indice di rifiuto ad assorbire e smaltire un’ansia eccessiva.
La mente invece non riesce ad elaborare la scusante ad un evento anomalo senza controllo e privo di sottomissione alla forza dell’uomo che rimane impotente e fragile.
Qualcuno disse:
“Pensa come se non dovessi morire mai, vivi come se dovessi morire domani”.
Me la ripeto spesso, ma non la riesco ad applicare mai nel quotidiano !!!
Carla
http://www.youtube.com/watch?v=AratTMGrHaQ&eurl=http%3A%2F%2Fwww%2Enew%2Efacebook%2Ecom%2Fhome%2Ephp&feature=player_embedded
Gis
voglia di piangere?
è come se tutto quanto successo rimbombi ancor di più nel vuoto che abbiamo dentro. vedo anche i miei ragazzi che corrono e lavorano ma la testa non c'è, io stesso fatico e mi obbligo alla lievità dell'impegno: eppure siamo lontani centinaia di km.
oggi ho voglia di piangere ancor di più dei giorni passati.
oggi non c'è pista e allora niente maschera. lo zaino è pronto e la cima mi aspetta.
oggi non ci sarò per nessuno. nemmeno per me stesso.
MarcoZ.
... oggi sarò a Lanciano, ad allenare marciatori e mezzofondisti, a cercare movimenti noti assieme ad altri sguardi fragili, simulando normalità...
mario
Angoscia ,e piango senza parole immobile davanti alle immagini dei nostri fratelli abruzzesi...
Ragazzi,
innanzitutto un saluto a tutti, perché è un po' di tempo che latito. Naturalmente solo a livello di interventi nelle discussioni, perché un "saltino quotidiano" sul mio blog preferito non posso omettere di farlo.
Sono contento che siano terminate le inutili polemiche con ex atleti/e cui ho potuto/dovuto tristemente assistere. Mi spiace che la vicenda si sia chiusa in maniera un po' sgradevole, ma purtroppo capita anche questo.
Ho apprezzato il post, che rispecchia la classica vena di qualunquismo e di menefreghismo che troppe volte ci accompagna di fronte a situazioni drammatiche come quella in corso.
Vedo però che intorno all'evento l'Italia non è rimasta inerte, ma ci sono state tante iniziative lodevoli.
Ovviamente non sono mancate quelle deprecabili, come lo sciacallaggio, il turismo dei curiosi e le speculazioni sui beni di prima necessità.
Spero che la vicenda non venga strumentalizzata eccessivamente e che non si perda il ricordo di questa dolorosa pagina quando, tra qualche tempo, le acque si saranno calmate e tutti avranno fatto ritorno alla vita normale.
Tutto sommato, come rimarcava Mario nel post seguente, bisogna ripartire.
La cosa che più mi fa ben sperare è che non manca una ferma volontà di voltare pagina e ricominciare.
In ogni caso, spero che tutti quanti contribuiremo, al minimo, destinando il 5 per mille alle famiglie terremotate. Singolarmente non rappresenta un grosso sforzo finanziario, ma in un'ottica d'insieme può garantire un aiuto enorme a tutte le persone colpite.
Un saluto.
Sat
Scrivo dopo molto tempo dai tristi fatti de L'Aquila ma non posso esimermi dal raccontarvi questa strana storia di terremoto e corsa.
Partenza della Maratona di Roma 2009. Sulla linea di partenza faccio conoscenza con una ragazza mia corregionale (aquilana): mi racconta della sua esperienza alla maratona di Honolulu, io le racconto della mia a Miami, entrambe svolte alcuni mesi prima. Mi dice che la sua vera passione è il triatlhon e sta facendo Roma e farà la Stramilano del 5 Aprile per preparasi alla Maratona di Londra. Pronti via facciamo alcuni Km insieme poi ci perdiamo di vista.......rivedo la sua foto (stessa divisa e stessa bandana di Roma) su "IL CENTRO" di Venerdi 10 Aprile. leggo il suo nome: MICHELA ROSSI. Leggo la sua stororia: era rientrata a L'Aquila la sera del 5 Aprile intorno a mezzanotte di ritorno dalla Stramilano ed è rimasta sepolta sotto le macerie della sua casa del centro storico de L'Aquila.
E' tristissimo sapere che sono morte oltre 300 persone a pochi Km da casa tua....ma quanto è + triste sapere che una di queste ha corso con te 20 gg. prima del terremoto una maratona ed ha corso fino a 12 ore prima il terribile sisma!!!!!
E che probabilmente la fatica accumulata non le ha fatto sentire per tempo la scossa!!!!
Tramite un blog ho saputo che il suo pettorale di Londra comunque qualcuno lo ha portato al traguardo....dall'alto del cielo Michela con un sorriso avrà ringraziato!!!
Scusate si vi ho rattristato.
Pasqualino Onofrillo.
Grazie Pasqualino. Ricordare, bisogna ricordare...
un abbraccio. mario
ricordo molto bene questo tuo scritto...
Commovente la storia che ci racconta Pasqualino Onofrillo...
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