A dispetto del titolo non riattizzerò il fuoco di polemiche tanto inutili quanto dannose. Vorrei invece fare alcune considerazioni circa i rapporti, oggi sempre più tenui, tra le società di Atletica Leggera e, usando un'espressione molto lata, gli operatori economici. L'Atletica, quella delle società giovanili e amatoriali, campa di volontariato. Per carità, tanto di cappello alla passione e alla strenua tenacia di tecnici, atleti e (soprattutto) genitori. L'esperienza mi fa dire che sono cose buone, destinate però a durar poco. Mi spiego meglio. Nessun progetto sportivo, serio, con i suoi bravi obiettivi a breve, medio e lungo termine, le sue verifiche, eccetera eccetera, può "camminare" senza che qualcuno ci investa del danaro. Ecco quindi evocata la parola magica: sponsor. "Bisogna trovare qualcuno che ci sponsorizzi" è il refrain di chi si accinge ad intraprendere l'"avventura" di costituirsi come associazione sportiva; qualche soldino, sogni di gloria a parte, consente comunque la possibilità di coprire le spese di alcune trasferte, di una pizzata a fine anno e del materiale sportivo essenziale (tute, completini e borse). Può capitare anche la "grazia" di un mecenate che si avvicini al tal sodalizio sportivo per effetto della presenza di un campioncino locale. E tutto funziona. Finché il campioncino gira; finché il mecenate ci crede. Sono profondamente convinto che le strade da percorrere debbano essere altre. Non quelle della fortuna, dell'occasionalità, ma quelle del Progetto. L'Atletica non ha bisogno di trovare qualcuno che scommetta su di essa. C'è bisogno, al contrario, di chi sia coinvolto in spirito e cervello (e danaro, ovvio) come investitore in un progetto finalizzato. L'Atletica, in special modo quella di livello regionale, non può certo offrire la visibilità "spettacolare" del calcio; le appartiene però un patrimonio di valori culturali forti (morali, sociali, pedagogici, storici, ambientali) che costituisce l'oro nero da raffinare in benzina per far andare il suo splendido movimento. Di gente disposta a collaborare con noi (noi dell'Atletica, intendo), investendo del proprio, ce n'è più di quanta si immagini; purché si esca dagli angusti recinti di una cultura spesso provinciale e di basso profilo, che non riesce ad andare al di là del mero risultato tecnico, sì importante, ma non più del percorso culturale che l'ha determinato.
8 commenti:
mi piacerebbe crederti ma conosco di gente volenterosa che ha bussato a parecchie porte, credimi, a volte fin troppo e troppe volte...ma nessun cents rimediato. Non si tratta di richieste una tantum, ma di veri progetti dell'ordine di 2/3 anni...con tanto di pubblicazione a corredo e documentazione inerente...perfino filmati tratti da media locali....niet €!!!
Se prospetti tali possibilità ce ne saranno...mah! sono scettico!
Caro anonimo (mi piacerebbe almeno un nick, ma va bene lo stesso),
comprendo la tua frustrazione. È quella di molti. Il punto è che non basta la volontà o una temporalità di due-tre anni a determinare la bontà di un progetto. Inoltre le pubblicazioni e la multimedialità, come "confezione" accattivante per coinvolgere possibili sponsor, c'è chi sa prepararle meglio di noi (ci sono aziende che fanno solo quello, e lo fanno molto bene). L'operazione che, diciamo così, vagheggio, è qualcosa di più complesso e che è molto distante da una "cerca" porta a porta. Dai, non voglio annoiarti; se credi sarà materiale per un prossimo post dove accennerò al progetto a cui sto lavorando e ad una mia esperienza pregressa, assai significativa in tal senso.
saluti. mario
Bella Mario!
A questo punto mi viene da dire che sono molto curioso di conoscere questa tua esperienza pregressa ed apprendere meglio il progetto al quale lavori.
Ci sentiamo ormai spessissimo, però in effetti sulla questione non ne so poi moltissimo.
Per carità, non è che voglia farmi a tutti i costi gli affari degli altri!
Comunque so che ci stai dietro da parecchio ed alcune ipotesi me le hai già prospettate.
Ma ad essere sincero, la cosa che più mi entusiasma è sentirti comunque fiducioso nella possibilità di realizzare un qualcosa che ai più sembra quasi irrealizzabile...
Da parte mia posso solo dire che se posso esserti in qualche modo d'aiuto, non esitare.
Saluti.
Sat
...sicuramente l'esperienza pregressa è basilare in questi casi. Ma ipotizzare progettualità a lungo termine con ragazzi (non atleti ancora) che se va bene, arriveranno a mala pena junior...beh, francamente non vedo via di uscita.
Se poi la progettualità espressa riguarda uno allievo/junior con prospettive aperte sul futuro, è un'altra storia: non si pensa più alla fase dell'abbandono tipico dell'età...ma difficile costruire un progetto ad ampio respiro su un solo soggetto e che attiri investimenti per il movimento globale della società...
Difficile discuterne così: dipende cosa pensiamo per progettualità e chi deve coinvolgere...e cosa si voglia ottenere.
...sicuramente l'esperienza pregressa è basilare in questi casi. Ma ipotizzare progettualità a lungo termine con ragazzi (non atleti ancora) che se va bene, arriveranno a mala pena junior...beh, francamente non vedo via di uscita.
Se poi la progettualità espressa riguarda uno allievo/junior con prospettive aperte sul futuro, è un'altra storia: non si pensa più alla fase dell'abbandono tipico dell'età...ma difficile costruire un progetto ad ampio respiro su un solo soggetto e che attiri investimenti per il movimento globale della società...
Difficile discuterne così: dipende cosa pensiamo per progettualità e chi deve coinvolgere...e cosa si voglia ottenere.
Tutto questo entusiasmo e tanto buon umore mi travolgono...
Ma posso comprendere il tuo (suo?) scetticismo...
Sat
...esperienza di campo, forse???
Caro anonimo (immagino tu sia lo stesso dei commenti precedenti; ecco l'utilità di un nick!),
credo tu sia un po' distante da ciò che io intendo per Progetto. Peraltro la complessità dell'argomento non si presta affatto ad un chiarimento in questa sede (tra i commenti, intendo) ed è per questo che tornerò sulla questione con un post ad hoc.
Tu scrivi di ragazzi, junior, di abbandono, eccetera, spostando ancora il fuoco sull'attività agonistica, sul risultato agonistico. Io invece intendo altro. Parto dall'Educazione (salute, movimento, alimentazione, ambiente, convivenza civile, eccetera), attraverso la pratica dello sport che più mi sta a cuore. Gli atleti, come li chiami tu, sono "solo" testimonial d'eccellenza di un metodo applicato su una base ben più larga.
Sto però confondendoti ulteriormente le idee, perdonami. Spero di essere più chiaro in appresso.
saluti. mario
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