sabato 13 febbraio 2021

GENERAZIONE DI CERCA-FENOMENI


Si parla – e si scrive – sempre più insistentemente di bambini prodigio capaci di correre, a lungo e velocemente, tra lo stupore compiaciuto di molti adulti.
Sui social c’è chi commenta gridando al ‘delitto’, e chi invece sbeffeggia chi si scandalizza, costruendo ardite teorie, popolate di instancabili frugoletti Nandi, Kalenjin, Kikuyu, e pure di preadolescenti norvegesi dal moto perpetuo, anticipato e velocissimo, elevato dai loro genitori e dagli altri adulti di riferimento a pratica quotidiana indifferibile; a valore morale assoluto.

Confesso di non commentare più queste cose, direttamente. Ne ho noia. Riflettendoci su, trovo che in molti – troppi – stia montando la convinzione che la soluzione ai 'mali' dello sport italiano (o forse solo quello che si ritiene essere il 'male' dell'atletica italiana: la mancanza di campioni) sia quella di una precoce specializzazione dei cosiddetti talenti. E crediamo così ferocemente in questo da arrivare a spellarci le mani in applausi pure coi ‘record’ (le virgolette non stanno lì per caso) di bambini di sette, otto anni.

Se non vogliamo solo ‘giocare’ agli scienziati che con studiato distacco emotivo osservano lo svolgersi del fenomeno – quel fenomeno – spesso convinti che esista un’altra etica, al di fuori dell’etica, allora dobbiamo ‘riavvolgere il nastro’.

Che cos’è lo Sport? Riconosciamo ancora in esso un’attività che può contribuire significativamente alla crescita dei giovani? E i genitori? Qual è la corretta sinergia tra famiglia e insegnanti (perché anche gli allenatori sono insegnanti)?

Scrive la mia amica Laura Bortoli:

“[…] I genitori ovviamente desiderano sempre il meglio per i propri figli, ma spesso non conoscono realmente il contesto e le peculiarità dello sport giovanile; di frequente le loro convinzioni si rifanno a quanto appare dai mass media, dove l’enfasi è usualmente solo sulla vittoria, esasperata ed a volte ricercata a tutti i costi.
Può anche essere utile spiegare ai genitori in maniera sintetica qual è il percorso motorio che può portare i giovani a sviluppare in maniera ottimale le proprie capacità e ad acquisire, al di là dei gesti tecnici, molteplici abilità.” (da “Insegnare per allenare”, SdS Edizioni, 2016).

Laura Bortoli suggerisce pure un esempio di codice di condotta da consegnare (ogni associazione sportiva dovrebbe farlo) ai genitori, riportato dagli autori Weinberg e Gould (2014):

- resta nell’area degli spettatori durante le gare;

- non dare consigli all’allenatore su come deve allenare;

- non fare commenti offensivi nei confronti di tecnici, giudici di gara o altri genitori;

- non dare istruzioni a tuo figlio durante le gare;

- non bere alcolici durante le gare e non andare alle gare se hai bevuto troppo;

- fai il tifo per la squadra di tuo figlio;

- mostra interesse, entusiasmo e sostegno a tuo figlio;

- controlla le tue emozioni;

- renditi disponibile ad aiutare se ti viene richiesto dagli allenatori o dai giudici di gara;

- ringrazia gli allenatori, i giudici di gara e gli altri volontari che hanno contribuito all’organizzazione  dell’evento.

Per ora mi fermo qui. Per ora.


Nessun commento: