Jozef Pribilinec e Michail Schennikov |
È noto ai più che io di marcia capisca poco. Ed è opinione diffusa che agli ignoranti non faccia difetto l'impudenza. Perciò, apertis verbis, una riflessione voglio farla.
Credo molto nell'utilità delle competizioni indoor come occasioni di verifica tecnica per chi pratica la marcia.
C'è - sempre a mio modestissimo giudizio - una coerenza formidabile tra l'esasperazione controllata di un gesto magnificamente innaturale e la sua trasposizione sulle distanze più lunghe, olimpiche.
Un tempo - invero non molti anni fa - i migliori atleti del 'tacco-punta' non si sottraevano a questa verifica. Anzi, la cercavano con forte convinzione.
Un tempo - invero non molti anni fa - i marciatori esprimevano un gesto tecnico non peggiore di quello odierno (tutt'altro che peggiore, altroché).
Quanti marciatori (e marciatrici, of course) parteciperanno ai prossimi Campionati Italiani Assoluti Indoor? Pochi, io credo.
Ma questo è il pensiero di chi la marcia la conosce così così.
Nessun commento:
Posta un commento