sabato 14 maggio 2016

Tredici mesi e una settimana


Per gli antichi greci il Tempo era trino. Aion, l’eternità, o l’era, o anche il tempo che tiene insieme l’intera durata della vita. Kronos, il tempo logico; passato, presente e futuro. La successione logica di secondi, minuti, ore… Ed infine Kairos, l’occasione (taluni dicono il tempo debito), l’istante cruciale, immobile e apparentemente eterno. 

Tredici mesi e una settimana, dal 1 aprile 2015 al 8 maggio 2016. Aion.

Il 1 aprile 2015, giorno della conferenza stampa di Alex Schwazer e Alessandro Donati; giorno del progetto dichiarato urbi et orbi. Kairos coccola Alex e Alessandro, ma anche Dario D'Ottavio, Benedetto Ronci, me e tutti quelli che credono nella forza delle scelte giuste, anche se impopolari, difficili da agire e da essere comprese. Kairos  è un dio benevolo, ma non ammette tentennamenti di sorta.

E poi Kronos, coi suoi giorni carichi di pensieri, di parole dette e scritte, ascoltate; lette e rilette. Kronos, che si fa cronometro digitale e occhio esperto nella successione sessagesimale di ore, minuti e secondi, gioca coi passi regolari di un marciatore apparentemente difficile da ‘domare’. Kronos che muta in Kairos, dentro l’istante di un fotogramma prezioso, passato al setaccio di un computer crudele e necessario. Kronos che ‘gioca’ settimanalmente a fare il vampiro in nome della Scienza (quella buona) a tutela della salute dell’atleta. Di tutti gli atleti.

Aion, Kronos e Kairos si incontrano a Roma, l’8 maggio 2016. È tempo di fare festa.

 "Sisifo insegna la superiore fedeltà che nega gli dèi e solleva i macigni. Quest’universo ormai senza padrone non gli appare sterile nè futile. Ogni grano di questa pietra, ogni bagliore minerale di questa montagna piena di notte, costituisce di per sè un mondo. Anche la lotta verso le cime basta a riempire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice." (Albert Camus, Il mito di Sisifo) 

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