domenica 28 agosto 2011

Brutta, marcia brutta

Foto di GIANCARLO COLOMBO/FIDAL
La finale dei 20 km di marcia maschile dei Mondiali di Daegu 2011 un bambino di tre anni l’avrebbe commentata così: brutta, marcia brutta. ‘Sta marcia che come la maratona parte e arriva fuori dallo stadio mi ha un po’ deluso. Giorgio Rubino mi ha deluso. È evidente che la sua tecnica risente dei frequenti infortuni patiti negli ultimi due anni. Giorgio oggi ‘saltellava’, ‘anticipava le spinte’ (soprattutto col sinistro), non ‘teneva dietro’, diciamo grossolanamente così; ‘fuggire’ col giapponese, passando dai 13,5 km/h dei primi due chilometri ai circa 15 km/h dei giri a seguire è stata una follia tattica. Anche perché il compagno di fuga, il giapponese Suzuki, esprimeva una marcia assai più fluida e radente, e i giudici – nonché il bambino di tre anni di cui sopra – l’hanno notato benissimo. E mentre Giorgio veniva ‘impallinato’ e poi finito, intorno al decimo chilometro, dietro al giapponese – solitario fuggitivo – si accendevano le polveri di una rimonta crudele.

40:58 il passaggio ai 10 km di Suzuki, con Rubino a tre secondi. A circa 35 secondi il resto della truppa.

Dal 10° al 15° km Borchin (Russia) fa un numero da circo equestre: 19:08 il parziale di quei 5 km, col cinese Zhen Wang a 7 secondi a patire le pene dell’inferno, con una marcia più ‘russa’ del russo (quel procedere ad anche ‘bloccate’) per niente efficace e a rischio squalifica su quelle andature.

Borchin va a vincere in 1:19:56, zuppo come una spugna del rifornimento, tecnicamente ineccepibile, ancora micidiale nel ritmo (19:13 gli ultimi 5 km; 38:21 la seconda metà di gara!). Il cinese Z. Wang ci lascia le penne: 4° e a 58 secondi dal primo. Tra lui e Borchin un ritrovato Kanaykin (Russia), 2° in 1:20:27 e un sorprendente Luis Fernando Lopez (Colombia), 3° in 1:20:34.

E Alex Schwazer? Sempre coperto nel gruppo degli inseguitori e nono nel finale, con 1:21:50 (41:34 ai 10 km e 40:16 la seconda metà di gara), a pochi passi dal giapponese della fuga iniziale. Un po’ poco? Forse. Più umano? Sicuramente. E col morale in risalita. Sembrerebbe. Diamo fiducia a lui e a Michele Didoni, il suo tecnico. La 20 km è un’altra cosa e la 50 km che conta arriverà l’anno prossimo.

E la Cina? Mmmmm… Poca Cina, verrebbe da dire. Zhen Wang 4°, Yafei Chu 11°, Hao Wang 13°. Per ora i soldi (intesi come investimenti), almeno da quelle parti, non fanno la felicità. (Ma è Londra che conta… O no?).

Brutta, marcia brutta…

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Questa volta non sono completamente d'accordo con Marius. Sarà stata l'ora tarda (ho visto la gara in diretta dalle 2.00 alle 3.20!), ma io personalmente ho visto una bella gara. Certo, la delusione per Rubino è forte, ma in definitiva ho rivisto una gara agguerrita, con gente che parte e poi si suona (vedi Suzuki e Wang), mentre altri con tattica più accorta arrivano a medaglia.
Nelle interviste mi ha fatto molto piacere vedere il sorriso di Alex che sembra essere tornato sereno, e la commozione di Michele che a mio parere sta vivendo un'esperienza formidabile.
Sarò un nostalgico, ma a me la marcia piace sempre.

Maximus

P.S. Per le note polemiche, rimando tutto alla fine dei Campionati. Per ora dico solo che nel medaglire è presente una nazione che si chiama St. Kitts & Navis (un po' come il Carneade di don Abbondio, senza mancare di rispetto ai cittadini Sankittsiani e Navisiani), ma del nostro tricolore neanche l'ombra...

Marius ha detto...

Sì Maximus, forse ho esagerato. Il titolo del post è però 'puerilmente' apocalittico. È che questi mondiali coreani segnano per la marcia italiana una sorta di diaspora culturale, di frammentazione eccessiva del movimento stesso (quanti poli italiani della marcia esistono? Quanti di questi condividono un progetto comune?).

Sì, la ritrovata umanità di Alex e la commozione di Michele Didoni (a Michele attribuisco la paternità assoluta di questa specie di miracolo) sono un concreto punto di ri-partenza.

Per Londra, ovviamente, occorrerà altro. Tanto altro.

m

Marius ha detto...

Dimenticavo (e non una dimenticanza da due lire): confidiamo nella coriacea Rigaudo e nell'"altra faccia della Luna", e cioé nei ragazzi di Patrick Parcesepe, i cinquantisti Marco De Luca e Jean-Jaques Nkouloukidi.

m

Anonimo ha detto...

Direi che manca ancora molto per poter parlare di recupero per Alex. Ok, nono con un buon tempo, se si considera che è reduce da un infortunio e che le condizioni climatiche e ambientali erano quasi estreme (tasso di umidità elevatissimo dell'85%).
Bello il fatto che abbia ritrovato il sorriso e che sia riuscito a compiacersi di un risultato che qualche anno fa lo avrebbe mandato su tutte le furie.
Ma questo è uno Schwazer diverso, ancora alla ricerca di se stesso e del fuoriclasse che era. E se un piazzamento nella 20 km può fungere da punto di ripartenza, ben venga.
Se davvero è stato ritrovato l'antico entusiasmo e la voglia di fare, di allenarsi e di gareggiare, sono convinto che abbia ancora diversi anni a disposizione e tante occasioni per farsi nuovamente valere. Ma ci sarà parecchio da lavorare. L'unico dubbio è se riuscirà a tornare sulla 50 km. Lì era davvero capace di fare la differenza. Nella 20 km la concorrenza è maggiore e non sono così pochi gli atleti in grado di marciare a 4'/km.
Ad ogni modo, condivido il fatto che la gara è stata avvincente. Tatticismo iniziale dei big, poi bagarre e seconda metà davvero veloce.
Peccato per Rubino, che per generosità non è secondo a nessuno.

Quanto al fatto che St. Kitts vanti già una medaglia, vorrei sottolineare due cose.
La prima è che ha un atleta eccezionale. In televisione si parla tanto di campioni in grado di correre ampiamente sotto i 10" netti, ma ci si dimentica dell'importanza di far valere i cd. "attributi" in gara. Kim Collins, ormai trentacinquenne, non lo scopriamo certo oggi. Lo ritengo un grande campione, capace di farsi largo nei momenti di interregno, di assenza di un dominatore assoluto della specialità e comunque in tutte quelle occasioni in cui è stato possibile sfruttare le difficoltà e le debolezze dei diretti rivali. E' stato così a Parigi 2003 e ad Helsinki 2005. Ed è stato così poche ore fa.
Quanti avrebbero puntato su di lui non per un podio - inimmaginabile anche per il più sfegatato dei suoi tifosi - ma per una qualificazione in finale? Pochi credo. Con 4 giamaicani(Bolt, Blake, Carter e Frater), il meraviglioso Lemaitre, gli americani Dix e Gatlin, l'armadio Chambers sembrava già composto il parco finalisti.
E quando è successo l'imprevedibile, nello shock generale (pubblico deluso e rumoreggiante, quarta corsia insospettabilmente vuota, Carter letteralmente stordito che fa 10"95), chi spunta fuori? L'esperto Collins. Fiuta l'odor di sangue e sprinta come una freccia allo start, nonostante l'1,4 m/s di vento in faccia. 30 metri regalmente davanti a tutti per poi finire risucchiato dal gruppo, ma aggrappato al bronzo.
Per le medaglie italiane, direi che in lizza c'è solo la Di Martino. Lo pensavo prima dell'inizio e ormai appare l'unica speranza. Non sarà facile, ma sembra tornata subito competitiva dopo lo stop. Incrociamo le dita.
Ottima la Milani, è sempre un piacere leggere la scritta "pb" nelle gare che contano.
Così così Meucci, ma era dura chiedergli di più di quello che ha già fatto a luglio. A proposito. Per lui si ripropone un bivio alla Baldini 1996. Pista o maratona? Tempi simili (27'43" e 13'23" per il Baldo, un secondo di più in entrambe le discipline per Daniele), stessa età (25 per Baldini, 26 per Meucci), stessa sorte in gara (doppiati). Personalmente penso che possa (e debba) ancora provare a migliorarsi in pista, perché mi sembra avere ancora dei margini. D'altronde non sono nemmeno così convinto che possa trasformarsi in un maratoneta di primo livello (anche se mi piacerebbe molto...).

Anonimo ha detto...

Tornando ai 100 m, i commenti a caldo sull'eliminazione di Bolt sono stati assurdi.
Monetti paragonava la sua squalifica a quella di Linford Christie a Barcellona '92. Probabilmente si riferiva ad atlanta '96, ma la situazione era decisamente diversa. Nonno Linford (allora trentaseienne) era campione olimpico in carica e sapeva di non avere chances. Tentò due volte la partenza anticipata e gli andò male.
Tilli - un duro come atleta, competente come tecnico e come opinionista, ma talvolta troppo perentorio nei giudizi - ha detto che può aver sofferto un po' la competitività di Blake, dato che sono compagni di allenamento. Dimenticava, però, che il giorno prima aveva dichiarato che per Blake non sarebbe stato possibile battere Usain proprio, allenandosi assieme, ne conosce la forza e la superiorità.

Bolt era il favorito, ma forse non così scontato come aveva fatto intendere nelle batterie. La condizione era sicuramente superiore rispetto al 2010 e alle ultime uscite. Poteva valere 9"7, come diceva lui, forse meno, come gli pronosticava Augusteve su fb. Ma, come al solito, oltre a gigioneggiare inutilmente, ha giocato d'astuzia, provando a mettere pressione sugli altri. Prima dei mondiali aveva dichiarato che avrebbe vinto facilmente (parole sue) e in batteria sembrava davvero tornato il fulmine di due anni fa. Meno brillante in semifinale, ma si poteva giustificare con il pensiero alla finale. Qualche debolezza emergeva da quell'urlo prima dello schieramento sui blocchi. Un "let's go" privo di senso, anche perché penso che ciascuno abbia il diritto di concentrarsi come meglio crede, senza dover "subire" gli pseudo-incitamenti dei propri rivali in pista.
Comunque, se atleticamente sta bene davvero, potrà fare un grande 200 m, anche in virtù della rabbia accumulata.
Blake è una grande scoperta: altezza normale, ottima tecnica e grande personalità. E non è detto che non possa far segnare un tempone prima di fine stagione (9"92 con -1,4 m/s vale una grande prestazione cronometrica).

Sui 10.000 m l'altra grande sorpresa di giornata, il ritiro di Bekele. Anche in questo caso mi pare che si sia cercato di lavorare ai fianchi gli avversari. Jos Hermans, allenatore e procuratore dell'atleta (e di Gebre e, da atleta, ex primatista dell'ora in pista), aveva dichiarato che Kenenisa avrebbe partecipato sicuramente alla gara più lunga in pista e che avrebbe potuto doppiare sulla mezza distanza, tanto era stato buono ed efficace il recupero fisico del campione.
La gara ha rivelato impietosamente tutt'altro:
- forse Bekele non è così in forma come dicevano e, risultati alla mano, appare rischioso schierarsi al via dei 5.000 m;
- Mo Farah è la grande risposta europea allo strapotere africano, ma ha commesso l'errore di partire troppo presto;
- Jelan è stato mostruoso e potrebbe essere un nuovo fenomeno;
- Merga si è "spompato" durante la stagione per racimolare quattrini;
- Tadesse, dopo la "solita" medaglia di latta, deve passare definitivamente alla strada, dove potrebbe essere il numero 1.

Un saluto e buon mondiale a tutti.
Sat

Anonimo ha detto...

Ciao Mario, riesci a postare il link dell'intervista di Michele?
Grazie
Enrico L.
Ciao ciao

Marius ha detto...

@ Sat: Bentornato! Sentivamo la mancanza dei tuoi commenti, tecnici all'ennesima potenza. Come stai? Ti chiamo prestissimo.

@ Enrico L.: farò in modo di procurarmela; pensa, me l'hanno raccontata (ho seguito la telecronaca di Alberto Cova su Eurosport; il tre-volte-campione brianzolo ha pure scambiato Korzenowski per Bubka, durante la premiazione dei ventisti!), e mi sono commosso.

un salutone

mario

Marius ha detto...

@ Enrico L.: ecco il link dell'intervista a Schwazer:

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-83a2dd02-3a65-4a33-9d91-06c96f541466-raisport-2011.html#set=ContentSet-e40ef8a3-74c3-44c4-a14e-e6a5364056a2&page=0

Questo invece è relativo all'intervista a Rubino:


http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-342fdf1d-3a38-4bd4-9625-b5a10996df45-raisport-2011.html#set=ContentSet-e40ef8a3-74c3-44c4-a14e-e6a5364056a2&page=0

Se non trovo quella di Didoni, appena torna gliene faccio una io e la mando in podcast ;))

m

Anonimo ha detto...

Grazie Mario, quella di Alex l'avevo già trovata..quella di Rubino l'ho vista in diretta...purtroppo...

Marius ha detto...

Sì, l'uscita di Giorgio su Borchin e "compagni" è stata abbastanza infelice...

m

Anonimo ha detto...

No, Mario, sono io che devo chiamarti.
In realtà, ultimamente - ferie a parte e connessioni molto più limitate che in passato - sono un po' fuori dall'ambiente abruzzese e perciò non sempre ritengo opportuno intervenire.
Tuttavia, vedo che i contatti giornalieri e i commenti sono numerosissimi, a conferma dell'importante e fervente attività di critica, ma anche di promozione e di crescita, che stai svolgendo dalle pagine del tuo più che coinvolgente blog.
Continua così, sei indubbiamente il nostro rompiblogger preferito...

A presto
Sat