venerdì 11 febbraio 2011

Quale marcia per i giovanissimi


Erika (col numero 11, in 2^ corsia) ai Campionati Italiani Cadetti
a Cles, 2010
Parliamo di marcia atletica, di race walking per dirla all’inglese. Parliamo di giovanissimi marciatori e di una marciatrice in particolare. Di Erika, quattordici anni.
Circa dieci giorni fa la riprendevo mentre, assieme alle sue compagne di squadra, svolgeva un lavoro tecnico sulla distanza (più volte ripetuta) di 100 metri. Nell’analizzare quel gesto assai interessante sotto il profilo biomeccanico (nel primo dei due video in basso Erika chiude i 100 metri in 21”3, per 77,5 passi, di ampiezza pari ad 1,29 m) mi tornavano in mente le parole di un grande ed appassionato esperto di marcia atletica:

[…] Per quanto riguarda la marcia da insegnare ai ragazzini faccio mie le considerazioni che mi sottopose qualche anno fa Michail Sokolowsky, allenatore dell'ex 50ista Evgeni Shmaliuk e di Irina Petrova, già campionessa mondiale juniores e l'anno scorso terza in Coppa del Mondo a La Coruna(era il 2006, ndr). Quando la Petrova aveva solo 12-13 anni faceva solo allenamenti di marcia molto lunga e molto lenta (per stabilizzare il movimento e costruire il motore organico) e ripetute cortissime e velocissime (massimo 200m) per abituare sin da subito la ragazza alle velocità (e quindi al movimento) che avrebbe dovuto percorrere in gara da senior. Il senso di questi allenamenti era: "non insegnare ai ragazzini a marciare a 5'00" al chilometro, insegnagli subito come si marcia a 4'00" al chilometro". Credo che ci sia da pensare, perché qui non si parla solo di metodi di allenamento, ma di che tipo di tecnica di marcia impostare da subito.
[…]Per quanto riguarda il discorso tecnico e di cosa insegnare ai giovani marciatori, quando ebbi la fortuna di scambiare delle email con questo allenatore, egli, in fondo, mi fece riflettere su un dato molto importante. Il fatto è che più l'atleta cresce più la correzione del gesto è più difficile e il gesto quando si marcia a 5'00" al chilometro è diverso da come si marcia a 4'00" al chilometro. In realtà quindi queste ripetute su brevissime distanze diventano anche veri e propri allenamenti di tecnica. Pur non avendo avuto la possibilità di provare questo schema di allenamento devo dire che l'ho rivalutato col tempo. L'unica difficoltà riguarda la possibilità di far fare grandi lunghi a questi ragazzini (la Petrova a 13 anni faceva lunghi di 15km a 7-8 minuti al chilometro e ripetute di 200m in 48"!!!!!), ma magari un compromesso si può raggiungere.

Interessante vero? Queste righe sono farina del sacco di SPETTATORE NON PAGANTEnickname di un grande esperto del tacco punta – riflessioni assai argute, estratte dal vivacissimo forum del sito www.lamarcia.com dell’amico Stefano La Sorda (ti prego Stefano, fai ripartire il sito!).

Mi piacerebbe avere il parere di qualche altro appassionato. Magari anche dello stesso SPETTATORE NON PAGANTE. Nell’attesa vi lascio alcune immagini relative ai 100m ‘tecnici’ di Erika, cui facevo riferimento all’inizio di questo post.




5 commenti:

Paolo Dell'Elce ha detto...

Bravissima Erika...veramente un piacere vederla marciare...

Anonimo ha detto...

Sono rimasto quasi sconvolto dalla citazione di un mio intervento, e ringrazio per le parole sin troppo buone riservatemi.
Come vedi Mario sono comunque iscritto alla tua newsletter e leggo di tanto in tanto il tuo blog.
Questo nonostante la vita mi abbia portato lontanissimo dal mondo della marcia senza particolare nostalgia, anche se seguo per quanto possibile la marcia italiana, con molta apprensione e molti dubbi sul futuro di Alex Schwazer.
Il mio intervento era appunto un modo per segnalare un modo diverso di vedere e di interpretare le metodologie di allenamento, meno orientate allo sfiancamento su ritmi medi, ma con un schema molto polarizzato su motore organico e impostazione tecnica alle altissime velocità.
Come scrivevo allora non ho potuto verificare le risultanti di questo schema di allenamento, ma ancora oggi rimango convinto che sia necessario insegnare ai ragazzini come si marcia a ritmi massimali.
Ringrazio ancora per la citazione ma, non per fare il prezioso, penso proprio di non scrivere altro su questo blog né su altri,ho scritto anche troppo e con toni troppo accesi su "La Marcia", davvero ho già dato.
Ho fatto questa eccezione alla regola solo per un motivo molto particolare come questo.
Buona marcia a tutti.
Ex-Spettatore-Non-Pagante.

Of ha detto...

...come al solito vado fuori tema..... Chissà se questo schema di allenamento (del quale mi sono già innamorato) non sia valido anche per la corsa....

Of

Marius ha detto...

@ "Paolo Ex Spettatore Non Pagante": grazie di cuore per il commento; conservo come reliquie quasi tutti i tuoi interventi tecnici (anche quelli del tuo sito, di circa dieci anni fa); ritengo che fossero geniali proprio nella capacità di esprimere 'divergenza', prospettive tecniche 'altre'... (è questa la materia giusta, l'apertura mentale, per crescere; in qualsiasi disciplina).

@ Of: la domanda non è assolutamente fuori tema; e la mia personalissima risposta è: in un certo qual senso sì.

un abbraccio a tutti

mario

Anonimo ha detto...

da non esperto del settore, interessanti teorie...e piacevole lettura.

GMaK.