sabato 21 agosto 2010

Nicchie di nicchia

L'Atletica Leggera è sport di nicchia, si sa. Almeno qui in Italia. Nell'essere nicchia risiede la sua nobiltà così come la sua sfortuna. Poi ci sono le altre atletiche. Nicchie della stessa nicchia. La nicchia Fidal Abruzzo ad esempio. Nicchia nebulosa, avvolta nell'insondabilità del suo povero mistero. Quali sono i suoi numeri reali? (Il numero reale dei suoi praticanti, i numeri reali del bilancio federale, i numeri reali degli obiettivi programmati, delle verifiche, dei consuntivi). E poi ci sono le nicchie all'interno della nicchia Fidal Abruzzo: le tante - troppe? - società e i pochissimi tecnici attivi che le 'attraversano' trasversalmente... C'è da perdersi e da morire claustrofobici. Eppure credo che il futuro, atletico e non, sarà delle nicchie, come per i fasti dello zafferano aquilano e del pecorino di Farindola, (tanto per usare una metafora gastronomica Dop). E per nicchie non intendo certamente il patetico e ciclico ciacolare ufficiale di certe voci federali che si auto-incensano, credendo di fare il bene della collettività che marcia, corre, salta e lancia. Quelle non sono nicchie, ma sgabuzzini che sanno di muffa. Le nicchie sono le molte e geniali specificità progettuali che da qualche tempo alcuni giovani sportivi appassionati (sportivi, ovvero uomini di sport, nell'accezione più ampia e positiva del termine) stanno portando alla causa dell'atletica leggera. Sono per lo più forze non convenzionali, portatrici di idee innovative ma particolari (c'è chi si occupa solo di marcia; chi di marcia e corsa di resistenza; chi pensa esclusivamente ai salti in estensione o ai lanci; o chi vuol soltanto 'donare' occasioni di ludico e corretto movimento ai giovanissimi). Perché l'Atletica è un gioco di paradossali scatole cinesi, dove è la più piccola a contenere la più grande...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Mario,
è il tempo delle nicchie...importantissime del resto...ultimi spazi, sempre più ristretti però, dove le cose accadono ancora...Ognuno è chiuso nella propria nicchia...e va be'...lo scriveva anche Rita, tanti anni fa....e lo voglio ricordare perché è sempre attuale:
"Nei momenti difficili della storia, quando i valori creati dagli uomini sono in pericolo o stanno per mutare, sempre restano dei gruppi o degli individui isolati che ne custodiscono per istinto le testimonianze. In attesa, o nella speranza che vengano tempi migliori" (Rita Ciprelli)

Paolo Dell'Elce

Marius ha detto...

Grande Paolo, e grande Rita Ciprelli!
Mi permetto di riportare di seguito una brevissima autopresentazione dell'immensa poetessa abruzzese, in sintonia con quanto su scritto:

"Sono nata in Abruzzo in un piccolo paese, Civitaquana.
Ho passato la mia prima infanzia in un altro piccolo paese, Catignano.
Poi, la mia famiglia si trasferì in città, a Pescara (sempre in Abruzzo ma sul mare).
Con un gruppo di artisti abruzzesi ho guerreggiato a lungo contro i mulini a vento delle nostre amministrazioni pubbliche, nel tentativo di portare l’Abruzzo al livello del mondo (dagli anni Ottanta, ci riconoscono che abbiamo fatto delle belle cose).
Ora però, da un sette-otto anni il mondo si è talmente trasformato, in un immensa area kitsch di provincialismo, che finalmente il mio rapporto con l’Abruzzo è diventato il medesimo che ho col resto del mondo (A volte, alla rovescia, i sogni si avverano)".

Rita Ciprelli