martedì 31 agosto 2010

Lo sport per la gloria ventura (ovvero, saranno fumosi)

Bene, nel post precedente, attraverso la citazione di Hohmann, si è provato a riflettere sul concetto spinoso di talento sportivo. Sembra chiaro – purtroppo non a tutti – che per avere dei campioni nello sport (ma campioni veri, mica chiacchiere!) occorre lavorare su talenti veri. È altrettanto evidente che dalle nostre parti – così come altrove – un bambino che sgambetta decentemente, e che magari vince qualche competizione stradale nelle infinite sagre paesane estive, spesso finisce con l'alimentare i sogni di gloria dei propri familiari, così come il chiassoso fanatismo di amici e conoscenti. Un allenatore dal talento non necessariamente eccelso sa come evitare le trappole dei “tutori dei talenti per forza”, quei genitori, parenti e ‘affini’ convinti fino allo spasimo della straordinaria bravura e del conseguente futuro luminoso dei loro ‘protetti’. Un allenatore dal buon talento, quindi, cercherà, quanto più potrà, di tenersi a distanza dall’esercito di campioni mancati e mancanti, col loro coro di supporters, consanguinei e non, capaci di alitare sul collo del malcapitato di turno la propria livorosa apprensione, anche a parecchi chilometri di distanza. Pia è l’illusione di convincere costoro della pericolosità del loro agire nevrotico. Perciò meglio tenersi a distanza.

All’uopo, come spesso accade in questi miei post, ci viene in soccorso il grande Flaiano: il peggio che può capitare ad un genio (così come ad un talento sportivo, nds) è di essere compreso.

10 commenti:

Running Free ha detto...

Diversi allenatori (o genitori)hanno un grande talento nel distruggere il talento del giovane atleta ....

Marius ha detto...

... e quel talento si affina negli anni. Credo che oggi i tecnici che quotidianamente operano in atletica leggera in periferia (come anche in molti centri urbani)esprimano, mediamente, livelli non eccelsi di professionalità. Molti di essi sono volontari appassionati, che non percepiscono un centesimo di rimborso per l'attività che svolgono, si aggiornano come e quando possono e, ciclicamente, proprio per la precarietà del loro stato di 'tecnici', allentano o si allontanano dal loro impegno, mollando senza preavviso baracca e burattini (e, a volte, la cosa giunge come una sorta di benedizione). Naturalmente ci sono pure ottimi allenatori che però, sovente, si dedicano ad altro (collaborazioni con altre federazioni decisamente più munifiche della nostra, oppure ad attività culturali-formative sicuramente più gratificanti, sotto ogni punto di vista), lasciando campo aperto a quelli che definisco "matti birboni con tempo libero a iosa". I "matti birboni con tempo libero a iosa" fanno casini inenarrabili. C'è sempre qualcuno che li cerca. Stanno sempre sul campo Invecchiano ma non muoiono (atleticamente intendo). Sembra che l'atletica non possa fare a meno di loro.
L'Italia è un paese (la minuscola non mi è scappata per caso) vieppiù surreale. Coi "matti birboni con tempo libero a iosa" ad impappare il cervello di grandi e piccini coi loro vaneggiamenti, e pure coi laureati in scienze motorie a sgobbare nelle palestre per quattro euro l'ora (non dico stupidaggini).
A volte penso con simpatia al sottotitolo del blog di mio cognato, "Poesie Infami". Esso recita così: "Sia ben chiaro, fin dal principio, che io sono per l'estinzione".

un abbraccio, un po' acido, chiedo venia

m

Anonimo ha detto...

Allenatore + atleta = risultato positivo o negativo
Allenatore + atleta + gienitori = DISASTRO.
saluti adriano

Marius ha detto...

... no no Adriano, "sono per l'estinzione" era solo una battuta. Apocalittica, ma una battuta. Il giusto equilibrio nella dinamica relazionale, imprescindibile, (almeno coi ragazzini e gli adolescenti) allenatore-atleta-genitori è alla base del successo educativo-formativo e, perché no, prestativo dell'atleta che si vuole allenare. Il fallimento di un progetto sportivo pensato per un giovane può non essere causato dalle 'ingerenze' dei suoi genitori. Non tutti i genitori sono uguali (così come non tutti gli atleti si comportano allo stesso modo, eccetera eccetera). I genitori dei ragazzi che seguo, ad esempio, sono davvero in gamba. Senza di loro i 'miei' atleti avrebbero già smesso o, forse, non avrebbero neppure cominciato.

notte notte

mario

Anonimo ha detto...

Io intendevo dire che, se tutti i ruoli vengono rispettati alla lettera, le prestazioni di un atleta (anche se non è un talento al 100%) puo avere risultati non indifferenti, o addirittura scapparci il talento che all'inzio non c'era. L'insieme fa la forza, ma quell'insieme giusta.
Adriano

Anonimo ha detto...

Tra non molto calerà la nebbia, e il fumo vi si perderà...

Anche gli atleti.


Henry Dunhill

Marius ha detto...

Bentornato Enrico.

m

Anonimo ha detto...

non prendetemi per un padre allenatore esaurito se domenica prossima farò gareggiare mia figlia col gesso al braccio....
è solo per non farla star ferma 35 gg prima degliitaliani cadetti di Cles.
Domenica scorsa, mentre era in testa, l'hanno agganciata da dietro a Majano e nonostante il braccio fratturato è ripartita vincendo quel 1000...

Marius ha detto...

... ecco, tua figlia, Luca, è un Ufo! È l'eccezione che conferma la regola.

Un abbraccio (molto cauto ché c'ha il gesso!) alla Ele, il più bell'Ufo del mezzofondo italiano degli ultimi quindici (o venti) anni.

;))

m

12 settembre 2010 20:07

Running Free ha detto...

Perdonami Luca se mi permetto di dissentire. Ho visto tempo fa un video di una gara di tua figlia sui mille mt e sono rimasto esterrefatto dal suo incredibile e immenso talento. Premesso ciò, ed essendo sicuro di una sua carriera piena di successi, trovo esagerato farla correre anche in quelle condizioni. Il campionato italiano cadetti per lei sarà un semplice traguardo intermedio, una goccia rispetto al mare della sua futura carriera, quindi non trovo corretto affrettare così i tempi. Questo è solo il mio modesto parere, lungi da me essere una critica. Tu come padre, allenatore e con tutta l'esperienza che hai farai sicuramente le scelte migliori. un saluto.