domenica 22 agosto 2010

Immensa Anna!

(Foto di Giancarlo Colombo/Fidal)
Sì, immensa Anna Clemente! Ieri ha vinto i 5 km di marcia a Singapore, nella prima edizione dei Giochi Olimpici Giovanili. Proprio ieri su questo blog scrivevo una sorta di elogio della nicchia. Nicchia intesa come sistema minimo, essenziale, di umile e concreta genialità appassionata. Ed ecco saltar fuori la perla dell’oro olimpico di Anna, prodotto e significante assoluto di un impegno etico, prima che sportivo, espressione semplice e geniale di una piccola comunità pugliese di sportivi veri, l’Asd Atletica Don Milani, a Mottola (TA).

Anna Clemente vince l’oro olimpico e chiede subito di Tommaso Gentile, il maestro che l’ha portata dal mezzofondo alla marcia e che l’allena, assieme a tanti altri campioni e campioncini, tutti di quei paraggi (tra questi, oltre ad Anna, ricordiamo Antonella Palmisano, medaglia d’oro tra le juniores quest’anno, nella Coppa del Mondo di Marcia in Messico, e Leonardo Serra, finalista pure lui nei 10 km dei Giochi di Singapore).

Prima di lasciarvi alle suggestive immagini della vittoria olimpica di Anna (per gustarle cliccate qui), copio-incollo una mia riflessione di qualche mese fa relativa ad un’esperienza che feci ai primi di dicembre dello scorso anno proprio in Puglia, ad Acquaviva delle Fonti; era un raduno giovanile di marcia e c’erano i ragazzi della “Don Milani” assieme al loro mentore, Tommaso Gentile.

“Sono appena tornato da un proficuo raduno di marcia giovanile tenutosi ad Acquaviva delle Fonti, Bari (6-8 dicembre c.m.). Beh, che dire? Da quelle parti ci sono ragazzini di 13-15 anni che si impegnano nella marcia come neanche i loro migliori colleghi di Russia e Cina (e non ho scelto a caso queste nazioni). Lo fanno però con la semplicità, l'intelligenza, l'umiltà di un'Italia che non pensavo potesse ancora esistere (sopravvivere?). Altro che poli di eccellenza! Motorini sgangherati con cui si seguono atleti (tanti) che sgambettano al gelo di una regione spazzata dal vento umido dicembre. Ho visto tanta armonia da quelle parti da chiedermi che speranza di rinascita avremo mai noi, abruzzesi dai pochissimi atleti spaesati, divisi in mille fazioni sempre incazzate tra loro. Ho visto pure da dove vengono le loro risorse (i danari). Sono il risultato di un'adesione entusiastica, quel senso di appartenenza ad una "cosa giusta", necessaria, esaltante. E poi, per chiudere (ma solo temporaneamente), da quelle parti i progetti si fanno in ragione dei soldini che si hanno in cassa. Senza i soldini necessari potremo permetterci soltanto poli intesi come buchi con la menta intorno”.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Il post "nicchie di nicchia" faceva riflettere un po'. Anzi, un bel po'.
E' un discorso che porti avanti da tempo, caro Marius, e che, in ogni caso, risulta ampiamente evidente agli occhi di tutti. Quantomeno a quelli di chi non se li benda.

E' chiaro che, in uno sport ormai divenuto di nicchia e dotato di minime - quand'anche non nulle - disponibilità economiche, solo la passione, la fantasia e il talento possono regalare momenti di gioia e di esultanza.
Senza scadere in sterili polemiche, va dato atto che la società pugliese, grazie all'impegno e all'intuito umano e sportivo, inanella successi, attuando una politica fatta di concretezza e di umiltà e sfornando talenti e campioncini a ripetizione.
A Mottola è stato creato quello che può definirsi un vero e proprio polo di eccellenza per il settore della marcia, visto che vengono introdotti alla disciplina ragazzi della zona, disposti a far fatica in vista del conseguimento di buoni, anzi ottimi risultati.
Deve essere per forza questo il concetto di "polo" nell'ambito di una disciplina atletica: la creazione di un gruppo solido, capace di attirare i giovani alla pratica sportiva e in grado di trasmettere loro passione, tecnica, desiderio di buttarsi nella mischia e, perché no, brama di vittoria - pur nella consapevolezza dei limiti, delle capacità e delle possibilità del momento.
Il "polo" viene creato con la passione e la competenza tecnica, non sempre e comunque non soltanto con i soldi.
Oggi appare sempre più arduo concretizzare simili ambizioni, però il gruppo tarantino sta dimostrando che la cosa non è impossibile. E' importante, però, riuscire a combinare la giusta miscela di ingredienti, tra cui non si può prescindere da tecnici entusiasti e competenti, managers appassionati, intuitivi ed inventivi e, naturalmente, ragazzi talentuosi, disciplinati e tenaci.

Ciò premesso, va riconosciuto che la Clemente è davvero un grande talento.
Già un paio d'anni fa Mario me ne parlava con entusiasmo, rimarcando come Anna, da cadetta, avesse corso un 2.000m in 6'12", una delle migliori prestazioni all time di categoria nella specialità e crono degno di far impallidire parecchi coetanei maschi. Tempo fa si era cimentata addirittura in un 2.000m siepi, piazzando un 7'06" che costituisce la seconda prestazione italiana di categoria. Certo, questo secondo tempo appartiene ad una disciplina nuova per il settore femminile ed in rapida crescita non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Ma le prestazioni riportate offrono un'idea delle grandi qualità atletiche della ragazza. La quale, per giunta, ha dimostrato grande saggezza tattica, disputando una prova regolarissima sul piede dei 4'25"/4'30" al chilometro, senza curarsi troppo delle avversarie, almeno finché non ha deciso di involarsi a caccia dell'oro.
La gara, visibile su youtube (perché non la linki, Mario?), è stata tirata ed emozionante, con un'atleta ucraina in testa fin dall'inizio e letteralmente scoppiata nel corso dell'ultimo giro, quando ha cominciato a scomporsi fino ad essere superata al doppio della velocità da Anna e a finire accasciata, in stile Dorando, a bordo pista (personalmente devo dire che non apprezzo assistere ad un epilogo così triste per l'atleta generoso che ha provato, anche se con insistenza eccessiva, a far gara di testa). Irresistibile, però, la progressione di Anna che, in un colpo solo, polverizza il suo personale di 32", conquista l'oro olimpico giovanile e cancella dagli annali il primato di categoria fatto segnare poco tempo fa dalla compagna di allenamento Antonella Palmisano.

Anonimo ha detto...

A questo punto l'obiettivo, anzi, la sfida sarebbe riuscire a creare davvero anche da noi una scuola di marcia e mezzofondo, in grado di sviluppare e potenziare il movimento e lanciare nuovi campioni.
Chissà...

Ho letto, peraltro, che c'è stato qualche illustre ritorno nel podismo locale, questa volta però non annunciato da squilli di tromba o da conferenze stampa.

A presto.
Sat

Marius ha detto...

... e invece l'ho linkata la gara di Anna, Sat. Basta andare sul "qui" azzurrino e cliccare. Purtroppo il CIO non permette l'inserimento della finestra video sul blog, credo per una questione di diritti sulle immagini. Questione invero molto triste: di Singapore, purtroppo, a parte le notizie Ansa, qualche trafiletto qua e là, Sky e il tam tam dei molti appassionati, non si è saputo granché. Mettere il bavaglio a Youtube non è stata una buona idea.

Un abbraccio

mario

Anonimo ha detto...

Sì, hai ragione, non ci ho fatto caso.
Voto negativo per me...

Ciao Sat

Marius ha detto...

... tu in castigo? Ma va va...

;))

m

Anonimo ha detto...

chi e' l'illustre ritorno al podismo locale?...ssssss...in silenzio
marcello

Marius ha detto...

L'"Illustre" va virgolettato, credo.

m

Anonimo ha detto...

povero me ! ...
"'ngoppa alla coppa".
Marcello