giovedì 4 dicembre 2008

Martina Petrini e gli Europei di Cross negati

Ieri, proprio mentre tornavamo ad avvelenarci il sangue con le trite vicende del doping in salsa abruzzese, qualcosa di diversamente triste accadeva alla mezzofondista pescarese Martina Petrini. Ricordate? Qualche post fa la davo convocata, per la categoria Juniores, nella spedizione azzurra ai prossimi Europei di Cross che si svolgeranno a Bruxelles il 14 di questo mese. Le mie erano previsioni scontate, viste le belle e limpide prove disputate da Martina nei due dei tre cross validi come selezione per i prossimi campionati continentali. Ad Osimo era arrivata terza, dietro Veronica Inglese (Gran Sasso Teramo) e la vincitrice Lucia Colì (Cus Ripresa Bologna); nel cross di Volpiano era quarta, sempre dietro Inglese e Colì, ma preceduta pure da Jessica Pulina (Atl. Ploaghe), quest'ultima solo settima nella prova di Osimo. Facile pronosticare una maglia azzurra per la tenace Martina: per la classifica a squadre occorrono quattro risultati; quindi quattro titolari e due riserve. Martina è matematicamente dentro.
Ma la matematica e le misteriose strategie della nostra federazione sono universi distanti assai. Morale della favola: Martina a casa e a Bruxelles andranno Colì, Inglese e Pulina. Le Junior non concorreranno per il risultato a squadre (!!??).
Se il buon giorno si vede dal mattino la Fidal comincia proprio bene...
Sono vicino a Martina e al suo tecnico, Luciano Carchesio. Dico loro di non abbattersi, di continuare a "pestare" con tenacia e intelligenza, come hanno sempre fatto. Altre soddisfazioni arriveranno. Abbiamo bisogno di esempi veri, puliti, come il loro. Questa Fidal non può permettersi di perdere riferimenti tanto positivi, visti i tempi che corrono (penso ai nostri ragazzi e ai loro modelli di riferimento).
P.S.: non voglio fare cattivi pensieri, ma c'entrerà nulla la recente elezione di Augusto D'Agostino nel Consiglio Federale (quota tecnici)? Lui è U.S. Aterno Pescara e Martina pure.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

Un caro saluto a Luciano Carchesio (quanti anni...) e a Martina. A entrambi un incoroaggiamento. Come accennavo in questa pagina alcuni mesi orsono, i risultati da junior spesso vengono totalmente ribaltati da senior e molti atleti maglia azzurra da juniores non arrivano nemmeno a gareggiare da seniores, e molte volte chi rimane fuori da junior spesso emerge nelle grandi gare e poi arriva alle olimpiadi... Io non feci neanche una maglia azzurra da junior e la maggior parte di chi la fece poi si fermò. Non mollate ed abbiate fede.

Marius ha detto...

Grandissimo Raffaello! Che piacere rileggerti.
Come dicevo in questo post, Martina e Luciano devono continuare a "pestare". Sono un esempio notevolissimo (e raro) di pratica dello sport, "umana", equilibrata. Un modello irrinunciabile per i nostri ragazzi, gettati dentro questo mondo (sportivo e non) di pazzi.

un abbraccio. mario

Anonimo ha detto...

...eh si Mario, devono continuare a "pestare"...ma come si può? chi glielo dice a Martina e come si può chiederle di continuare,magari, con più foga di prima?
Mi viene da dire: cambiando gli addendi, il risultato non cambia.
Però ti chiedo: che c'entra l'elezione di D'Agostino? non è mica un voto di scambio? voglio credere che siano due questioni diverse...tutt'al più sarebbe dovuto essere il contrario, visto l'appartenenza agli stessi colori...o no?
Aspetto lumi...
GMak

Anonimo ha detto...

ritorno: tra l'altro, proprio come consigliere nuovo eletto quota tecnici, perchè non ci mette becco?
Le scelte vanno cmq spiegate, magari noi populino non le sapremo ma chi riveste una carica, dovrà pure chiedere qualche spiegazione...altrimenti che ci sta a fare?
GMak.
P.S.: se sai qualkosa posta come procede la riorganizzazione delle Fidal Regionale...

Anonimo ha detto...

Speriamo che Martina non si scoraggi, vada avanti per la sua strada e si prenda presto una bella rivincita.

Anonimo ha detto...

a volte sono le cocenti delusioni che offrono all'atleta la goccia che fa traboccare e che dona la 'rabbia' necessaria.
il confine che separa questo dal mollare è davvero labile. allenatore e famiglia devono essere in grado di guidare e incanalare questa emozione.
ricordo anni fa quando ero preparatore atletico di una squadra di hockey su ghiaccio. un ragazzo in odore di nazionale ad una selezione 'certa' venne invece lasciato a casa. dopo un primo momento di smarrimento si rimise sui pattini ancor più convinto, più maturo e decisamente più consapevole dei suoi punti forti ma soprattutto sui suoi limiti tecnico-atletici. cominciò a lavorare duro e molto seriamente. ora è uno dei punti fermi della nazionale.
la mia esperienza con christian è stata molto limitata nel tempo ma per fortuna, per me, è coincisa con questo cambiamento. è stata una grande lezione.

MarcoZ.

Anonimo ha detto...

Mi associo al generale invito rivolto dagli scriventi del blog a Martina e Luciano.
Non mollate e cercate di trasformare presto questa delusione nella giusta rabbia agonistica! In questo modo potrete prendervi delle belle rivincite e forse ancora prima di rattristirvi per la momentanea parentesi negativa.
Come diceva MarcoZ, il confine tra l'abbandono e il definitivo salto di qualità è molto labile.
Però molti campioni hanno raggiunto la vetta solo dopo aver subito qualche inaspettata umiliazione o sonora batosta.

E' risaputo come Michael Air Jordan non abbia mai digerito l'esclusione dalla squadra di basket della sua scuola superiore (Laney High School) quando era un sophomore (15 anni). E fu ancora più angustiato dal non vedere il suo nome inserito nella lista dei 100 migliori giocatori della nazione sempre ai tempi dell'high school.
Tra i ragazzi della mitica annata 1971 (Baldini, Bennici, Modica, Leuprecht), Baldini era considerato unanimemente il meno talentuoso. E lui stesso nel suo libro rivela come da ragazzo fosse battuto regolarmente, a turno, dai pari categoria. Con tutto il rispetto per il talento solo parzialmente espresso di Francesco Bennici e l'immensa sfortuna di Christian Leuprecht, sappiamo tutti com'è andata a finire la storia...
Paolo Rossi, mister Mundial 1982, raggiunse l'apice di una carriera incredibilmente altalenante solo dopo aver toccato il fondo, ma proprio il fondo: due anni di squalifica, dalla primavera 1980 a quella del 1982, per calcio scommesse e un inizio torneo disastroso con 4 partite assolutamente inconsistenti, prima di tornare Pablito e vincere mondiale, classifica marcatori e pallone d'oro.
E la leggenda vuole che anche sua maestà Michael Johnson abbia incontrato, da giovane, dissensi e dure critiche tra tecnici e selezionatori per il suo modo "atipico" di correre.
Naturalmente potremmo parlarne per ore. Così come di tutti i grandi campioni che hanno dovuto fare tanta gavetta prima di raggiungere la notorietà e la ribalta della cronaca internazionale (basta l'esempio di Bettini? Oppure, per restare all'atletica, Silvia Weissteiner?).

Pertanto, "never give up". L'occasione del riscatto è già bella che servita ai campionati italiani di cross per società ed a quelli individuali di fine stagione, prima di tornare a tuffarsi completamente sul manto rosso (anche se adesso va di moda l'azzurro...).

Prima di chiudere, volevo solo tornare sull'assurda scelta dei selezionatori.
Cosa costava portare una sola persona in più? Tanto più che ciò avrebbe consentito di accedere alla classifica a squadre.
E' pur vero che tra le juniores manca la regina della categoria, Valeria Roffino.
Però ciò non vuol dire che non si possa comunque schierare una squadra dignitosa.
Se l'idea è quella di presentare solo squadre competitive, come spesso si è disgraziatamente visto, letto e sentito dire in Italia, permettetemi di esternare qualche dubbio anche su altre formazioni (nella specie, quella under 23 femminile. Stesso discorso per qualche altro singolo).
Come già dissi con riferimento all'esclusione di Ragusa (Atletica Vomano) lo scorso anno dai mondiali junior di cross, non vedo proprio quale sia il motivo per cui precludere ad un giovane una convocazione meritata e che potrebbe dargli nuovi stimoli.
Basterebbe lasciare a casa un paio di tecnici e di dirigenti inutili. O le persone che li accompagnano.
Ops, forse sto parlando troppo...

Saluti.
Sat

Marius ha detto...

Caro GMak, credo che D'Agostino nella veste di neo consigliere conti come un due di coppe. Hai letto i nomi dei componenti della giunta esecutiva? La fotocopia del precedente quadriennio.

Per quanto riguarda ciò che bolle in pentola dalle parti nostre ti racconto una storiellina. L'altra sera mi chiama un amico: "Sai Mario, sto facendo il corso istruttori Fidal. Ho letto che terrai una lezione, il primo marzo, sul ruolo della forza nella marcia". Ovviamente io non ne so nulla. Considera pure che il primo marzo, come da bozza di calendario regionale invernale, ci sarebbero i campionati regionali individuali di cross (tutte le categorie), ed io, avendo una ventina di atleti, dovrei essere lì. Mah.

un abbraccio. mario

Anonimo ha detto...

Sono sconcertata! E dispiaciuta… anche arrabbiata. Accidenti …. ne aveva diritto!
Ma quando ci si rinnova?
Si ripete la storia con una cadenza quasi diabolica!
Ma a proposito di storie che si ripetono, spero che le vicende storiche di grandi campioni che Sat (puntuale come lui sa fare!) ha proposto, siano di buon auspicio per l’atleta Martina.
Le auguro che questa esclusione sia la forza per costruire quel riscatto che, le auguro, la porterà lontano.
Ciao
Carla

Anonimo ha detto...

...l'augurio resta ovviamente anche il mio, sulla scia degli esempi di Sat...purtroppo quanti invece non hanno trovato quel "quid" per il salto di qualità? Non credo che ci siano storie "famose" a riguardo ahinoi...Le statistiche son queste: ci si ricorda di chi riesce a farcela...purtroppo tantissimi altri, di fronte a simili batoste "emotive" non si riprendono o lasciano...
Voglio essere positivo e pensare che questo non sarà uno di quei casi negativi.
GMak

Anonimo ha detto...

Ovviamente hai ragione tu, GMak!

Noi tutti abbiamo chiaramente qualche conoscenza di persone che, scottate, non ce l'hanno fatta...
Però, in questi casi, è sempre meglio far finta di non ricordare.
I miei esempi volevano semplicemente essere uno sprone a continuare, perché le esperienze negative possono comunque servire per una crescita ed un salto di qualità, sebbene nell'immediato facciano male.
Peraltro, credo che qualsiasi atleta potrebbe soddisfarsi anche con 1/5 dei risultati ottenuti dai campioni citati.

Concludo ricordando che tutti nella vita, oltre che nello sport, abbiamo subito delle batoste e delle disavventure che ci piacerebbe cancellare.
L'importante è non perdersi d'animo e reagire.
Lo sport è palestra di vita e ci insegna a lottare e a ripartire di fronte alle avversità e alle sconfitte. Con determinazione e magari anche con rabbia, se necessario.

A me non fila mica sempre tutto liscio!
Delusioni e incazzature (perdonate la licenza poetica che mi sono arbitrariamente arrogato) non dico che siano all'ordine del giorno, ma si presentano comunque inesorabili.
A volte mi vien voglia di mollar tutto. E non sai quante volte mi sia chiesto se sia valsa la pena darsi tanto da fare per poi finire con la testa contro un palo.
Ma poi ci rifletto un attimo e mi dico: "E' tutto ok, è come una gara. Oggi è arrivata la crisi, ma domani sarò in grado di contenerla e di superarla".
Lasciarsi andare sarebbe troppo facile e troppo comodo.
Non fa per noi.

A presto.
Sat