Non sono uso a mitizzare il senso della fatica nello sport, piuttosto cerco di rifletterci su e a fondo. La corsa campestre, svuotata della trita e pericolosa retorica del "se non fa male non fortifica" (quanti "over 30" hanno attaccato anzitempo le scarpette al chiodo per preparare un cross in più), può essere assai formativa per un giovanissimo mezzofondista. Ma non solo. Può essere molto utile anche agli allenatori-educatori, perché il fango (usando una sineddoche) è il termometro che può indicare lo stato di salute del mezzofondo giovanile (veloce o resistente che sia, si badi!). E quando si arriva distanti, lontani dai primi nel fango, qualche domanda bisognerà pur farsela.
1 commento:
Caro Mario,
credo che ormai sarai stufo del solito 'refrain' giovanile: "voglio tutto e subito". In aggiunta, nella situazione che hai descritto nel post, sarà altamente probabile che il giovane atleta addosserà tutte le colpe al malcapitato allenatore, reo di non averlo preparato o 'cotto' a puntino. Dimenticavo che di mezzo ci sono chiaramente i genitori, dal passato agonistico e/o non, che avranno da ridire su ogni scelta tecnica.
Una domanda io la rivolgo a tutte le pseudo 'famiglie agoniste' in aggiunta alla tua: ma perchè cercate allenatori e/o educatori per poi fare di testa vostra?
A presto,
Marco
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