sabato 29 dicembre 2012

Disarmare la marcia


Due anni fa, di questi tempi - precisamente il 16 dicembre 2010 - nel post Alba Rossa scrivevo così:

"[...] E adesso? Il re è nudo. Anzi no. La marcia atletica italiana è nuda. Il Dopo-Damilano è arrivato. Quanto conta la presenza carismatica – oltreché tecnica – di un allenatore di quel calibro lo scopriremo negli anni a venire (non molti suppongo). Adesso deve aprirsi la stagione dell’intelligenza senza infingimenti, non della puerile furbizia. Guai a scatenare miserrime guerre di successione. Occorre dialogo tra le molte scuole italiane del tacco punta, antiche ed emergenti; c’è bisogno di condivisione di strumenti e metodi di lavoro validati; di ricerca condivisa. Ora che il pontefice è altrove, il nostro movimento ha di fronte un destino diverso . Non so se migliore o peggiore. Ritengo che la via da seguire sia quella di una cooperazione in rete, non la costituzione di ulteriori centri di non ben definite eccellenze [...].

Si gira pagina, quindi. Adesso è il tempo degli operai specializzati".

Da quello scritto ci separano due anni che ci hanno mostrato tutta la fragilità di un movimento dai talenti sempre più rari, e abbastanza disarticolato e privo di un'idea coerente, consistente e condivisa di futuro.
La marcia atletica italiana non è saltata sulla 'polveriera' Schwazer, in quei tristi giorni di agosto. Paradossalmente la mestissima uscita di scena del marciatore di Calice ha prosaicamente, ma molto efficacemente accelerato la presa di coscienza, da parte di tecnici, atleti e dirigenti del nostro controverso mondo, della fine di un'era che sembrava non dovesse chiudersi mai.

Rimangono, come copertoni usati e scarpe sfondate sul letto di un fiume in secca, le polemiche di sempre su, e tra, 'certi giudici', 'certi tecnici', 'certi atleti'. E nell'era di Facebook i giovanissimi, credetemi, non si perdono una puntata di questo pericolosissimo gioco al massacro.
Disarmiamo la marcia finché siamo in tempo. Poi parliamo di progetti.

1 commento:

Unknown ha detto...

Sai benissimo che questo è un paese dove le discipline fatte di fatica e sudore vengono "progettate" solo a chiacchiere!
Oppure c'è chi pensa che il movimento cresce solo attorno a poche persone. Speriamo che il disarmo avvenga in fretta prima che dobbiamo invitare i nostri cari atleti e seguaci a vedere Masterchef su SKY, che sembra sia una delle poche gare "meritocratiche".
Aspetta Mario, ho realizzato! Vuoi vedere che in questo paese funziona solo ciò che riempie la pancia?
Fernando