Che cos'è la Marcia? Una domanda che mi pongo da circa trentacinque anni, un quesito che all'inizio (era il 1977, avevo dodici anni) suonava come un arcano refrain, misterioso e affascinante, che mi rendeva diverso agli occhi dei miei amici ogni qualvolta attraversavo il campo, ancheggiando e sbuffando come un ossesso. Qualche anno dopo (avevo vent'anni) la Marcia la insegnavo; da atleta però l'avevo mollata e ripresa almeno tre volte e nel mio gruppo di 'faticatori atletici' convivevano pacificamente corridori e marciatori di ogni età e livello prestativo (un po' come oggi).
Da sempre cerco una risposta a quell'interrogativo, alcune volte smadonnando di fronte all'esito infausto di una gara interrotta per squalifica (uno 'smadonnamento' sempre interiore, ché sul campo non ho mai inveito contro un giudice, mai; è una questione di coerenza); altre volte interrogandomi sul futuro di una disciplina sportiva tanto ambigua quanto seducente.
La Marcia è o non è? E qui comincia l'eterno filosofeggiare a vuoto su cui spesso si infrangono gli infiniti tentativi di pacificazione di una comunità, quella della Marcia appunto, spesso (troppo spesso) caratterizzata da una comunicazione fallace tra allenatori, atleti e giudici. Frizioni di ogni tipo, scontri accesi (sul campo e sul Web); impossibilità di un dialogo sereno e costruttivo.
Nel gruppo feisbucchiano MARCIA, creato dall'amico Federico Boldrini (marciatore), l'ex atleta nazionale della marcia, Alessandro Pezzatini, ha linkato due giorni fa un filmato molto interessante che molto volentieri incollo qui in basso:
Un documento intrigante la cui ironia anglosassone, a tratti irridente - ma con misura - riaccende il refrain di cui sopra: Marcia? Ma di cosa stiamo parlando?
Per i lettori del blog poco avvezzi alle traduzioni dall'inglese offro, di seguito, lo 'sbobinamento', pedestre, in lingua italiana del video in questione:
La Marcia è o non è? E qui comincia l'eterno filosofeggiare a vuoto su cui spesso si infrangono gli infiniti tentativi di pacificazione di una comunità, quella della Marcia appunto, spesso (troppo spesso) caratterizzata da una comunicazione fallace tra allenatori, atleti e giudici. Frizioni di ogni tipo, scontri accesi (sul campo e sul Web); impossibilità di un dialogo sereno e costruttivo.
Nel gruppo feisbucchiano MARCIA, creato dall'amico Federico Boldrini (marciatore), l'ex atleta nazionale della marcia, Alessandro Pezzatini, ha linkato due giorni fa un filmato molto interessante che molto volentieri incollo qui in basso:
Un documento intrigante la cui ironia anglosassone, a tratti irridente - ma con misura - riaccende il refrain di cui sopra: Marcia? Ma di cosa stiamo parlando?
Per i lettori del blog poco avvezzi alle traduzioni dall'inglese offro, di seguito, lo 'sbobinamento', pedestre, in lingua italiana del video in questione:
"Questo non ha nulla a che fare con la fisica, ma con la
Marcia. Ecco le regole: cammina in modo che un piede sia sempre a terra e tieni
la gamba davanti tesa; in breve, cammina in modo buffo, velocemente. Qualcosa
di buffo anche tra le regole, come i giudici che per determinare se un atleta
sta “marciando”, possono solamente stare fermi ad un lato del percorso e
giudicare ad OCCHIO NUDO se un atleta SEMBRA marciare. Potrai pensare che per
uno sport definito così tecnicamente, ci si possa avvalere di tutta la
tecnologia possibile per far valere le regole. Quindi la marcia è ancora ferma
ai secoli bui? Voglio dire, ci sono altri sport che non permettono ai giudici
di vedere i replay, ma quando pensi all’elettronica nella scherma, il
foto-finish nell’atletica, i touchpad del nuoto, e il tracking 3D delle palline
da tennis… I giudici della marcia, d’altro canto, sembrano piuttosto indietro.
Gli è proibito guardare dal livello del suolo o usare tecnologie moderne come
specchi o binocoli. Quindi come fare con tutta questa burocrazia marciante?
Se guardi attentamente il passo in slow-motion o anche una
fotografia dei marciatori stessi, ti renderai conto che quasi tutti si
sollevano da terra… Non solo occasionalmente per una spinta o per non
inciampare, che è permesso, ma quasi ad ogni passo. Infatti, è BEN NOTO alla
comunità dei marciatori che la maggior parte di loro lascia il suolo
regolarmente e può anche stare in aria fino al 10% del tempo… quindi TUTTI
infrangono le regole. Ora, gli sport
sono pieni di regole arbitrarie… ma il fatto che la maggior parte degli atleti
infranga la regola che DEFINISCE questo
sport è perlomeno… sorprendente! E non è come il sospetto che quasi tutti i
ciclisti professionisti si dopano, perché mentre ci sforziamo costantemente per
beccare chi si dopa, non usiamo tutta la tecnologia a disposizione per beccare
i marciatori “volanti”. Sembra chiaro che la tecnofobia nella marcia deriva dal
fatto che se si iniziasse ad usare telecamere ad alta velocità, potrebbero non
avere più uno sport. E questo ci porta alla domanda sulla vera essenza dello
sport – perché tutti i giochi, in realtà, sono solo un insieme arbitrario di
regole e limitazioni a cui ci sottoponiamo con lo scopo di divertirci e
sfidarci a vicenda. Voglio dire, c’è un motivo se l’atletica vieta le
biciclette, il ciclismo vieta le moto, e il motociclismo proibisce l’uso dei
razzi… Forse quelle ragioni sono arbitrarie tanto quanto nella marcia è bandita
la tecnologia… Perché l’obiettivo non è tenere i piedi per terra – è vedere chi
è il più veloce a camminare in modo buffo, come nel salto triplo per chi va più
lontano con un salto buffo, nella corsa ad ostacoli chi riesce a correre più
velocemente con barriere di plastica sulla sua strada, e il tennis per vedere
chi sa mandare meglio una palla oltre una rete, ma solo entro certe linee
accuratamente disegnate e con una racchetta e non con pagaie o mani o piedi.
Nello sport, alla fine, non si tratta di sport, ma dei giocatori e le loro
sfide. È quanto siamo in grado di spingere lontano i confini delle abilità
umane… entro i confini definiti dalle regole. E così è la marcia, uno sport in
contraddizione, che si aggrappa disperatamente al suo passato rifiutando di
accettare la tecnologia che in principio migliorerebbe i giudici di questo sport,
ma in realtà scuote le sue fondamenta? Non lo so.
Ma i marciatori sono atleti? Certamente".
Atleti di quale sport?
18 commenti:
BEN TORNATO ALLA SCRITTURA!
Grazie Enrico. È che sto lavorando come un assassino.
A prestissimo.
mario
Molto ben fatto il video, molto realistico e simpatico il messaggio finale:
"Perché l’obiettivo non è tenere i piedi per terra – è vedere chi è il più veloce a camminare in modo buffo, come nel salto triplo per chi va più lontano con un salto buffo, nella corsa ad ostacoli chi riesce a correre più velocemente con barriere di plastica sulla sua strada, e il tennis per vedere chi sa mandare meglio una palla oltre una rete, ma solo entro certe linee accuratamente disegnate e con una racchetta e non con pagaie o mani o piedi. Nello sport, alla fine, non si tratta di sport, ma dei giocatori e le loro sfide. È quanto siamo in grado di spingere lontano i confini delle abilità umane… entro i confini definiti dalle regole. E così è la marcia, uno sport in contraddizione, che si aggrappa disperatamente al suo passato rifiutando di accettare la tecnologia che in principio migliorerebbe i giudici di questo sport, ma in realtà scuote le sue fondamenta? Non lo so."
L'unica nota un po' stonata è il fatto che venga da quel monto definito "intrigante e ironico anglosassone" che ha Londra ha saputo presentare solo due atleti, una nelle donne (puntualmente qualificata) e l'altro nella 50 uomini (fra l'altro allenato da un italiano) ... puntualmente arrivato ultimo a oltre 39 minuti dal primo.
Viene da chiedersi se lo stesso messaggio arrivasse da Cina o Russia, che hanno sbancato il medagliere, oppure dalla anglosassone Australia e magari finanche dalla new entry Guatemala che ha vinto il super-enalotto con la prima medaglia olimpica di sempre nella 20 uomini, abbastanza rocambolescamente, e con una raccolta di squalifiche a non finire. Chissà ?
Il paragone con il doping, poi, non regge: il controllo antidoping si fa dopo la gara, e poi si cambiano i risultati (ma qui c'è il dolo).
Mutatis mutandi si potrebbe cambiare la regola e squalificare a posteriori tutti coloro che dai video ufficiali si vedono "sollevati da terra"; certo verrebbero scosse le fondamenta.
Ma vale la pena se non c'è il dolo, ed invece di tratta solamente di colpa ancorché grave (voler arrivare prima) o lieve (l'affaticamento) ?
Si vuole questo ?
Quest'anno sono 100 anni esatti dalla foto storica di Goulding e del Giudice sdraiato a terra, a una edizione delle Olimpiadi successive (Parigi 1924) ci fu il "gran rifiuto" della giuria a ri-giudicare la gara della 10 Km. dopo la riammissione di un atleta austriaco squalificato e l'inizio delle fasi polemiche che si protraggono fino ai nostri giorni.
Se la marcia sopravvive ancora così (con i suoi piccoli aggiustamenti), magari significa che, nonostante gli attacchi a fasi alterne da svariate fonti, resiste nel suo "essere buffo" ed affascina: il Mall e l'Unter den Linden insegnano !
Giulio Andreotti nella sua autoironia diceva: "meglio tirare a campare che tirare le cuoia".
mah! ma perchè sopravvivere quando potrebbe esser viva!? si vede bene in italia dove siamo arrivati con il meglio titare a campare...
@ l'anonimo del 28.10.2012, ore 08:11: Cina, Russia (ed anche un po' l'Italia, qualche tempo fa) sanno che marcia "fa medaglia" e quindi peso politico (ma non solo); ergo: non si porranno mai il problema 'ontologico' della disciplina in oggetto. Però non ricondurrei l'intelligente ironia anglosassone ad una questione di povertà di rendimento atletico propria delle nazioni di cultura american/british.
@ Fra: in linea di massima sono d'accordo con te; muterei l'adagio andreottiano citato dall'anonimo (ma siamo sicuri che fosse di Giulio Andreotti?) in un più moderno "meglio cambiare le cose migliorandole che tirare le cuoia prima del tempo".
un saluto
mario
Conosco persone che nelle massime di Giulio Andreotti ritrovano il proprio pensiero, la differenza sta sempre in chi le attua e in chi ha il coraggio di metterci la faccia.
"A parlare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina."
''...nella corsa ad ostacoli chi riesce a correre più velocemente con barriere di plastica sulla sua strada...''
Meno male che ho smesso in tempo da aver mai dovuto misurarmi con hs di plastica...le stecche di legno erano così semplici da aprire.....
GMAK
Il ns sport è così affascinante proprio per queste ns regole certe...se poi la tecnologia\businnes ci mette lo zampino, ahinoi... riflettiamo sulle nuove regole delle false partenze oppure su salti allungati grazie alla tecnologia....
Meglio qualche discussione colorita piuttosto che uno sport asettico.
@ Michele Didoni: Pensa Michele, nella Marcia l'ambiguità che mi fa meno paura è quella del giudizio "ad occhio nudo".
@ GMAK: sono proprio d'accordo con te.
un saluto
mario
da l'anonimo del 28.10.2012, ore 08:11
Consiglierei l'amico Didoni di rileggere questo articolo apparso su Corriere della Sera.
Arbitri, la domenica degli errori,
Nella pessima domenica degli arbitri il primo errore sarebbe mettere tutti gli sbagli sullo stesso piano. A Torino c'è stata un'ammonizione data e una evitata che hanno forse cambiato la partita; a Firenze un gol regolare annullato per un fuorigioco inesistente, errori pesanti, forse determinanti, ma banali come il male di vivere. Nel giro di un campionato di solito vanno e vengono.
La grande stranezza è capitata a Catania perché lì era stata presa subito la decisione giusta. È questo il paradosso: sono stati necessari 45 secondi di discussioni altamente tecnologiche tra i sei arbitri per arrivare a una decisione che annullava quella esatta presa all'inizio. Non vedere un fuorigioco, un fallo, può capitare. Ma discutere in sei per cambiare una decisione giusta, è grottesco. Si dice, mettiamo la moviola in campo. Va bene, facciamolo, ma ricordiamoci che la moviola non decide, mostra. Le decisioni toccherebbero ancora agli arbitri. E ogni azione ha il suo contrario, ogni azione è quasi sempre soltanto un'opinione.
Come se ne esce allora? Non credo se ne possa uscire. Bisogna accettare, a volte fidarsi, quasi sempre incrociare le dita. Ma qui è diverso. È il teatrino stesso degli arbitri a Catania che segnala una buona fede di fondo. Troppo sciocco per essere crimine. Pensate a una piccola folla di ladri: può mettersi mai a discutere la strategia del furto al microfono e davanti a tutte le televisioni? Perché questo è accaduto, una decisione normale trasformata in errore straordinario in diretta tv. No, questi non sono ladri, sono solo modesti gestori di un evento più grande di loro. Fanno grossi danni, hanno certamente sudditanze, ma sono incapaci di responsabilità illegali. Discutono tra loro davanti al mondo perché vogliono fuggire, non passare all'incasso. Questi sono errori scemi di arbitri modesti. Eppure in serie A arriva un arbitro ogni 15 mila tesserati, una selezione formidabile.
Questo è il grande male, se sono innocenti e modesti nonostante la selezione. Naturalmente ognuno ha diritto di pensare anche alla malafede, gli esempi recenti ci hanno autorizzato. Ed è comunque sempre consolante pensare di avere qualcuno contro. Ma un arbitro per essere corrotto deve prima di tutto essere un grande arbitro. Un arbitro corrotto avrebbe fischiato subito il fuorigioco inesistente di Catania. Il problema è che abbiamo aumentato gli arbitri pensando che sarebbero aumentate le certezze. Stanno invece aumentando le opinioni. Ed è questo che non sopportiamo: chi pensa diversamente da noi.
Mario Sconcerti
Non c'entra nulla con la marcia, ma c'entra tanto con il suo modo di vedere, e soprattutto rappresentare le cose.
Non può essere tutto colpa dei giudici, e qualcuno lo sa.
@ Marius: sì sì, di certo era Giulio Andreotti.
Inoltre nulla da dire sulla sottile ironia anglosassone che purtroppo a casa nostra non esiste.
@ GMAK: concordo al 100%. Bolt è stato un signore nell'ammettere la falsa.
@ l'anonimo del 28.10.2012, ore 08:11:
Bello l'articolo di Sconcerti. E con la marcia ci azzecca eccome. L'uso delle nuove tecnologie non cancellerebbe né la disciplina né i giudici. Probabilmente avremmo un altro sport e giudici con compiti diversi.
un saluto
m
Caro Amico Anonimo,
quindi? Facciamo finta che tutto vada bene, tanto in itinere qualcosa succederà! o proponiamo qualcosa di incisivo per salvare questa deriva ottimamente rappresentata nel C.I 50 km? Pensi che il problema sia solo rappresentato dalle giurie e dell'ausilio di mezzi elettronici che possano Svelare un punto di vista diverso? Secondo me dovremmo riparlare di Programmazione, stabilendo gare riconosciute a livello internazionale con misurazione e presenza di giurie internazionali. Dovremmo fare in modo che la prossima stagione non veda il solito campionato invernale con una distanza spuria ( 30km/35km) che potrà servire solo per creare la solita nebbia decisionale di chi programma a vista con aiuti ad personam. Sperare di non avere al solito una 20km di C.I senza misurazione internazionale riconosciuta, o peggio, fatta in pista e una 50km a fine anno con partecipazione nulla. Se questa mentalità non verrà sradicata da qui a pochi giorni, sarò in grado di darti anche i nomi delle giurie nelle varie gare di interesse che vedranno i nostri atleti di interesse con un margine di errore massimo di due elementi. E questo ti assicuro che non è chiaroveggenza e sicuramente non rappresenta il bene della nostra specialità. Spero di essere colto in fallo dagli eventi futuri... Buona giornata
Caro Amico Anonimo,
quindi? Facciamo Finta che tutto vada bene! tanto in itinere qualcosa succederà! o proponiamo qualcosa di incisivo per salvare questa deriva ottimamente rappresentata nel C.I 50 km? Pensi che il problema sia solo rappresentato dalle giurie e dell'ausilio di mezzi elettronici che possano Svelare un punto di vista diverso? Secondo me dovremmo riparlare di Programmazione, stabilendo gare riconosciute a livello internazionale con misurazione e presenza di giurie internazionali. Dovremmo fare in modo che la prossima stagione non veda il solito campionato invernale con una distanza spuria ( 30km/35km) che potrà servire solo per creare la solita nebbia decisionale di chi programma a vista con aiuti ad personam. Sperare di non avere al solito una 20km di C.I senza misurazione internazionale riconosciuta, o peggio, fatta in pista e una 50km a fine anno con partecipazione nulla. Se questa mentalità non verrà sradicata da qui a pochi giorni, sarò in grado di darti anche i nomi delle giurie nelle varie gare di interesse che vedranno i nostri atleti di interesse con un margine di errore massimo di due elementi. E questo ti assicuro che non è chiaroveggenza e sicuramente non rappresenta il bene della nostra specialità. Spero di essere colto in fallo dagli eventi futuri...Buona giornata
dall'anonimo del 28.10.2012, ore 08:11
Caro Michele Didoni,
L'articolo di Sconcerti aveva il solo scopo di far vedere che in tutti gli sport ci sono mille direttori tecnici pronti a sparare sui 100 arbitri.
Ed è questo che non sopportiamo: chi pensa diversamente da noi.
Tutto il resto del tuo discorso, che condivido al 100% quando dici che non è solamente rappresentato dalle giurie e dall'ausilio dei mezzi elettronici, fa parte della politica sportiva.
Ma questa sta in capo alla Federazione mica all'arbitro: come dire era colpa di Collina se l'Italia veniva eliminata dal mondiale ?
Le misurazioni internazionali costano, i giudici internazionali pure (100 $ al giorno, più aereo, vitto e alloggio in ****), i premi non ci sono, chi vuoi che organizzi, se soldi non ci sono ?
Questo è lo spaccato dell'Italia alle prese con la disoccupazione e con il lavoro nero, con chi evade le imposte e chi le paga fino all'ultima lira.
Questo è il CONI che deve chiudere il Comitati Provinciali per mancanza di soldi; e noi ci preoccupiamo di chi giudicherà nelle nostre gare ? Saranno i soliti quattro giudici delle regioni che li hanno o di quelle vicine, per risparmiare sulle spese viaggio, che sbaglieranno come gli arbitri di calcio pagati oltre 80.000 Euro l'anno.
E la Programmazione ? Hai ragione: siamo un'Armata Brancaleone, ognuno fa i cavolacci suoi (sono gli atleti a decidere) e tu purtroppo ne sai qualche cosa, visto quello che hai subito. Cosa vogliamo programmare ?
Saranno mica gli arbitri a dover programmare i nostri raduni ?
E' troppo facile scaricare la colpa sugli arbitri quando la materia prima manca (e quella che c'era e sembrava buona si è dimostrata taroccata senza che ce ne accorgessimo),
quando pochi hanno voglia di far fatica, quando con quattro soldi bisogna fare una certa attività, e tu, io, noi tutti continuiamo a criticare, ma nessuno a rimboccarci le maniche per fare qualcosa di buono.
Ecco il perché il 28.10.2012 della frase di Giulio Andreotti "meglio tirare a campare che tirare le cuoia". Parlarci dietro non serve, serve lavorare. C'è qualcuno che lo fa. Tu, noi lo facciamo ?
Abbi una buona giornata e ... senza rancore !
Dal prossimo 2 Gennaio sarò libero da impegni lavorativi.
Mi offro come giudice di Marcia a tempo determinato. Sul vitto e alloggio possiamo discutere.
Preferirei le competizioni giovanili. Quelli che vanno a 3’50” mi turbano un po’...
... anche perchè non riuscirei a seguirli!
Buona continuazione.
Enrico Coyote
P.S.: anch'io non sono un robot
Caro Anonimo, sinceramente credo che ci sia molta gente che oltre a criticare per crescere ed evolvere con molta o poca empatia ogni giorno si prodiga nei campi di allenamento per avvicinare quanto più possibile giovani leve alla marcia. Il problema è che di solito questi sono i meno considerati e i più osteggiati dalla Cricca che si è venuta a creare. Pensa solo al trofeo Ugo Frigerio dove molti dei nostri campioni sono nati! Nonostante l'impegno profuso per anni da molti appassionati, genitori e giovani atleti, per molti è un problema perché funziona ed a sempre funzionato. Poi ponderando le critiche in modo distaccato ti rendi conto che chi le muove non fa una virgola per la marcia, anzi attualmente la capacità di portare giovani leve alla marcia è inversamente proporzionale al ruolo che ti viene destinato dalla federazione. Prova solo a guardare chi viene utilizzato nei vari raduni nazionali e ti renderai conto che non è in base alla Capacità che si viene eletti a quel ruolo, ma ad una Sudditanza Interessata che ad oggi ha portato solo a 6 partenti nella 50km di C.I , a risultati nei 20km di C.I che a dir poco sono leggermente preoccupanti. Se in modo più oculato e con un minimo di lungimiranza e programmazione invece di fare un raduno pre-elettorale a fine stagione con la presenza di più atleti e tecnici di un C.I 50km, si fosse pensato di DESTINARE questi soldi per la stagione prossima con l’organizzazione di una giornata unica di C.I (50km/20km Masc- 20 km Femm) in sede e contesto ottimale( misurazione/giuria internazionale) in data utile ( prima settimana di marzo al massimo), con l’opportunità di decidere subito la stagione per gli atleti di interesse nelle varie competizioni. Magari inserendo anche nello stesso contesto un incontro di tutti i giudici di interesse che potranno con Evidenza Giudicare direttamente con l’ausilio e la supervisione di colleghi a livello internazionale. Non mi sembra che ci voglia molto a Pensare di Fare le cose bene! ma come sappiamo bene entrambi, più le cose sono confuse e malleabili dall’esterno e più si avrà l’opportunità di mischiare le carte in tavola facendo piaceri ad personam e a società di interesse! Per quanto riguarda la “libertà” di ogni atleta o tecnico di decidere ti posso assicurare che non è data dalla voglia di andare controcorrente, ma dalla semplice conseguenza che non avendo una linea ne una programmazione certa, si cerca di andare oltre ai raduni di una settimana fatti per tecnici e società da accontentare e da tener stretti. Quindi non dico di essere seri come i Russi o i Cinesi che cercano il meglio per Programmare i risultati dei propri atleti dandogli il pieno appoggio in tutto l’arco dell’anno, ma almeno considerare 4/6 atleti sul quale investire dando il massimo appoggio e la massima tranquillità nel decidere la stagione in accordo con la Federazione. Se poi vuoi che ti dica poi cosa ne penso io direttamente:
1) farei in modo di fare “rientrare” in Italia i tecnici che con la Fuga di Cervelli si sono allontanati(non fisicamente).
2) Farei in modo che nessun tecnico appartenente ad una società militare possa essere inserito in alcun ruolo nella federazione con evidenti conflitti di interesse e di ruolo
3) Un coordinatore della marcia con 2/3 tecnici referenti inseriti nelle diverse macroaree con requisito minimo di laurea in Scienze Motorie ed inseriti nel contesto delle scuole e dei campi.
Esempio:
Coordinatore
Sandro Damilano / Antonio la Torre
Nord - Ruggero Sala
Centro/Sud - Mario de Benedictis
P-S – Posso assicurarti che, è provato storicamente che un giudice può decidere in itinere durante la gara la stagione o il risultato di un atleta anche in campo internazionale. E in questo siamo Unici ed Inimitabili, per fortuna!!!
da l'anonimo del 28.10.2012, ore 08:11
Caro Michele Didoni,
magari quello che dici tu, è tutto vero., e probabilmente hai ragione.
Fa parte anche questo del grande baraccone "Italia" che si svela sempre meno credibile agli occhi altrui e non sarà certo la cura di cavallo di Monti a guarirci del tutto.
Ma tutto questo, torno a ripetermi, non ha nulla a che fare con l'articolo di Mario Sconcerti che cercava di puntualizzare che l'errore nello sport fa parte delle regole del gioco, e salvo gli esenti recenti del calcio (io aggiungo ora del ciclismo Vinokurov-Kolobnev, per i soldi si fa tutto !) e deve come tale essere accettato.
Rileggi attentamente queste poche righe: Ed è comunque sempre consolante pensare di avere qualcuno contro. Ma un arbitro per essere corrotto deve prima di tutto essere un grande arbitro. e queste ancora: Il problema è che abbiamo aumentato gli arbitri pensando che sarebbero aumentate le certezze. Stanno invece aumentando le opinioni. Ed è questo che non sopportiamo: chi pensa diversamente da noi.
Forse troverai la soluzione a tutto l'astio che si percepisce esista dentro di te verso la categoria giudicante o verso qualcuno di essa.
Non è con il cospargere fiele lungo il percorso che si vincono le guerre, a volte (anzi quasi sempre) un onorevole compromesso è meglio di qualsiasi vittoria (o sconfitta che sia) perchè ti sarai riguadagnato la riconoscenza delle controparti.
Questo è quello che gli scandinavi conoscono come spiccato senso dell'etica valore che più si scende al sud meno esiste.
Vedi Catania si lamenta e grida allo scandalo contro la Juventus, ma Catania sono anche le tre società sportive con sei radiati e un sacco di squalificati per manipolazioni di tesseramento.
Sarà colpa dei giudici/arbitri anche questa ?
O forse delle Società e degli allenatori che vogliono primeggiare ?
No caro amico, è colpa del fatto di non saper accettare la sconfitta come fatto insito nello sport, quella stessa colpa di cui si è macchiato uno che tu ben conosci, a cui tu stavi ben vicino, a cui hai dedicato il tuo tempo: perché voleva dimostrare al mondo di essere più bravo di quanto lo fosse stato con colui che tu giustamente proponi a Coordinatore, facendo fare a te la figura del cioccolataio e/o del portaborse (scusami, veramente scusami, ma questo è quello che giornalisticamente parlando è apparso) se non, quella peggiore dello sprovveduto.
No caro amico, "Ed è questo che non sopportiamo: chi pensa diversamente da noi." Quando avremo imparato a farlo, non spenderemo e spanderemo 50 righe di fiele parlando di "Cricca" e "politica sportiva" per poi concludere solo con i punti 1), 2) e 3) che magari sono veramente interessanti e l'unico messaggio serio e "non da polpetta avvelenata" che hai lanciato, indipendente dai nomi che possono anche non essere quelli, ma che non cambiano la struttura.
Ricorda, mai farne nomi: lascia alla "politica" a scegliere.
E soprattutto caro amico, smettila con quei PS di livore e senza senso, perdi la tua credibilità. Ricorda che l'Argentina vinse un mondiale di calcio per un goal di mano di un tal Pibe de Oro, che gli "ironici anglosassoni" (allora veramente lo furono) elevarono alla mano di Dio.
Magari tu diresti che erra combine !
Tralascio Andreotti, e vado indietro di 2000 anni: un Tale, dalle parti di Gerusalemme diceva: "Chi è senza peccato scagli la prima pietra", ma predicava in confronto ed il perdono.
Forse è questa la via da seguire ?
Pare che da 2000 stia funzionando ?
PS: Ho finito, giornalisticamente parlando, per me questa telenovela si è chiusa con questo post.
Caro Anonimo,
di seguito ti riporto quello che scrivi sui miei P.S con un compendio di quello che storicamente come citato da me , pensavano di noi Italiani e pensano attualmente: "E soprattutto caro amico, smettila con quei PS di livore e senza senso, perdi la tua credibilità. Ricorda che l'Argentina vinse un mondiale di calcio per un goal di mano di un tal Pibe de Oro, che gli "ironici anglosassoni" (allora veramente lo furono) elevarono alla mano di Dio.
Magari tu diresti che erra combine !"
http://sportsillustrated.cnn.com/events/1996/olympics/daily/july31/neb1.html
Tornando a cose più serie, chiedendo il permesso all'atleta interessato nell'articolo, voglio solo rimarcarti come a volte chi “pensa diversamente da te” possa evidentemente “avere sbagliato “ inconsapevolmente per il bene degli interessati, ma così facendo il FIELE utilizzato si sia rivelato storicamente lesivo per l'atleta stesso. Non ho mai sentito chi si vantava pubblicamente di questa capacità, scusarsi per quello che poi ha subito l’atleta nelle stagioni seguenti! Spero che l’articolo che leggevo in giovane età in allegato sia stato solo una maldestra elucubrazione di un giornalista senza cuore. Perché a distanza di anni posso assicurarti che rileggendolo trovo molte incongruenze e verità inverosimili che se solo risultassero realtà sarebbero veramente preoccupanti per la Marcia e il suo giudizio. Cosa ne pensi? L’unica verità è che un atleta di questa caratura non aveva bisogno di altro che gareggiare, senza interventi Divini per dimostrare come più volte fatto il suo valore. Per quanto riguarda la tua necessità di rimarcare quello che ultimamente ho provato! posso assicurarti che in Cuor Mio ho risposto a questi miei errori cambiando formalmente lavoro. Quante persone conosci che avrebbero fatto lo stesso? Come già dichiarato il saper di avere condiviso il mio tempo (anche se inconsapevolmente)con chi aveva deciso di intraprendere una strada più breve al risultato o alle proprie paure e insicurezze non mi rende sicuramente non colpevole. Ognuno paga pegno, ed io nel mio piccolo lo ho fatto, ti assicuro poi che potrò perdere anche la credibilità con i miei pensieri o P-S, ma come già ti avevo scritto ci metto la faccia e senza anonimato alcuno cercherò di fare passare le mie idee per migliorare un ambiente ormai logoro( sempre che possano servire a questo). Il portare pochi punti e pochi nomi ad esempio può essere un inizio, non la soluzione! Per quanto mi riguarda continuerò a fare in modo che gli atleti che ho la fortuna di seguire cerchino nella loro specialità il piacere di partecipare e di dare il meglio nelle stagioni a venire, anche se in altre nazioni. Comunque su una cosa ti do pienamente ragione, abbiamo perso troppe righe e pensieri, si vede che in Cuor Nostro con passioni e tensioni diverse amiamo la Marcia.
P-S Posso assicurarti che stimo la maggior parte dei giudici che ho avuto il piacere di conoscere nella mia breve carriera. Certo se trovo un deficiente sulla mia strada ,anche se vestito da giudice riesco a riconoscerlo e se possibile ultimamente cerco di evitarlo! I miei atleti lo sanno bene, anche quelli che hanno già smesso per questa ragione.
Buona serata
Sono perfettamente d'accordo con Michele Didoni ! Perché è la verità che dice ed io amo la verità.
Naturalmente NON scrivo in anonimo , sono Pietro Pastorini.
Frequento il mondo della MARCIA da mezzo secolo, l'ho studiata, analizzata, vivisezionata, valutando ed analizzando tutte le problematiche che la compongono, ma sono certo di una cosa: i protagonisti della MARCIA sono gli ATLETI e non gli ARBITRI!!
L'arbitro può sbagliare ma prima deve essere un GRANDE ARBITRO. Vorrei sapere:
1° chi l'ha detto?
2° attribuirsi un aggettivo qualificativo è presunzione!
3° sbagliare è possibile ma deve essere fatto in buona fede!
4° quando l'errore si ripete, anzi quando l'errore è ripetuto sugli stessi atleti, io non credo più alla buona fede!
Anche io adesso sto sbagliando nell'attribuire troppa importanza all'ARBITRO!
La nostra attenzione dovrebbe essere rivolta alla promozione,
all'organizzazione, alla pianificazione dei programmi che possano far
ritornare la MARCIA al ruolo che gli compete. Offrire ai nostri giovani una opportunità e perché non la MARCIA?
Forza mettiamoci la faccia ( come dice Michele) , diamoci una mossa, le polemiche non portano da nessuna parte! Rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo,lavoriamo, lavoriamo!
Io amo questo sport, ci credo come palestra di vita per i nostri giovani e mi impegnerò ( nel limite delle mie possibilità) affinché possa vivere e crescere !
P.S. ( senza livore)
VIVA LA MARCIA!!!!
Un caro saluto,
Pietro Pastorini
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